UNIVAQ E LE CLASSIFICHE
Alla
fine l’ho comprato. Cosa? Il Sole24ore di ieri: lunedì 16 luglio 2012. Perché c’era
la famosa classifica delle Università. Non che ne vada matta, ma dopo aver
letto un articolo di un giornale on-line aquilano, mi ero preoccupata; il
titolo non prometteva nulla di buono “UNIVAQ: SEDUCE E ABBANDONA. ATTRAE DA
FUORI, MA DELUDE ATTESE”.
E
così ho esaminato ad una ad una le classifiche.
Eccole:
numero 1, TALENTI. Ossia la percentuale di immatricolati per l’anno accademico
2010-2011 con voto di maturità ≥ 90/100. Come dire: dove vanno i più bravi? Che
poi a me questa cosa non piace perché ho conosciuto ragazzi che, nonostante non
brillassero a scuola, si sono “riscattati” all’Università, magari perché hanno scelto
il corso di laurea cucito a pennello per le proprie aspirazioni. Comunque L’Aquila
risulta al posto 35, su 58 totali, con una percentuale di 18,2, superiore
persino a Milano Bicocca, ma molto inferiore all’Università di Calabria. Il che
poi la dice lunga sui voti di maturità: qualcuno dice che al sud sono più alti,
maliziando sui criteri di valutazione e mai, dico mai, spendendo una parola a
favore dei ragazzi.
Passiamo
alla classifica numero 2: ATTRATTIVITA’. Si tratta della percentuale di
immatricolati (2010/2011) da fuori regione o stranieri. L’Aquila è al secondo
posto, dopo Ferrara. Ed è proprio un bel risultato, perché, cavoli, si tratta
del secondo anno post terremoto! Meno matricole? ma il 60,4% sono fuori regione
e stranieri. Anche Chieti-Pescara va forte, si trova al terzo posto. Questo per
sottolineare quanto sia importante, anche solo dal punto di vista economico, il
sistema universitario per la nostra Regione.
La
terza classifica riguarda la DISPERSIONE: ossia le mancate iscrizioni 2010-2011
al secondo anno espresse in percentuale rispetto agli immatricolati dell’anno
precedente (2009-2010). Qui L’Aquila non va tanto bene e quel giornale on-line
ci ha dato addosso. L’Università dell’Aquila risulta, infatti, al penultimo
posto, “pari demerito” con Cassino. Solo il 69% delle matricole 2009-2010 si
sono iscritte al secondo anno con uno scarto di 15,45 dalla media (84,85). Mi
preme precisare che conosco più di qualche studente che l’anno dopo il
terremoto ha deciso di cambiare Ateneo, di andarsene dall’Aquila. E come dargli
torto? Ma questo non viene neanche discusso da chi vuole solo gettare fango.
Ma
andiamo avanti: classifica numero 5, RENDIMENTO. Crediti effettivamente
ottenuti nell’anno solare 2010 (solare cioè da gennaio a dicembre) sul totale
di quelli messi a disposizione nel 2009. L’Aquila è ultima con 29%: la prima,
Milano Politecnico marcia con un ottimo 65,9%. Insomma i ragazzi non hanno
superato o forse neanche affrontato tutti gli esami che avevano possibilità di
fare. Come mai? O siamo troppo severi noi professori (alla faccia di chi ci ha
detto che eravamo divenuti di manica larga post-terremoto) oppure trovo che si
dovrebbe indagare su altre possibilità. Per esempio analizzare in quanti, degli
studenti “viaggiatori” abbiano potuto acquisire la frequenza per i corsi che la
prevedevano obbligatoriamente e quanti, impossibilitati a seguire le lezioni,
abbiano pagato lo scotto non riuscendo, infine, a superare la prova o le prove.
Insomma è molto più delicata l’analisi da effettuare, non si può solo urlare
allo scandalo! Perché poi, nella classifica successiva, che analizza la
percentuale dei laureati nei tempi, L’Aquila è al posto 31. Come dire, qualcuno
ha faticato con gli esami, ma il numero dei laureati rientra perfettamente nella
media. Anche per gli studenti residenti (aquilani e non) questi non sono né sono
stati anni facili, nei quali studiare serenamente. Sono moltissimi i ragazzi
che studiano nelle sedi Universitarie o nelle poche sale studio, per mancanza
di case adeguate.
La
classifica numero 7 ci vede al sedicesimo posto. Riguarda il rapporto tra
studenti in corso e docenti (pesati): 28,7 per Univaq. Il che vuol dire un
docente ogni 28,7 studenti in corso. Non male. Sembrano troppi gli studenti per
docente dell’Università Napoli-Partenope (44,8) e “pochini” per Sassari (14,5).
Insomma Univaq continua ad avere un ottimo rapporto studenti/docenti, come
Atenei più grandi (Politecnici e Milano Bicocca).
Il
tasso di occupazione degli studenti a tre anni dal titolo ci vede in ottima posizione:
quattordicesimo posto, con un ottimo 77,8% di occupati. Questo dato è
addirittura esaltante.
Riguardo
la ricerca ed, in particolare, la disponibilità di fondi per l’attività di
ricerca, l’Università dell’Aquila si
pone al posto 27, con 18,18 migliaia di Euro per docente di ruolo. Di questi
fondi ben l’85% arriva da fondi esterni nel 2010, ponendoci al nono posto e di
poco dietro a Università del calibro dei Politecnici di Milano e Torino.
Riguardo i bandi PRIN (progetti di ricerca di interesse
nazionale) e FIRB (principale
strumento di finanziamento della Ricerca di Base), ben 29, 2% dei ricercatori
aquilani ha partecipato nel 2010 con successo ai suddetti bandi e Univaq
risulta al posto 43.
La
classifica generale ci vede al trentatreesimo posto con 458 punti (la prima,
Milano Politecnico, raggiunge gli 856 punti). UNIVAQ è la prima tra le
Università abruzzesi e in ottima posizione per il centro-sud.
Quindi
che dire? Risultati mortificanti come dice qualcuno? No.
L’Università
degli Studi dell’Aquila svetta ancora, nonostante le difficoltà post-terremoto
di una città che stenta, purtroppo, a ripartire.
Mi auguro che gli studenti possano tornare ad essere quelli di prima, quelli di
sempre, quelli con le stesse opportunità che offrono altre città.
Per ora grazie a tutti: studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti.
Da appello per L'Aquila però non giungono parole buone sull'università dell'aquila. Pubblicamente almeno state zitti, ma nel sottobosco il chiacchiericcio è pesante.
RispondiEliminaNomi e cognomi, per piacere. Non sono state fatte riunioni specifiche sull'Università in questo periodo, quindi dei chiacchiericci, sinceramente, non me ne può fregare di meno.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNomi e cognomi li sai meglio tu. Chiacchiericci continui su Di Orio... non so se serve aggiungere altro. Basta vedere chi frequenta chi, per capire chi sono le persone di cui si parla. Poi certo riunioni ufficiali non ci sono, ci mancherebbe.
RispondiEliminaEcco io non sopporto che un anonimo dica certe cose di anonimi presupponendo che io sappia tutto, veda tutto e peggio ascolti chiacchiericci. L'Università c'è, è grande, ha grandi persone, grandi docenti, grande personale e grandissimi studenti, il resto è fuffa!
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