Si parte, domani mattina.
Ed è difficile. Mi ripeto che mi serve staccare: ma con me ‘ste cose non attaccano.
Lascio L’Aquila per quasi 20 giorni.
E’ come se non riuscissi a perdonarmelo. Perché la mia L’Aquila non c’è più. Siamo rimasti solo noi aquilani. Quelli di sempre: pregi e difetti. Per questo mi sento agitata.
Stamattina un mio amico mi ha scritto «Allora a ottobre riapriAMO la città!!». Ed ho sentito una voragine dentro di me. La stessa. Quasi 16 mesi e la mia città è ancora lì, transennata, puntellata, piena di macerie.
Quando mi misi il cartello “RIAPRIRE LA CITTA’” ero convinta che ce l’avrei fatta. Invece, nonostante questo tempo sia stato densissimo, la città è ancora chiusa.
A chi non ha perso la città queste possono sembrare lamentale, piagnistei, parole smielose. E invece sono il più grande dolore di un’intera comunità. Smembrata, estromessa, sedotta e poi abbandonata.
Il grido RIAPRIRE LA CITTA’ si concretizzò in uno dei momenti più belli per l’intero territorio aquilano: era il momento delle carriole. Tramutate in un simbolo ideologico, le carriole, in realtà, erano e sono uno strumento di lavoro attraverso il quale il mio territorio si rimboccava le maniche, davvero.
RIAPRIRE LA CITTA’ continua ad essere il mio motto.
Risolvere i problemi, subito. Rendere le macerie una risorsa, su cui creare posti di lavoro.
RIAPRIRE LE PIAZZE, lo dicono anche i grandi nomi, per prime le Piazze. E a seguire la vita. La nuova vita che ci aspetta nelle nostre vecchie piazze, pur se incerottate.
Rimbocchiamoci le maniche, a settembre riapriAMO la città.
E’ ora che prepari i bagagli. Cercherò di collegarmi durante questi giorni. Ma non posso prometterlo. Chissà se in quel mondo là fuori esiste questa bellissima informazione che ci scambiamo in rete!
Buone Vacanze Giusi! torna ritemprata e riposata per RIAPRILA LA CITTA'! sara' lunga, ma c'e la faremo
RispondiEliminaMassimo
buone vacanze, giusi. te le sei strameritate. stefano
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