domenica 27 marzo 2011

Carriole a Cese


Una bella domenica primaverile quella di oggi. Bicicletta e sole. Intorno a Preturo e sull’Aterno. La bicicletta ti fa vedere cose diverse e non sempre piacevoli: tipo l’immondizia ai lati delle strade. C’è di tutto e ne siamo responsabili solo noi: centinaia di bottiglie e bottigliette, buste di plastica, taniche, carta e giornali, pacchetti di sigarette e un’infinità di cicche. E pensare che sono anche fumatrice e mai getto dal finestrino dell’automobile, né cicche né pacchetti. Ma tant’è.
Al ritorno a C.A.S.A. ho notato che tutta l’area di Cese, per intenderci il verde attorno alle palazzine, è una discarica, in gran parte perché  di notte gli animali arrivano ai bidoni, azzannano i sacchetti e li portano ovunque. Poi, intorno alle panchine, dove ci sono cestini per rifiuti, la situazione è la seguente: i cestini sono pieni da mesi e intorno c’è di tutto. Sui prati il numero di cicche di sigarette è imbarazzante. Ogni tanto pulisco, ma non basta!
Così oggi, nel pomeriggio, ho tirato fuori la carriola ed ho pulito dove ho potuto. Quando ho tirato su i bustoni all’interno dei cestini per rifiuti mi sono sentita mancare: un puzzo indecente di fermentazione in stato avanzato.
Ad accompagnarmi alcuni bambini, entusiasti. «Ma la tua carriola è vecchia» mi ha detto uno di loro «da quanto tempo fai questo lavoro?». Abbiamo trascorso un paio d’ore assieme e il bottino, relativo solo a un terzo dei giardini, è stato notevolissimo: circa 200 bottiglie di plastica, un centinaio di pacchetti di sigarette vuoti (per la cronaca quasi tutti Camel light da 10), una carriolata di carta varia, svariate buste di plastica, una ventina di vaschette di polistirolo, una trentina di bottiglie di vetro. Tutto rigorosamente differenziato e conferito negli appositi bidoni.

«Quando rigiochiamo con la carriola?»
«Domenica prossima, Francesco».

Propongo che l’ASM organizzi durante il mese di aprile, una giornata ecologica che coinvolga tutti, nei vari nuovi  insediamenti e nei quartieri della città,  nella quale si spieghi per bene come si fa la differenziata, dove si conferiscono gli ingombranti, chi svuota i cestini dei giardini, e, infine, dove ciascuno di buona volontà ripulisca il luogo dove vive, e poi non lo sporchi più.
Di solito non sono dura con il prossimo, ma aver visto tanta incuria mi fa capire che c’è tanta strada da fare, ancora, per divenire cittadini.

P.S. Per coloro che abitano nel progetto C.A.S.E. ed hanno come me le sedie bianche: se le spalliere delle sedie si sono spezzate, non sentitevi in colpa, è successo a tutti (da me 4). Non lasciatele però vicino ai bidoni, si tratta di ingombranti e devono essere conferite nei punti di raccolta, oppure se ad aprile verrà l’ASM le consegneremo a loro e magari le conteremo!

domenica 20 marzo 2011

GLI ECHI






Non è ECOcompatibile una casa (o C.A.S.A.) fornita di fotovoltaico e costruita in legno, se la stessa non è inserita in maniera corretta all’interno di un territorio.

I nuovi insediamenti abitativi a L’Aquila (progetto C.A.S.E.) non sono ECOsostenibili se gli abitanti sono costretti a prendere l’automobile anche per piccoli spostamenti.

Non è ECOsostenibile lo sviluppo di una città che preveda il “bike sharing”, dove non vi sia un trasporto urbano efficiente e piste ciclabili percorribili senza pericolo.

Non è “ECOlogica” una città dove la raccolta differenziata stenta a partire (o anche se funziona), quando i materiali differenziati devono raggiungere le aziende di riciclo percorrendo centinaia di chilometri e senza  un’adeguata politica di riduzione dei rifiuti.

Lo sviluppo non è ECOsostenibile quando si invita la cittadinanza a conferire bene i rifiuti, ma non si impone, neanche alle aziende locali, di non usare confezionamenti non riciclabili (tetrapack per L’Aquila) o a basso consumo (plastica invece che bottiglie di vetro vuoto a rendere).

Non è ECO-logico, -sostenibile, -compatibile,  continuare a comprare energia non rinnovabile senza investire in efficienza, risparmio, solare e ricerca.

Non è sostenibile continuare a sentire l’ECO delle cacciabombardieri, delle voci di persone contaminate, bombardate ….


martedì 15 marzo 2011

Le onde emotive





Emotivamente parlando,  sono distrutta. Basta passeggiare per la mia città diroccata per sentirsi mancare. Manca l’aria, mancano i suoni, manca la gente. Ma peggio, manca un progetto, mancano le gru, mancano i muratori, mancano i soldi. Ma non ci arrendiamo: ciascuno a suo modo, non molla. Perché siamo legati alla nostra città, ma non solo.
Si fa un gran parlare in questi giorni delle “onde emotive” che sarebbero foriere di decisioni sbagliate; ma come? Se non fosse che sento ogni giorno un sentimento forte di speranza che si annoda con l’impotenza, la delusione, l’ansia, ma anche con un’attrazione quasi magnetica, non so, forse sarei andata via o, peggio, sarei in casa, come se nulla fosse successo.  
L’onda emotiva porta con sé il desiderio di tante persone di essere più attive, ma soprattutto più consapevoli.
Emotivamente il Giappone è stato per tanti esattamente come un maremoto, che ha scosso anche i meno attenti, le persone più rigide, quelle tutte di un pezzo. Un popolo lontano di cui si sottolinea la compostezza, ma del quale, in realtà, si sono viste lacrime, occhi vuoti e macerie di certezza.
L’onda emotiva. Sulla quale ciascuno di noi, consapevolmente, sta ora pensando a quanto sia effimero un modello di sviluppo economico che non tenga conto della “finitezza” delle nostre risorse o sull’inseguire la crescita dei consumi. Un’onda emotiva come non ce ne sono state negli ultimi anni, a parte le guerre, quelle a noi vicine.
Per questo, quando sento le persone che ci governano dire: “attenzione all’onda emotiva”,  mi viene da strozzarli. Perché quest’onda non è isterica, ma saggia, considerando che ci pone davanti alla caducità.
Non ci si può chiedere di leggere le notizie, guardare le immagini e continuare a fare la vita di sempre, magari aspettando che passi. E’ che noi siamo molto più pronti a metterci in discussione di voi, che parlate, ancora, inseguendo falsi miti.
Per questo, sull’onda emotiva, continuerò anche a litigare, per la mia città, per il no al nucleare, ponendo su carta i progetti e le alternative. Quelle che voi, emotivamente, temete.

martedì 8 marzo 2011

L'assenza


Diciamola tutta: una campagna elettorale in meno di due mesi non è credibile, specie in una città terremotata.
Non è una prova facile per un Consiglio Comunale, per una Giunta, per un Sindaco,  un terremoto che distrugge tutto e miete 309 vittime.
Non sono in grado di fare analisi politiche, ma mi aspettavo che ci fosse un colpo di scena, sin dall’inizio, di quelli che, per una volta, mi avrebbero fatto ricredere sui nostri amministratori: tutti assieme per la città, al bando le tessere dei partiti.
E’ difficile in questa Italia delle divisioni e dei piccoli favoritismi strappare una tessera e dedicarsi alla città, ma doveva essere fatto. Non si è voluto e, non solo. I comportamenti dei nostri consiglieri (non tutti) gridano vendetta, così come l’assalto agli assessorati: accontentiamo qui, accontentiamo là. Nessuno che abbia mai deciso di istituire un Consiglio permanente, “un’unità di crisi”, magari servendosi di professionalità cittadine.
E i cittadini divisi, per inezie. Cittadini sottoposti a vere e proprie angherie.
Ora lo spettro di un nuovo Commissario: che Dio ci scampi e liberi.
Ma indipendentemente dalle ragioni e dagli sviluppi futuri esigo che si sappiano i nomi di coloro che, eletti dal popolo, hanno deciso di onorare il voto assentandosi, a volte persino come strategia, dalle riunioni o votazioni dei pochi Consigli Comunali. Non desidero il rogo, ma nomi e cognomi. Di chiunque si tratti, noi dobbiamo sapere chi, nell’interesse bieco di qualche partito o, peggio, di qualche lobby, ha potuto pensare di rappresentare i cittadini con l’assenza, invece che con la discussione o con l’opposizione.
Senza mezzi termini: sono queste persone che devono andarsene a casa, che devono avere la dignità di non parlare, di non criticare, di non presentarsi davanti ad una città martoriata.
E se per caso qualcuno di noi volesse in qualche modo contattare ‘sti campioni, sappiate che sul sito del Comune di 41 consiglieri (neanche aggiornati) ben 28 sono sprovvisti di e-mail o telefono e di 11 assessori (neanche aggiornati) ben 8 non sono contattabili. Non esiste l’indirizzo degli uffici o il numero di telefono di una segreteria. Nulla. 

E si assentano.

P.S. Piccola chicca: se sul sito del Comune cliccate alla voce Bilancio potete comodamente leggere il bilancio di previsione del 2003.