sabato 17 luglio 2010

L'Aquila bella mè

Stasera assemblea cittadina.
Dovrebbe funzionare che ciascuno, nel caso volesse porre all’attenzione di tutti un problema, dovrebbe non solo illustrarlo, ma poi interessarsene, creare condivisione con altri e, infine, arrivare ad una proposta concreta. Solo lavorando, infatti, si può raggiungere l’obiettivo di portare all’attenzione dei nostri rappresentanti, democraticamente eletti, una proposta.
A volte, spesso, l’assemblea viene presa come valvola di sfogo. Ciascuno porta un problema come se ci fosse tra noi qualcuno che può risolverlo.
Ma è interessante ugualmente, per gli spunti che vengono fuori.
Ci vuole impegno, purtroppo tanto. Ma ce lo dobbiamo mettere.
Qui a L’Aquila si lavora molto, spesso siamo delusi. I risultati non arrivano. Ci vuole costanza, controllo, “fiato sul collo” di coloro che promettono.

Stasera è avvenuto qualcosa di stranamente concreto, nostalgico, emozionante, che ci ha ricordato da dove veniamo: alla fine dell’assemblea è bastato dire «Quatrà, andiamoci a fa un giro pè L’Aquila!».
Insieme abbiamo spostato le transenne che ci dividono da lei, la nostra L’Aquila e cantando “L’Aquila bella mè” ci siamo ripresi una città stranamente calda e bellissima.
Due brevi filmati dei cittadini, gli stessi che a Roma sono stati manganellati, che passeggiano nella loro città incerottata, ma ancora inaccessibile, persino militarizzata: abbiamo imparato ad evitare i Check Point!





11 commenti:

  1. Giusi Pitari,
    visto che lei si propone con nome e cognome in un blog (il suo, appunto) che accetta, molto apprezzabilmente, anche commenti anonimi (che sono anonimi fino ad un certo punto, o per "modo di dire", visto che, attraverso l'IP, salvo casi "patologici", siamo tutti, all'occorrenza, "rintracciabili" dall'autorità giudiziaria), potrei chiederle quale sarebbe, con riferimento all'S.O.S lanciato, o quali sarebbero, i suoi problemi specifici?
    Mi rendo conto che può sembrare una domanda di cattivo gusto ma, ripeto, già lei, ammetterà, si è esposta volontariamente, personalmente e pubblicamente! E ad un personaggio, in un certo senso pubblico, certe domande forse gli si possono anche fare.

    L'SOS, a differenza di come, ad esempio, la penso io, non rivendica riconsiderazioni sui tetti di spesa stabiliti, per i privati, nella ricostruzione, né sull'adeguamento sismico coperto all'80%, né sui limiti quanto a rilevazioni strumentali, per cui credo di poter dire che non sono questi, i suoi problemi specifici.
    Ora, a parte il non sopportare le ingiustizie, cosa molto comune, ed escludendo il mero "fare politica", cosa resta?
    Mi scusi la franchezza, ed il modo diretto, ma:
    - lei ha forse perso il lavoro ed è stata messa in cassa integrazione?
    - lei forse ha un reddito piuttosto modesto, diciamo intorno ai 15-20.000 euro lordi annui, monoreddito, con figli in età scolare (che assorbono 'na cifra!) e marito bighellone?
    - lei, comunque, ha un reddito che in qualche modo è stato così toccato per cui ora sarebbe in serie difficoltà, se dovesse riprendere a pagare le tasse?
    - lei ha contratto un mutuo, che deve (dovrebbe) pagare sì, ma per una casa nella quale, attualmente, non può abitare?
    - lei, per un qualsiasi motivo, o perché non ha avuto un MAP, o perché non è rientrata nell'assegnazione del Progetto CASE, o perché non prende il CAS, o perché non le hanno riconosciuto aver diritto al fitto pagato dalla PC, ritiene di essere sulle spese (ovvero non ce la fa), per cui rivendica una compensazione come quella della dilazione, con auspicata riduzione del 60% sulla restituzione?
    - lei, infine, ha una casa da dover ricostruire, per la quale chiede certezze di tempi e di risorse?
    .
    Non deve rispondermi, non a me, almeno.
    .
    Si chieda, piuttosto, come mai, con 18.000 cassa integrati, e verosimilmente, con 20-25.000 in tutto, disoccupati compresi, senza lavoro, c'era lei, a tenere la conferenza stampa alla Camera.
    .
    Mi perdoni l'accostamento volutamente forte: ma se ci trovasse Piersilvio Berlusconi, a guidare una rivendicazione dei dipendenti, contro il gruppo Mediaset, non le verrebbe nessuna perplessità?

    RispondiElimina
  2. L'accostamento a PierSilvio mi ha fatto davvero sorridere.
    Dunque io potrei non rientrare in nessuna delle categorie riportate, il che non significa che non ho condiviso bisettimanalmente i problemi di tutti. L'assemblea dei cittadini di Piazza Duomo è un luogo aperto, dove si lavora assieme attraverso tavoli tematici che portano avanti diverse iniziative (non solo l'SOS).
    Non mi sono fatta vanti per parlare, sono stata votata dagli organizzatori della stessa, tutti facenti parte dell'assemblea dei cittadini.
    I contenuti sono stati decisi assieme, discutendone a lungo.
    Chi mi ha sentito mi ha detto che sono stata esaustiva.
    Inoltre la conferenza era stata indetta per ristabilire la verità sugli scontri e mettere in evdienza le motivazioni della manifestazione stessa.
    Grazie
    P.S. Attraverso l'IP non riesco a identificare nessuno. Il programma mi permette di vedere solo gli ultimi 15 accessi. In più, almeno qui da casa, io ho un IP variabile.

    RispondiElimina
  3. 1/3
    l'IP è un numero utilizzato nel protocollo -insieme di regole- TCP/IP. Un protocollo che presiede alla trasmissione e ricezione dei dati su di una rete. Il TCP/IP non è l'unico protocollo, ma è quello più diffuso, e di riferimento per Internet.
    l'IP contene due informazioni: l'indirizzo della rete e dell'host (computer) su quella rete.
    Il concetto è, fondamentalmente, quello del prefisso e del numero di telefono.
    Ognuno può realizzare una o più reti locali private, nel senso di "chiuse", "isolate" dalla rete globale, da internet, e, utilizzando il TCP/IP, assegnare numeri IP che identifichino la/e rete/i e gli host ad essa/e collegati.
    l'IP e costituito da 4 blocchi di numeri che vanno, ognuno, da 0 a 255, per cui i numeri IP NON sono infiniti.
    Allo scopo di evitare confusione, intervalli di numeri IP sono stati riservati proprio per l'uso delle reti private, le LAN (Local Area Network): classico l'intervallo 192.168.0.0 - 192.168.255.255.
    Questo è il "senso" degli IP Privati, che non vengono utilizzati in Internet.
    Così come un albergatore può avere il proprio centralino privato con uno o più prefissi e, per ogni prefisso, diversi numeri di telefoni allacciati, analogamente è possibile creare reti informatiche.
    E così come due alberghi distinti, isolati, potranno avere centralini privati con gli stessi prefissi e numeri telefonici, anche le LAN, distinte ed isolate, possono avere stessi, identici numeri IP.
    .
    Ma quando vogliamo connetterci ad Internet, al Web, sia con un PC che con una LAN, avremo bisogno innanzitutto di una "porta": attraverso la quale le informazioni possano uscire ed entrare. E questa "porta", per poter essere visibile, raggiunta, riconosciuta inequivocabilmente, dovrà avere un indirizzo unico, un IP univoco su tutta la rete mondiale, per quel determinato momento, per quella determinata connessione.
    Questi IP univoci sulla rete Internet, detti IP "Pubblici", vengono dati in gestione, "affidati", da una agenzia internazionale, per blocchi, ai vari gestori del servizio: Telecom, Wind, Vodafone, eccetera...
    Questi gestori, detti ISP (Internet Service Provider), a loro volta li assegnano, "a noi", fondamentalmente secondo due criteri: un indirizzo fisso, "sempre quello", "sempre lo stesso", ovvero "Statico", per un sito Web, ed un indirizzo qualsiasi, diremmo: "il primo tra quelli al momento disponibili", da assegnarsi di volta in volta, connessione per connessione, ovvero che, verosimilmente, "cambia sempre", "Non è mai lo stesso", detto "Dinamico", per la normale utenza.
    -
    La ragione di questo sta nel fatto che non sarà mai un sito a contattare, per primo, un utente, ma è vero esattamente il contrario.
    Infatti, noi, una volta connessi, andremo a richiedere una pagina web qualunque (utilizzando un nome, tipo google.it, al quale è "legato" un indirizzo IP Statico). Facendo ciò, noi contestualmente inviamo, al server che gestisce quella pagina, il nostro bell'IP dinamico che abbiamo avuto assegnato dall'ISP per quella specifica sessione di connessione, e che siamo gli unici ad avere, in quel momento, in tutto il mondo: è grazie a ciò che il server può inviare a noi, proprio a noi, la pagina che abbiamo richiesto. Nello specifico: la pagina iniziale, quella di ricerca, di google.
    -

    RispondiElimina
  4. 2/3
    -
    Un indirizzo Statico, per una normale utenza, non serve nemmeno per accedere alle e-mail. Infatti, quando accediamo alle e-mail altro non accediamo che ad una pagina web: un sito. Magari un po' speciale, dedicato, ma pur sempre di un sito si tratta.
    Poi, sul sito, in ragione di un account, ovvero ulteriormente "presentandoci" e lasciandoci "identificare", andiamo a vedere se, in una determinata casella di posta ce ne fosse per noi, ovvero se qualcuno, "scrivendo" a quel sito, ed indicandoci come "destinatari", ci ha inviato qualcosa: anche in questo caso siamo sempre noi, gli utenti, per primi a muoverci, e ad "entrare" "qualificandoci", magari ulteriormente con una password.
    Sempre comunicando, è ovvio, il nostro IP Dinamico.
    .
    l'ISP, quando ci da una connessione, ce la da in ragione di un contratto. Generalmente di telefonia fissa o mobile: telefono di casa, cellulare/chiavetta. Un contratto sul quale figurano il nostro nome, cognome e indirizzo, e la nostra firma.
    L'ISP, quando ci assegna un IP, registra l'operazione, con il momento in cui questa è avvenuta, così come registra la disconnessione: come per i tabulati telefonici.
    Anche i server che contattiamo con quell'IP assegnatoci, sono tenuti a registrare questi dati: IP e tempo. Un po' come gli albergatori con gli avventori.
    Anzi, viene registrata anche un'altra informazione, senza la quale il TCP/IP non sarebbe in grado di portare a termine il suo compito di gestore della connessione: il MAC address.
    Il MAC è un numero, distinto dall'IP, che viene assegnato univocamente, a livello internazionale, ad ogni dispositivo "attivo" presente sulla rete.
    È il così detto "indirizzo fisico".
    È un numero assegnato "univocamente" alla nostra scheda di rete: un po' come il numero di telaio di un auto: dove l'IP potrebbe essere invece il numero di targa.
    Conservare queste informazioni, rispetto alla "grandezza" in byte di un commento o di una e-mail, è ben poca cosa, e ne vale senz'altro la pena.
    Queste informazioni viaggiano sulla rete "incapsulate" nel così detto "header", "testata", e non sono normalmente visibili all'utenza, ma possono essere ripescati, ad esempio, in fase di trasmissione, utilizzando, accedendo, a delle variabili specifiche.
    Il senso è che, anche se "nascosti", non sono un segreto.
    .

    RispondiElimina
  5. 3/3
    .
    Ora è chiaro che la Polizia Postale, l'autorità giudiziaria, non certo NOI, ci mettono un attimo, avendo a disposizione un IP, con il momento della connessione, a risalire, tramite l'ISP che ha in gestione quegli intervalli, all'assegnatario!
    Per questo dico che siamo tutti anonimi, ma fino ad un certo punto.
    Ed è perfettamente giusto così!
    .
    Poi è chiaro che, come per tutto, truffe, trucchi, hacker ne esisteranno, ma bisogna avere le conoscenze e, soprattutto, le motivazioni.
    Ad esempio, un semplice modo per essere -io direi "un po' più"- anonimi, potrebbe essere quello di avvalersi di un server proxy.
    Un server proxy è un dispositivo sulla rete che si è preso il compito -in genere dietro pagamento- di ricevere i nostri dati e di rinviarli a proprio nome, modificando, sostituendo o addirittura oscurando, falsificando l'header originale.
    Se però il server proxy dovesse trovarsi a Roma, ovvero sotto la giurisdizione italiana, la cosa avrebbe un senso molto relativo, in quanto il gestore del server sarà tenuto comunque a fornire all'autorità giudiziaria tutte le informazioni del caso, utili ad identificare un determinato utente.
    La cosa può essere diversa se il proxy server è all'estero, in uno di quei paesi che non ha rapporti vincolanti con l'Italia, o addirittura in uno di quei paesi che dovessero esserle ostili.
    -
    C'è però da tener presente che l'informazione viene "scompattata" in "pacchetti", ed "instradata" (router-routing), ovvero i "pacchetti", pezzi di informazione, ognuno con il suo bell'header, viaggiano, verso la destinazione, seguendo percorsi diversi, in considerazione del traffico sulla rete e della velocità di questi percorsi "possibili". Poi, a destinazione, l'informazione viene ricostruita, ricompattata, e resa accessibile all'utente.
    Questo meccanismo è molto "importante", perché fa sì che la rete sia impegnata per lo stretto necessario e "decongestionata" il più possibile.
    Prima di arrivare al server di destinazione, ove l'informazione verrà ricomposta, i serve attraversati penso conservino registrazione del "passaggi" che avvengono: insomma, a me pare che se non si è davvero dei grandi esperti, si lasci comunque una lunga, visibilissima traccia, per il mondo.

    RispondiElimina
  6. 1/2
    Certo, Pier Silvio sotto la Villa di Arcore, a protestare in testa ai dipendenti Mediaset, avrebbe proprio dell'incredibile.
    Invece, un imprenditore con un milione di fatturato, che si attivi per difendere il posto di quella dozzina di dipendenti che potrebbe avere, e per l'occupazione di altri 18.000 cassaintegrati a lui perfettamente sconosciuti: questo sì, che è assolutamente attendibile!
    Così come immaginare un professionista "figherrimo", "danaroso", "lampadato" ed azzimato, che si "esponga" per la difesa di migliaia di disoccupati: questa si è cosa assolutamente verosimile!
    Così come se lo facesse un letterato, un accademico, che frequentasse il ghota di casa nostra: giusto?
    .
    Che importa, se a casa di queste persone quei poveracci non ci sono mai andati a mangiare?
    Che importa, se quei poveracci, tali nobili anime non le incontrano praticamente mai, nel corso di tutto l'anno? E per anni ed anni?
    Chissà dove vivevano, fino a ieri l'altro!
    Che importa, se per tutti gli anni passati, ad altre manifestazioni di altri cassaintegrati, di altri disoccupati, non si sapeva nemmeno della loro esistenza?
    Che importa, se nel passato, per lavoratori licenziati, per lavoratori lasciati mesi senza stipendio, per fabbriche che chiudevano, non hanno mai speso una parola, mai fatto una conferenza stampa, mai andati in tv a dare sostegno, mai aver dichiarato una presa di posizione, mai messo su un gazebo, mai nemmeno lontanamente pensato di partecipare ad una protesta?
    .
    L'importante è che "oggi", quando si dice "il caso", queste egregie persone si siano messe insieme per difendere generosissimamente, insieme ai propri, s'intende, i diritti di ben 18.000 cassaintegrati, ai quali, se aggiungessimo anche i disoccupati, facilmente arriveremmo alla cifra di 25.000 persone!

    I cattedratici, gli imprenditori, i professionisti, questa volta tutti insieme, a difendere i diritti di tutti!
    Che importa se poi dei 25.000, tra cassaintegrati e disoccupati, non se ne dovesse vedere nemmeno uno?
    .

    RispondiElimina
  7. 2/2
    .
    Perché il tendone in piazza, stracolmo di partecipanti, anche con il doppio di persone fuori ad ascoltare, è qualcosa di molto riduttivo, di fronte a ben 25.000 persone, tra cassaintegrati e disoccupati!
    Perché essere in 5.000 a Roma, il 7 luglio, considerate le decine di categorie e di sigle che hanno aderito, la curia, i sindacati e le istituzioni, vuol proprio dire che di quei 25.000, tra cassaintegrati e disoccupati, non ce n'era praticamente nessuno! O se qualcuno ce n'era, dato il rapporto negli ordini di grandezza, non farebbe comunque testo!
    -
    Ma sì! Ma dai! Ma chi se ne...., se i cassaintegrati ed i disoccupati non partecipano?
    Vuol dire che si fidano così tanto che lasciano fare tutto agli altri!
    Ci credi, tu?
    .
    Noi, menti attive e laboriose, nonché sensibili, magnanime, altruiste, signorili, aristocratiche e benevole, nonché colte, erudite e, senza tema di smentita, "preparate", lo sappiamo bene da noi, cosa è buono per tutti!
    Non abbiamo bisogno di altro, né di altri, per deciderlo, se non della nostra stessa approvazione!
    E quindi, sappiamo benissimo anche cosa è buono per quei 25.000 tra cassaintegrati e disoccupati, anche se non partecipano!
    Come fa la Chiesa, no?
    -Dio esiste anche se tu non ci credi!-, -Prego per te, perché sei un peccatore anche se tu non lo sai! E prego per te, anche se tu non lo vuoi, tanto sono buono e illuminato!-.
    Che ci vuoi fa'?
    .
    Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente così?
    Siamo sicuri che i volantini ed i manifesti stampati siano serviti ai cassaintegrati ed ai disoccupati, e non invece il contrario: che i cassaintegrati ed i disoccupati siano serviti per stampare manifesti e volantini?
    Siamo certi che andare a Roma sia stato utile per i cassaintegrati ed i disoccupati, e non l'opposto: che i cassaintegrati ed i disoccupati siano stati utili per andare a Roma?
    Siamo certi che si citino 18.000 cassaintegrati in una conferenza per portare alla ribalta della cronaca il loro disagio, e non piuttosto che siano i cassaintegrati ed i disoccupati citati, presi a difesa del credito di una conferenza stampa?
    .
    Ma dove sono? Questi 25.000? Questi fantasmi?
    Perché non si vedono mai, tutti insieme, da qualche parte?
    Se non chiedono nulla, perché tirarli in ballo?
    Con quale diritto?
    Perché tirarli in ballo sì, e dargli magari voce, no?
    Ma dov'è, questo capitale millantato, in ragione del quale si da vita a tutta una serie di iniziative, si organizza, si struttura, si istituzionalizza, si verticalizza, si cresce nella comparazione e nella considerazione con gli enti pubblici e nei confronti dei nostri politici-amministratori?
    Ma dove sta, questo piedistallo sul quale tutto poggerebbe, così alto, così largo, così profondo, così imponente, fatto da 25.000 persone prima, da 70.000 della città dell'Aquila poi, e da 140.000 persone del cratere in tutto?
    Ce lo fate vedere, una volta sola, almeno?
    -
    Un capitale sociale, non basta "scriverlo", che si ha, sulla carta intestata della società: in banca, ci deve stare!
    Deve essere "interamente versato"!
    .

    RispondiElimina
  8. Inanto grazie delle informazioni riguardanti l'IP.
    In merito al resto mi spiace delle considerazioni che certamente bisogna leggere. Personalmente non ho parlato a nome, per esempio dei disoccupati, ho detto che esistono e che quindi manca il lavoro.
    Mi piacerebbe tanto che l'anonimo in questione ponesse questo problema ufficialmente, magari nel tavolo tasse che si è occupato della stesura della piattaforma SOS abbracciata all'unanimità dal Consiglio Comunale.
    Ripeto qui che io non posso per ragioni di tempo scrivere tanto, preferirei, ove possibile, parlarne a voce

    RispondiElimina
  9. Mi fa molto piacere che lei non si fermi soltanto ai "Brava Giusi!" e "Bene Giusi!", ma che prenda in considerazione, non per questo necessariamente condividendoli, anche ulteriori pareri.
    .
    Un'ultima cosa, toccata nei commenti precedenti, con riferimento ai suoi ipotetici problemi o alla sua ipotetica condizione post-sisma.
    Ragionando rigorosamente per IPOTESI, senza nessun riferimento alla realtà!
    Se lei dovesse trovarsi nella condizione per cui non avesse perso il lavoro, non avesse avuto danni a cose non già diversamente contemplati, si ritrovasse, bene o male, in una sistemazione, se pur provvisoria, tutto sommato accettabile, ed avesse un reddito lordo di 60.000 euro annui, e se fosse coniugata con una persona più o meno, complessivamente, nella sua stessa condizione: pensa davvero sia così giusto che lei ed eventuale marito, con un reddito complessivo di 120.000 euro, non dovreste pagare le tasse? Non parlo tanto della eventuale sospensione per 5 anni, ma dello sconto del 60% sulla restituzione.
    .
    Volendo rivendicare questa cosa, quella dello sconto del 60% sulla restituzione, in nome di una maggiore disponibilità di liquidità nel cratere, indispensabile per sostenere chi è in oggettiva difficoltà, ed anche in ragione del voler sostenere i consumi, non sarebbe più giusto che il 60% di tutti, invece di rimanere indistintamente nelle tasche di chi ha un reddito, senza tener conto di altro, come di altri disagi, venga messo invece tutto insieme ed in qualche modo, con non saprei quali criteri esattamente, ripartito, ridistribuito fra tutti?
    In altre parole: amministrarlo nel cratere?
    .
    Un reddito da 120.000 euro, con uno sconto sulle tasse del 60%, potrebbe "rendere", all'anno, ben 28.000 euro! Ed in 5 anni, ben 140.000 euro!
    Ma uno che dovesse, obiettivamente, già stare bene come sta, a quale titolo dovrebbe incassare anche queste ulteriori somme?
    Perché nel passato si è fatto così?
    Se nel passato si è fatto così, vorrà dire che nel passato ci si è sbagliati!
    .
    Come rivendicare una cosa del genere in nome anche di chi un reddito non ce l'ha?
    Di un pensionato a 550 euro al mese o di un cassaintegrato a 900 euro al mese (che mi pare l'IRPEF già non la paghi di per sé), o addirittura di un disoccupato?
    A questi, che gliene viene, dalla sospensione delle tasse e dallo sconto del 60% sulla restituzione? 30, 60, 80 euro a fine anno?
    E allora, chi dovesse, per fortuna e meglio così, passarsela bene, non sarebbe giusto -questo sì, davvero degno di essere chiamato "solidarietà"- che lasciasse quel 60% di tasse che avrebbe dovuto normalmente pagare, ovvero, "tasse = soldi altrimenti destinati a tutti", ovvero quei bei 140.000 euro in 5 anni, o almeno i due terzi di quei bei 140.000 euro, da dividersi tra chi fosse davvero ed oggettivamente più in difficoltà?

    RispondiElimina
  10. Dunque, lei non è ben informato perchè personalmente io sono per una mappatura dei bisogni con le conseguenti detassazioni.
    Inoltre mi piacerebbe che in mancanza di detassazione le tasse di tutti rimanessero nel cratere.
    Detto questo le annuncio che non ho un marito.

    RispondiElimina
  11. Annuncio, inoltre, che per correttezza nei confronti di chi gestisce questo blog, persona con tanto di nome, cognome e curriculum, ho tolto la possibilità di fare commenti anonimi, o meglio lo si può fare ma accedendo con un open-ID

    RispondiElimina