martedì 13 luglio 2010

PER LA STAMPA



Apprendo dalla stampa che, dopo accertamenti della Digos di Roma concernenti la manifestazione dei cittadini aquilani, assieme a tutto il territorio, del 7 luglio u.s.. sono state due le persone denunciate. Il promotore della manifestazione, M.E. di 39 anni, per inosservanza dei provvedimenti della polizia in quanto "l'iniziativa si è svolta senza tenere conto delle modalità concordate", e C.G., romano di 26 anni, noto appartenente al centro sociale autogestito 'La Strada' di Roma.
Desidero informare la stampa che la Manifestazione è iniziativa dei cittadini dell’Aquila o meglio dei cittadini che si riuniscono, ormai da mesi, in un tendone al centro città (Piazza Duomo) in un’assemblea permanente, che lavora per il futuro della città e elabora documenti tra cui, per esempio, la piattaforma “tasse” di cui rivendichiamo l’applicazione.
L’assemblea è spontanea e vede la partecipazione di persone di ogni età che bi - settimanalmente si incontrano, discutono, fanno progetti.
Spesso l’assemblea si è fatta promotrice di manifestazioni e iniziative varie e tutte le volte, visto che non siamo un soggetto giuridico (bah!!!), i vari permessi sono stati firmati da singole persone.
Così è stato anche questa volta. La persona da voi identificata è portavoce dell’assemblea, quindi anche mia rappresentante e, come tale, mi assumo “in toto” la piena responsabilità di eventuali inosservanze, così come sono certa faranno anche tutti gli altri cittadini aquilani dell’assemblea permanente di Piazza Duomo.
Riguardo la presenza di persone non aquilane, eventualmente appartenenti a presunte cosche violente, ribadisco che il nostro movimento è trasversale e alla manifestazione erano presenti anche non aquilani che, semplicemente, appoggiavano la rivendicazione dei nostri diritti. La denuncia che pesa su questa persona si appoggia sul fatto, evidenziato dalla Digos romana, che la stessa sia stata riconosciuta all'inizio della manifestazione di mercoledì scorso, durante il tentativo di sfondamento del cordone delle forze dell'ordine in via del Corso all'altezza Piazza Venezia, mentre spingeva i militari.
Desidero sottolineare che tutti noi eravamo presenti all’imbocco di via del Corso e tutti, contemporaneamente spingevamo i militari che con forza ci respingevano. Nessuno di noi ha registrato momenti di violenza a carico di alcun partecipante tali da giustificare l’attacco delle forze dell’ordine che, in particolare, colpivano non già le persone accusate in seguito di essere state violente e di aver mostrato resistenza a pubblici ufficiali, bensì aquilani ignari, con le braccia alzate, e per di più di spalle alla polizia.
Con la presente ribadisco tutte le mie (nostre) responsabilità nell’organizzazione della manifestazione, nei pacifici sfondamenti di assurde barriere frapposte tra noi e i nostri interlocutori politici e, in ultimo, richiamo l’attenzione dei media sul fatto che nessun atto violento contro persone o cose si è consumato durante la manifestazione con l’eccezione di quello portato avanti dalle forze dell’ordine.

7 commenti:

  1. 1/2
    Giusi, se c'è una cosa che mi piace, del tuo commento, è la piena accettazione dei fatti che ti riguardano, con, in particolar modo l'inclusione della difesa di quel presunto facinoroso dei centri sociali romani. Nonché, aggiungo, il rigettare accuse che, secondo il tuo giudizio, e se vuoi, secondo il giudizio di altre 4.999 e più persone, non ti apparterrebbero.
    Detto questo, se me lo permetti, vorrei farti presente, sempre con la speranza di completare, ove ce ne fosse bisogno, le considerazioni a tutto tondo, che le forze dell'ordine ed i manifestanti non sono affatto sullo stesso piano, in circostanze come quelle a cui ci si riferisce.
    Le forze dell'ordine hanno delle prerogative che ai comuni cittadini lo Stato non concede.
    Le forze dell'ordine possono chiederti i documenti, tu non puoi chiederli a loro. Possono intimarti di allontanarti da un luogo, tu non puoi farlo, nei loro confronti. Le forze dell'ordine sono autorizzate ad usare la forza, ove lo ritenessero necessario: tu non sei autorizzata ad usarla.
    Queste sono le regole che tutti noi abbiamo accettato, e per le quali, fino al 7 luglio, non abbiamo mai protestato.
    Queste sono le regole che, a mio avviso, nemmeno il buon Bersani, il buon Di Pietro ed il buon Ferrero, si sognerebbero mai di cambiare.
    Queste sono le regole, che quando son state applicate in altre situazioni, ovvero quando potrebbero mai essere stati altri a prendere manganellate, abbiamo accettate, continuando a starcene seduti sul divano col telecomando in mano.
    .
    Il sistema ha le sue regole, alle quali saremmo tenuti a conformarci: se pensi di aver subito un torto, il sistema ti mette a disposizione quelle strade e quelle forme di rivendicazione che il sistema stesso (ovvero più o meno tutti noi insieme) ritiene possano essere ragionevolmente tutelanti dei diritti delle persone.
    Se poi non dovessero esserlo, si può sempre far ricorso.
    Il sistema, inoltre, mette a disposizione anche quegli strumenti attraverso i quali poterle cambiare, incrementare, potenziare, le forme di tutela. Ad esempio, attraverso le leggi ed i referendum.
    Il sistema però, decide anche che cosa non è lecito fare, che, nel caso, viene definito reato!
    Il reato può prevedere l'arresto e/o la reclusione, e la condanna viene riportata sul certificato penale!
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  2. 2/2
    Non è vero, in assoluto, che hai (o se vuoi "abbiamo" ) il diritto di passare liberamente per una strada! Almeno così stanno le cose, se ci si conforma alle leggi dello Stato.
    Le forze dell'ordine possono interdire, in qualsiasi momento, l'accesso ad un luogo, e non sono tenute a spiegare a te (se vuoi "a noi") il perché!
    Poi, per carità, anche le forze dell'ordine possono sbagliare! Si possono spendere 20 milioni di euro per una metro di superficie che non c'è, e non possono commetterlo le forze dell'ordine, un errore?
    Perché, poi, non si possono aprire inchieste, fare denunce contro un provvedimento ritenuto ingiusto delle forze dell'ordine, o avviare interrogazioni parlamentari?
    Certo che si può!
    Ma quando un tutore dell'ordine ti intima di allontanarti da un luogo, il tuo unico diritto è quello di attenerti a queste disposizioni ricevute in quel momento.
    Fare domande, chiedere spiegazioni, fermarsi inamovibili sostenendo che, se non otterrai risposte convincenti non ti muoverai di là, per quel che ne so, secondo le leggi dello Stato, questo NON è un tuo (se vuoi "nostro") diritto!
    Spingere un tutore dell'ordine e per di più in tenuta antisommossa, che non puoi nemmeno dire: -Non lo avevo visto bene-!-, per forzare un blocco, vuol dire commettere il reato di "resistenza a pubblico ufficiale ed inosservanza dei provvedimenti dell’autorità di pubblica sicurezza”.
    Detto in altre parole, se ti discosti da quanto il sistema riconosce come le sole regole percorribili, le altre forme di rivendicazione cominceranno, inizieranno inevitabilmente e fatalmente con un "avere torto"!
    E questo sarà il tuo (se vuoi, "nostro") primo vero diritto riconosciuto: quello di avere torto.
    .
    Quando uno ha questa consapevolezza, poi deciderà di testa propria, ma deve avere bene chiaro in mente quale è il terreno di gioco e quali sono le regole vigenti!

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  3. Io credo che le forze dell'ordine con le quali da lunghi mesi parliamo (quelle aquilane) sono tenute a mantenere l'ordine pubblico, in sostanza a proteggerci da eventuali rischi derivanti da comportamenti non consoni.
    Menare è altra cosa, soprattutto senza provocazioni. OK mi puoi chiedere i documenti, intimarmi di non passare attraverso una strada (bah???), ma non menarmi per questo!!!!

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  4. 1/2
    Grazie èer l'attenzione.
    Scusa se insisto.. ...ma non è vera insistenza, c'è da tenere ben presente, però, che rifiutarsi, ad esempio, di allontanarsi, e ancor più spingere un poliziotto cercando di passare nonostante la sua presenza, ed il divieto esplicito ed implicito, si commette già il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
    Come vedi, non sto esprimendo pareri: non mi compiaccio di nulla, nemmeno tra le righe, e nemmeno intimamente.
    Ma credo che ci si debba muovere sapendo esattamente come stiano le cose.
    Non aggiungo altro.
    .
    Quanto poi al menare, che intanto già viene come azione successiva al non avere osservato una disposizione delle forze dell'ordine, non è escluso affatto che il manifestante manganellato possa avere tutte le ragioni di questo mondo! Ragioni che però, vedrai, saranno in molti a contendere, portando tesi a proprio favore.
    Il poliziotto, o il questore, può farlo eccome, un errore di valutazione!
    Non son state ritrovate, forse, garze e pinze nella pancia della gente?
    Non son stati spesi 20 milioni di euro per una metro che non c'è, senza che nessuno ne abbia risposto né civilmente e né penalmente, e con Cialente che, appena eletto, era già in fila con la richiesta della prima di 3 tranche da 12 milioni l'una, e senza nessuna garanzia che con questi altri 36 milioni, 56 in tutto, la si sarebbe portata a termine?
    Come si può vedere, tutti possono sbagliare, anche un poliziotto: questo va messo in conto!

    Infatti il sistema, subito ti riposiziona, ti ricolloca: puoi fare un esposto, puoi chiedere che venga aperta un'inchiesta, puoi contare su un'interrogazione parlamentare!
    Intanto la manganellata la incassi e porti a casa!
    Poi, come vedi, il sistema subito ti ri-fornisce degli strumenti, quelli, e solo quelli, che il sistema ritiene legittimi (e sotto sotto "tutti noi")!
    Se poi l'inchiesta dura 10 anni, con chi te la prenderai? Se poi l'esposto risolve la cosa con una formula dubitativa, che dice e non dice, che fai? E se l'interrogazione parlamentare non porta a niente? Con chi te la prendi? Con tutto questo mondo mondiale?
    Così stanno le cose.

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  5. 2/2

    A proposito della "presunta" confidenza con le forze dell'ordine aquilane: non credo che se mai ci fosse da sedare un qualcosa a L'Aquila, il compito verrebbe affidato alle forze dell'ordine in stanza a L'Aquila, tanto per dire: credo piuttosto le farebbero arrivare da fuori!
    E a pensarci bene, un motivo, e forse anche due, ci sono!
    .
    Mettiamo caso, per assurdo, invento, che in un dato momento alla polizia sia arrivata una soffiata di una bomba messa in quella via dove vorremmo passare tutti noi. Arriviamo, e ci troviamo la polizia che ci blocca e ci intima di allontanarci: ma secondo te, se tu ti piazzi lì e dici: -No, non me ne vado finché non mi date una spiegazione plausibile!-, il questore, o chi sta li a comandare, te lo può dire che non puoi passare perché FORSE c'è una bomba?
    Una bomba che in quel preciso momento stanno cercando?
    E se alla fine della giornata la bomba non fosse uscita fuori, perché la soffiata resta sempre una soffiata, secondo te il questore ci può uscire sui giornali, sui tg, con la storia della soffiata e della bomba che poi non è stata trovata?
    Però quelli dietro al questore, eventualmente, secondo me lo sapranno eccome, cosa potrebbe essere successo: ma ci sono atti, rapporti, anche verbali, documenti, che sono riservati, secretati, mon per niente la polizia ha una banda radio riservata. A volte si potrebbe trattare di decisioni prese a voce: non è che il questore per dire ad un poliziotto: -Scusa, per favore, tu mettiti là!-, glielo metta ogni volta per iscritto!
    .
    Ripeto, osserva: non mi compiaccio di nulla. Solo che, a volte, da alcune considerazioni, ho l'impressione non ci si renda veramente conto del rapporto di forze in ballo.
    Alcuni mi sembrano ingenui come i bimbi dell'asilo! E mi dispiace che possano "scottarsi" senza volerlo, senza aspettarselo!
    .
    Chiudo: ricorderai, anni '80, cosa successe in Inghilterra tra i minatori e la Thatcher, i minatori con i sindacati schierati incondizionatamente dalla loro parte!
    I MINATORI! Mica mammolette!
    Se non dovessi ricordare bene, immagino che avrai tantissime cose da fare, ma buttacelo, uno sguardo.

    Poi, dopo aver preso coscienza, ognuno si può regolare come crede, sapendo esattamente a quali conseguenze va incontro.

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  6. La nostra ingenuità è la domostrazione che abbiamo ragione

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  7. Sono ultra d'accordo!
    Non che l'ingenuità in sé comporti in assoluto l'avere torto o ragione, ma sul fatto che si arrivi ad un punto quando altro non si può fare che NON capire: ovvero, essere ingenui puri.

    Se faccio il saldatore da 30 anni, e per 30 ho sempre pagato le tasse senza essermi ammalato mai seriamente, e ad un certo punto, anche in coincidenza del non essere più giovanissimo, dovessi aver bisogno di un'ecografia, ed in ospedale me la mettessero a tre mesi, ecco che faccio benissimo ad essere ingenuo, ad esserlo e a volerci rimanere!
    Infatti, non voglio spiegazioni!
    Non voglio "capire"!
    Non ci voglio entrare nemmeno come ipotesi di ragionamento in astratto, nel meccanismo col quale qualcuno vorrebbe spiegarmi del perché la mia ecografia è a tre mesi!
    Non voglio niente: voglio soltanto, ingenuamente quanto si creda, l'ecografia che mi spetta!

    Trovo però molto strano che questo, quando accade, resti isolato. Come se in un cervello si attivassero all'occorrenza delle zone qua e là, senza che queste riescano a comunicare tra loro.
    Voglio dire che quando la cosa riguarda gli altri, noi non ci lasciamo coinvolgere: questo è, credo, un punto cruciale della nostra debolezza.

    Alcuni, quando la cosa riguarda gli altri, potrebbero essere addirittura convinti che per gli altri le manganellate siano sempre giuste! Perché gli altri, evidentemente masochisti, se le vanno a cercare prendere a buona ragione! O con un misterioso secondo fine!
    Da ingenui, diventano maliziosi!

    Cito solo situazioni che potrebbero (potrebbero!) essere emblematiche:
    il rilancio Alitalia: cosa ne sappiamo,
    di preciso: niente!
    Se è stata oscurata e mistificata l'informazione riguardante L'Aquila, quanto sarebbe stato possibile farlo per l'informazione riguardante Alitalia?
    È possibile che in quella vicenda ci siano state persone (persone!) letteralmente schiacciate sotto il tacco di una scarpa senza che all'orecchio dell'opinione pubblica fosse arrivato nemmeno un flebile grido di dolore?
    E noi, di fronte a qualche segnale, come ci siamo comportati?
    Restando in poltrona a cambiar canale!
    Gli attuali cassa integrati Finmek (lasciamo perdere tutte le considerazioni e restiamo sul caso "tipo", puro e crudo), ebbero un accordo stilato su carta intestata del Ministero!
    Accordo siglato e ratificato dal Governo Berlusconi e da tutte le forze sindacali del caso, che impegnava commesse delle Poste e delle FFSS da dirottare sul sito dell'Aquila: non è mai successo!
    Come avere giustizia di fronte ad un governo, ed eventualmente a chi gli regge il sacco, di un contratto (contratto!) non osservato?
    E noi?
    Sempre in poltrona a guardare!
    I dipendenti del gruppo Angelini (lasciamo perdere tutto e concentriamo sul fatto come modello di riferimento) sono stati lasciati 13 (tredici!) mesi SENZA stipendio!
    Che per le mansioni specifiche che avevano, assistenza a persone malate e/o anziane, non potevano nemmeno astenersi dall'andarci, a lavorare, senza commettere reati!
    In un paese dove non è possibile prendere una persona a lavorare senza averla denunciata, dove nessuno può tenerti a lavorare un solo mese senza poi pagarti, quei lavoratori sono stati letteralmente abbandonati da tutti per 13 lunghissimi mesi!
    Per 13 lunghissimi mesi hanno visto (e noi con loro!) non riconosciuto, violato e calpestato un sacrosanto diritto!
    Per andare a finire, poi, in CIG!
    Credo che alcuni accadimenti potrebbero equivalere, per una o molte famiglie, rispetto alla situazione attuale di alcuni, e forse anche di molti aquilani, ad un terremoto ben più forte, stravolgente e radicale.
    E noi, sempre lì, a guardare!

    Poi, nel caso, magari, ci si meraviglia che siano gli altri a restare a guardare, quando la cosa ci riguarda!
    Come mai, da cosa, questa incapacità a partecipare, a mobilitarsi gli uni per gli altri?
    Questa "predisposizione" a lasciare piuttosto isolati i vari casi, quasi rispondendo ad un principio universale dell'ognuno si arrangi da sé?

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