lunedì 19 luglio 2010

QUALUNQUISMO



Fare  politica, secondo Aristotele, significava  amministrare la "polis" per il bene di tutti.
A parte le successive discussioni sulla materia, questa, la prima definizione, è quella che meglio sintetizza  quella che ritengo sia un’arte, cui non tutti sono portati.
Ci vuole  tanto coraggio a cercare di amministrare una città terremotata, ma occorre anche passione, forza, onestà ed un minimo di umiltà.

Quello che sta accadendo a L’Aquila e anche in qualche comune limitrofo ha del grottesco. Mentre una città assieme al suo territorio muore, qualcuno ritiene che in un Consiglio Comunale, nel quale si dovrebbe discutere della proposta di deliberazione relativa all'individuazione di 10 punti strategici per la ricostruzione del centro storico dell'Aquila e delle frazioni (non che sperassi in una presa di posizione, ma insomma…), alcuni consiglieri abbandonano l’aula e la seduta è sciolta.

Ecco, è facile e persino qualunquista dire “andatevene tutti a casa”, ma cos’altro potremmo sperare!.

Forse lor signori pensano che una volta dimesso il Sindaco e tornati a nuove elezioni, noi cittadini ci lasceremo abbindolare dalla loro inconcludenza? Giammai! Vorremo vedere scritto e certificato tutto quello che i lor signori che decideranno di (ri-)candidarsi hanno fatto per questa città, oltreché giochini che di politica non hanno nemmeno l’odore.
Di tutte, una dichiarazione lascia di sasso: Enrico Verini (Rialzati L'Aquila) ha parlato di Cialente  come "un sindaco rimasto solo perché non ha agevolato la partecipazione dei cittadini alle scelte della ricostruzione". Forse mi sono rimbambita ma Verini non era quello che voleva togliere il Tendone di Piazza Duomo dove i cittadini si riuniscono tentando di partecipare? Dove i cittadini hanno elaborato la piattaforma tasse approvata (quasi in toto) dal Consiglio Comunale?
Ci sarebbe altro da evidenziare con pennarello fosforescente. Ma mi fermo qui.

Non giriamoci intorno: questi pensano di fare elezioni e candidarsi candidamente di nuovo con campagne elettorali finanziate da noi cittadini.

E’ giunta l’ora di cambiare. Che i cittadini onesti, con senso etico, che abbiano da dimostrare che almeno in questo terremoto si son dati da fare ottenendo risultati (in qualsiasi settore) scendano in campo.
Io li appoggerò.

P.S. Il regolamento sulla trasparenza presentato dai cittadini e  approvato dal Comune non ha ancora visto applicazione e per l’approvazione c’è voluto quasi un anno! Pensate al resto.

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