Emotivamente parlando, sono distrutta. Basta passeggiare per la mia città diroccata per sentirsi mancare. Manca l’aria, mancano i suoni, manca la gente. Ma peggio, manca un progetto, mancano le gru, mancano i muratori, mancano i soldi. Ma non ci arrendiamo: ciascuno a suo modo, non molla. Perché siamo legati alla nostra città, ma non solo.
Si fa un gran parlare in questi giorni delle “onde emotive” che sarebbero foriere di decisioni sbagliate; ma come? Se non fosse che sento ogni giorno un sentimento forte di speranza che si annoda con l’impotenza, la delusione, l’ansia, ma anche con un’attrazione quasi magnetica, non so, forse sarei andata via o, peggio, sarei in casa, come se nulla fosse successo.
L’onda emotiva porta con sé il desiderio di tante persone di essere più attive, ma soprattutto più consapevoli.
Emotivamente il Giappone è stato per tanti esattamente come un maremoto, che ha scosso anche i meno attenti, le persone più rigide, quelle tutte di un pezzo. Un popolo lontano di cui si sottolinea la compostezza, ma del quale, in realtà, si sono viste lacrime, occhi vuoti e macerie di certezza.
L’onda emotiva. Sulla quale ciascuno di noi, consapevolmente, sta ora pensando a quanto sia effimero un modello di sviluppo economico che non tenga conto della “finitezza” delle nostre risorse o sull’inseguire la crescita dei consumi. Un’onda emotiva come non ce ne sono state negli ultimi anni, a parte le guerre, quelle a noi vicine.
Per questo, quando sento le persone che ci governano dire: “attenzione all’onda emotiva”, mi viene da strozzarli. Perché quest’onda non è isterica, ma saggia, considerando che ci pone davanti alla caducità.
Non ci si può chiedere di leggere le notizie, guardare le immagini e continuare a fare la vita di sempre, magari aspettando che passi. E’ che noi siamo molto più pronti a metterci in discussione di voi, che parlate, ancora, inseguendo falsi miti.
Per questo, sull’onda emotiva, continuerò anche a litigare, per la mia città, per il no al nucleare, ponendo su carta i progetti e le alternative. Quelle che voi, emotivamente, temete.
La lobby del nucleare: "l'onda emotiva e' piu' devastante dello tsunami" (per i nostri loschi affari).
RispondiEliminaCiro
Che dementi: ci vogliono tuti tranquilli, come automi, davanti alla TV
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