giovedì 19 luglio 2012

Il Torrione




Mi capita di andarci, nel mio quartiere, quello dove abitavo prima del terremoto. E non è che io facessi “vita di quartiere” ! Ma quando cammino per quelle strade vengo travolta dai ricordi, tutti belli.
Poi il mio quartiere, rispetto ad altri, non sta così male e, infatti, non era bello prima e non lo sarà neanche dopo, però ci riandrò, nella mia casa, con i miei vicini, quelli di sempre, simpatici o anche insopportabili.
Ieri mi sono ritrovata al Torrione ed ho camminato un po’, tra negozi riaperti, case coperte di impalcature e gru. C’era gente per strada e anche un sacco di automobili. Insomma un po’ di vita. In un quartiere abbastanza vicino al centro storico, non bello, ripeto, ma comodo.
E càpito qui, un marciapiede frequentato, attiguo ad una casa in attesa di lavori: ecco cosa ho trovato. Erbacce, erbaccissime!




E poi il Torrione.
Mi ha catapultato a quella notte. Passando in macchina accanto alla Torre dell’acquedotto mio figlio osservò: «Non è più un Torrione, ma un Torr(i)oncino». 
E’ ancora così, con mattoni sparsi attorno.

Il Torrione

Non era bello, neanche lui, il Torrione, e non lo sarà neanche dopo.

martedì 17 luglio 2012

UNIVAQ E LE CLASSIFICHE


 

 

Alla fine l’ho comprato. Cosa? Il Sole24ore di ieri: lunedì 16 luglio 2012. Perché c’era la famosa classifica delle Università. Non che ne vada matta, ma dopo aver letto un articolo di un giornale on-line aquilano, mi ero preoccupata; il titolo non prometteva nulla di buono “UNIVAQ: SEDUCE E ABBANDONA. ATTRAE DA FUORI, MA DELUDE ATTESE”.

E così ho esaminato ad una ad una le classifiche.

Eccole: numero 1, TALENTI. Ossia la percentuale di immatricolati per l’anno accademico 2010-2011 con voto di maturità ≥ 90/100. Come dire: dove vanno i più bravi? Che poi a me questa cosa non piace perché ho conosciuto ragazzi che, nonostante non brillassero a scuola, si sono “riscattati” all’Università, magari perché hanno scelto il corso di laurea cucito a pennello per le proprie aspirazioni. Comunque L’Aquila risulta al posto 35, su 58 totali, con una percentuale di 18,2, superiore persino a Milano Bicocca, ma molto inferiore all’Università di Calabria. Il che poi la dice lunga sui voti di maturità: qualcuno dice che al sud sono più alti, maliziando sui criteri di valutazione e mai, dico mai, spendendo una parola a favore dei ragazzi.

Passiamo alla classifica numero 2: ATTRATTIVITA’. Si tratta della percentuale di immatricolati (2010/2011) da fuori regione o stranieri. L’Aquila è al secondo posto, dopo Ferrara. Ed è proprio un bel risultato, perché, cavoli, si tratta del secondo anno post terremoto! Meno matricole? ma il 60,4% sono fuori regione e stranieri. Anche Chieti-Pescara va forte, si trova al terzo posto. Questo per sottolineare quanto sia importante, anche solo dal punto di vista economico, il sistema universitario per la nostra Regione.

La terza classifica riguarda la DISPERSIONE: ossia le mancate iscrizioni 2010-2011 al secondo anno espresse in percentuale rispetto agli immatricolati dell’anno precedente (2009-2010). Qui L’Aquila non va tanto bene e quel giornale on-line ci ha dato addosso. L’Università dell’Aquila risulta, infatti, al penultimo posto, “pari demerito” con Cassino. Solo il 69% delle matricole 2009-2010 si sono iscritte al secondo anno con uno scarto di 15,45 dalla media (84,85). Mi preme precisare che conosco più di qualche studente che l’anno dopo il terremoto ha deciso di cambiare Ateneo, di andarsene dall’Aquila. E come dargli torto? Ma questo non viene neanche discusso da chi vuole solo gettare fango.

Ma andiamo avanti: classifica numero 5, RENDIMENTO. Crediti effettivamente ottenuti nell’anno solare 2010 (solare cioè da gennaio a dicembre) sul totale di quelli messi a disposizione nel 2009. L’Aquila è ultima con 29%: la prima, Milano Politecnico marcia con un ottimo 65,9%. Insomma i ragazzi non hanno superato o forse neanche affrontato tutti gli esami che avevano possibilità di fare. Come mai? O siamo troppo severi noi professori (alla faccia di chi ci ha detto che eravamo divenuti di manica larga post-terremoto) oppure trovo che si dovrebbe indagare su altre possibilità. Per esempio analizzare in quanti, degli studenti “viaggiatori” abbiano potuto acquisire la frequenza per i corsi che la prevedevano obbligatoriamente e quanti, impossibilitati a seguire le lezioni, abbiano pagato lo scotto non riuscendo, infine, a superare la prova o le prove. Insomma è molto più delicata l’analisi da effettuare, non si può solo urlare allo scandalo! Perché poi, nella classifica successiva, che analizza la percentuale dei laureati nei tempi, L’Aquila è al posto 31. Come dire, qualcuno ha faticato con gli esami, ma il numero dei laureati rientra perfettamente nella media. Anche per gli studenti residenti (aquilani e non) questi non sono né sono stati anni facili, nei quali studiare serenamente. Sono moltissimi i ragazzi che studiano nelle sedi Universitarie o nelle poche sale studio, per mancanza di case adeguate.

La classifica numero 7 ci vede al sedicesimo posto. Riguarda il rapporto tra studenti in corso e docenti (pesati): 28,7 per Univaq. Il che vuol dire un docente ogni 28,7 studenti in corso. Non male. Sembrano troppi gli studenti per docente dell’Università Napoli-Partenope (44,8) e “pochini” per Sassari (14,5). Insomma Univaq continua ad avere un ottimo rapporto studenti/docenti, come Atenei più grandi (Politecnici e Milano Bicocca).

Il tasso di occupazione degli studenti a tre anni dal titolo ci vede in ottima posizione: quattordicesimo posto, con un ottimo 77,8% di occupati. Questo dato è addirittura esaltante.

Riguardo la ricerca ed, in particolare, la disponibilità di fondi per l’attività di ricerca,  l’Università dell’Aquila si pone al posto 27, con 18,18 migliaia di Euro per docente di ruolo. Di questi fondi ben l’85% arriva da fondi esterni nel 2010, ponendoci al nono posto e di poco dietro a Università del calibro dei Politecnici di Milano e Torino. Riguardo i bandi PRIN (progetti di ricerca di interesse nazionale) e FIRB  (principale strumento di finanziamento della Ricerca di Base), ben 29, 2% dei ricercatori aquilani ha partecipato nel 2010 con successo ai suddetti bandi e Univaq risulta al posto 43.

La classifica generale ci vede al trentatreesimo posto con 458 punti (la prima, Milano Politecnico, raggiunge gli 856 punti). UNIVAQ è la prima tra le Università abruzzesi e in ottima posizione per il centro-sud.

 

Quindi che dire? Risultati mortificanti come dice qualcuno? No.

L’Università degli Studi dell’Aquila svetta ancora, nonostante le difficoltà post-terremoto di una città che stenta, purtroppo, a ripartire. 


Mi auguro che gli studenti possano tornare ad essere quelli di prima, quelli di sempre, quelli con le stesse opportunità che offrono altre città.
Per ora grazie a tutti: studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti.


venerdì 6 luglio 2012

Ferrara e L’Emilia





Ieri sera a Ferrara incontro dibattito, in occasione della festa Democratica provinciale, sull’Università e il suo ruolo nella ricostruzione.
Eravamo 3 aquilani (due studenti, Mauro Pettinaro e Andrea Fidanza, ed io) e 3 Ferraresi (uno studente, Daniele Branca, il prorettore Francesco Bernardi e l’assessore regionale Patrizio Bianchi), conduceva la giovane democratica  Giulia Bertelli.
Interessante scambio di esperienze.
Situazione a Ferrara: tanta paura, ma danni limitati, specie se paragonati a L’Aquila. Ferrara ha circa 150.000 abitanti, studenti universitari circa 18.000 e un totale di 8  Facoltà: Architettura, Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Scienze mm.ff.nn.
La Facoltà di Lettere e Filosofia, in centro, risulta inagibile, anche se solo in parte. Stessa sorte Ingegneria che si trova in un altro Polo; da noi a L’Aquila, sarebbe risultata con classificazione “F”, perché si trova con al centro una vecchia ciminiera, ora pericolante. Altre sedi agibili, danni leggeri. Il Rettorato, sempre in centro, è inagibile ed è stata montata una tensostruttura in giardino per gli uffici. La città ha due studentati, di 300 posti letto totali, ora inagibili, come pure le due mense. 

L’assessore ci ha spiegato che in tutta l’area interessata dal sisma insistono ben 870.000 persone, l’area coincide, totalmente, con l’antico ducato estense, colpito da un terremoto intorno al 1500.
Le scuole sono state molto colpite e dopo la prima scossa sono state tutte verificate. Si tratta di 429 istituti scolastici, compresi asili, scuole materne, medie e superiori. Dopo la prima scossa risultavano inagibili 62 scuole, il numero è salito a 219 dopo la terribile seconda scossa.
L’assessore ci ha snocciolato tutti i dati ed ha poi annunciato che sono partiti i bandi per la ricostruzione delle scuole con danni relativamente leggeri. Si è scelto di coinvolgere sin dall’inizio i sindaci di tutto il cratere, assieme alla Regione e al Commissario. Il ruolo dei Sindaci è stato fondamentale per il rapporto col territorio e la tenuta dello stesso. 
 
Quindi si faranno subito interventi sugli istituti scolastici, completamente diretti dai sindaci e dalle province. I Sindaci, naturalmente, hanno una struttura tecnica di appoggio.
Le verifiche sugli edifici scolastici e Universitari sono stati effettuati da squadre di tecnici. L’assessore ci ha spiegato che dopo la prima ordinanza della Protezione Civile, c’è subito stato un diverbio con le istituzioni locali che rivendicavano un ruolo. Dopo alcune riunioni e “puntate di piedi” , Franco Gabrielli si è convinto e le squadre di tecnici per le verifiche degli immobili sono miste: Protezione Civile, Università della Regione.

Per gli istituti scolastici con gravi danni si procederà a impiantare strutture provvisorie: container e MUSP. Dunque tutti i ragazzi a scuola per settembre, anche se non tutte insieme. Per evitare eventuali disguidi per ritardi nella riapertura, si sta approntando una sperimentazione 2.0: internet, e-learning, streaming delle lezioni. Si punta ad un alta qualità della didattica.

Per i bandi di riparazione delle scuole si pubblicheranno bandi europei per ben 70 lotti: questo per evitare che vincano solo grandi imprese e, quindi, che siano escluse le imprese del territorio.
Riguardo l’Università ed in particolare gli studenti, oltre alla riduzione delle tasse per alcune categorie si sta pensando di operare azioni mirate per non far lievitare gli affitti.

Questo è solo un sunto di quanto ha detto l’assessore che, badate bene, sembrava uno di noi: disponibile, simpatico, ma anche competente, con idee chiare e a tutto tondo. Una persona molto alla mano che è stato anche Rettore dell’Università di Ferrara e Presidente della CRUI.

Non voglio fare paragoni, però mi preme dire che dopo il dibattito tutti i presenti, tutti, ci hanno fatto i complimenti per come abbiamo saputo far ripartire l’Università a L’Aquila, nonostante la situazione disastrosa e vogliono incontrarci ancora.

Come dire, altrove  apprezzano e stimano l’operato dell’Ateneo aquilano.