venerdì 9 luglio 2010

LA COSA PUBBLICA E GLI AQUILANI

Il bellissimo video di LUCA COCOCCETTA.
Voce di Antonella Cocciante

2 commenti:

  1. 1/3
    Quanto preso da Cicerone, del "De Re Publica", che tutti "ascoltiamo" con orecchio avido, è ciò che, con altre argomentazioni, sto cercando, da qualche tempo, di mettere in luce riguardo alla nostra situazione. Intendendo quella del nostro tempo.
    Quanto è riferito circa lo Stato, i suoi ordinamenti, circa il chi detenga ed eserciti determinati poteri, e circa i ricchi, è, nel caso specifico, paragonabile ad una diagnosi medica, ad una sindrome: il medico "si limita", per così dire, a dare il nome alla malattia, al quadro patologico di circostanze cui si trova di fronte.
    Il medico, in questa fase, non ci pensa nemmeno lontanamente a dilungarsi sul funzionamento delle cellule, sulla tossicità di un microrganismo e "dettagli" di questo genere, ma non perché la malattia non derivi da queste cose, piuttosto perché le ha già studiate "prima" di esercitare la professione di medico, le conosce bene, le da per scontate.
    Analogamente ricavo qualcosa del genere dal quadro che fa Cicerone di una società.
    Ma tra noi, che non siamo "medici", credo che scendere nei dettagli sia utile ed istruttivo.
    Per cui, impariamo che quello che non si può denunciare riferendoci a delle singole persone, prese individualmente una per una, si può rilevare con uguale certezza considerando alcuni elementi macroscopici.
    Se andassimo a considerare tutte le leggi, prese singolarmente ed in maniera isolata da un determinato contesto, non riusciremmo a trovare motivi "pesanti" che ne giustificherebbero la revisione.
    Lo stesso dicasi per la discrezionalità dei nostri politici-amministratori: sono, presi uno per uno, tutti sobri, tutti onesti ed integri, tutti amministrano la cosa pubblica in nome del bene comune!
    Quando poi però, esce il rapporto BankItalia (non il "mio"), che con dati oggettivi rende noto come il 10% delle famiglie italiane detenga il 50% dell'intera ricchezza nazionale, mentre al 50% delle famiglie italiane è dato di vivere con un solo 10% della ricchezza nazionale, è chiarissimo, almeno per me, che tutte le leggi sommate insieme, compresa tuta la discrezionalità dei politici-amministratori sommata insieme, alla fin fine, sono "organizzate" a favore di, e per servire, alcuni a scapito di altri!
    Quel detenere, da parte del 10% delle famiglie, il 50% della ricchezza nazionale, non è, e non può essere accreditato alla casualità! Non è accidentale!
    È organico e sistemico!
    In fondo, al gioco della roulette, perché il casinò sia sempre in vantaggio rispetto ai giocatori, non è che occorra molto: basta avere un vantaggio apparentemente piccolo, o apparentemente trascurabile: un numero, lo zero!
    Il risultato riferito nel rapporto BankItalia altro non è che la somma di tutti gli atti amministrativi, di tutte le sentenze, di tutto il "legiferare" compiuti nel tempo... ...e la somma di tutta la discrezionalità in mano ai politici-amministratori (sindacati compresi)... ..."imposti" da chi?
    Da quel 50% di famiglie relegate a vivere con il 10% della ricchezza nazionale, o da quel 10% di famiglie che detengono il 50% della ricchezza nazionale?
    E le leggi, la politica, tutta l'organizzazione democratica, le amministrazioni "chi", alla resa dei conti, hanno favorito questi gestori della cosa pubblica, leggendo quel rapporto? Chi, hanno servito e servono, se non i ricchi?
    Proprio pari e patta quello che dice Cicerone.
    .
    La libertà?
    Come si può affermare, in un paese come il nostro, che non ci sia la libertà?
    Forse, seguendo gli schemi canonici, magari non si può.
    Ma facendo, per così dire, alcune misurazioni indirette?

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  2. 2-3/3
    Vediamo: è stato reso noto, e se non ricordo male, dalla stessa PC, che alcuni, in occasione di affittare le case ai terremotati, chiedevano un extra in nero oltre quanto pagato dalla stessa PC.
    Qualcuno mi saprebbe spiegare perché chi era in cerca di casa, avrebbe accettato di pagare questo extra sotto banco, piuttosto che denunciare il fatto alle autorità?
    Io una risposta ce l'avrei, ed è direttamente collegata con l'esame sulla libertà che sto cercando di fare. Sì, perché "libertà" è direttamente proporzionale a "giustizia", e per "togliere" la libertà, basta "togliere" giustizia.
    .
    La gente non denuncia, perché non può farlo!
    Perché non è messa in condizioni di poterlo fare!
    Perché in cambio di una denuncia non otterrà, come invece dovrebbe essere, tutta quella giustizia che dovrebbe avere di ritorno!
    La gente non denuncia perché la giustizia non conviene!
    Dove la giustizia non convenga, dove sarà stata relegata, la libertà?
    In definitiva, la gente non denuncia perché non è libera!
    Ora, in questo contesto, la gente si dividerà almeno in tre fasce:
    - quelli che stanno "sopra" già per nascita, per censo, per definizione
    - quelli che stanno nel mezzo, costantemente a rischio di passare tra quelli che stanno sotto
    - quelli che stanno sotto
    .
    i primi sono coloro i quali dettano le regole
    del gioco, ovvero, come dice Cicerone,
    condizionano, mettendolo al proprio servizio,
    lo Stato e la gestione della cosa pubblica (vedi rapporto BankItalia).
    I secondi sono quelli che, per non rinunciare alla loro posizione, non essendoci, a causa dell'impostazione derivante dai primi, né giustizia e né libertà, si adeguano, accettando, replicando ed imponendo a quelli che stanno sotto, a loro volta, modelli corrotti di prevaricazione per la sopravvivenza: di questi fanno parte un gran numero di noi! Infatti, quanto da me preso dal rapporto BankIalia, riferisce (10% + 40%) del 60% delle famiglie! Ce n'è poi un altro 40%, di famiglie, che detiene il 40% della ricchezza nazionale! A questi appartengono un gran numero di noi, di intellettuali, di politici, di professionisti, di fornitori di servizi, di consulenze, di professionisti, di commercialisti, di commercianti, di autonomi, di sindacalisti, il clero... ...la così detta "gente per bene!"... ...tutta quella "casta" che un tempo, all'epoca dei Faraoni, veniva indicata, generalizzando, come "gli scribi" e "i farisei": quelli che sapevano leggere, scrivere e far di conto!
    Certo in questa fascia non ci sono i nullatenenti, i disoccupati (quelli veri), i cassa integrati (quelli veri), i pensionati con pensione da 550 euro, o i disabili (sempre quelli veri) con pensione da 256 euro.
    E quella coincidenza del 40% di famiglie con il 40% di ricchezza che avrebbero a disposizione, non è affatto indice di giustizia, se contestualizzata!
    È, altresì, indice che una parte della nostra società riesce a sfruttare a proprio vantaggio parte dell'impostazione predominante. Questa fascia del 40% di popolazione, nella quale io includo ANCHE i politici, gli amministratori, i sindacati ed il clero, è assolutamente organica e funzionale al sistema: è un "essenziale" cuscinetto che tiene separato quel 10% di ricchi da quel 50% di poveri!
    È quella chimera, quella carota, quel biglietto della lotteria che tutti pensiamo di poter acquistare perché cambi la nostra sorte!
    Allora io credo che all'ascoltare Cicerone, si faccia tutti di sì con la testa, come quegli orribili cagnolini, col collo a molla, che un tempo qualcuno, con tanto buon gusto, portava in mostra dietro il lunotto dell'auto, ma quando dovessimo mai scoprire che nella pizza di formaggio ci stiamo dentro, tanto bene, al caldo e pasciuti, anche noi, allora immagino che gli atteggiamenti cambino, e di molto!
    .
    Si può dimostrare, che nella pizza di formaggio ci siamo anche noi?
    Come sopra: uno per uno forse no, ma misurando indirettamente la cosa, credo proprio di sì.

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