Il nome di questo blog riporta il tempo che mi sembra sia passato dal momento in cui mi sono svegliata il 6 aprile 2009, a causa del sisma che ha colpito la mia città, e l’attimo nel quale ho percepito che la scossa si affievoliva. Non è il tempo a determinare la successione degli eventi, bensì è proprio lo scorrere degli eventi che determina il tempo che passa.
domenica 2 maggio 2010
Quella sporca dozzina
Sono ben dodici, oramai, le domeniche nelle quali ci ritroviamo in centro.
Oggi dopo aver forzato le transenne del corso abbiamo raggiunto Piazza Palazzo, di nuovo Piazza San Pietro e poi Piazza San Domenico.
Bisogna entrare in centro per capire cosa stia succedendo.
Sappiamo che ci sono imprese che puntellano, lavorano, ma nessuno di noi sa come, quando, perché.
Abbiamo chiesto di poter entrare almeno in Piazza Palazzo e Piazza IX Martiri anche la sera dei giorni feriali, quando le imprese finiscono di lavorare. C’è stato risposto che la sera i tecnici vanno a controllare i lavori dei cantieri e quindi sarà difficile che noi possiamo entrare. Perché non si capisce. Poi qualcuno ci ha detto che le imprese stesse potrebbero essere contrarie all’apertura delle suddette Piazze di sera, perché nel cantiere ci sono materiali e macchine di loro proprietà e quindi temono ci possano essere furti. Di che? Dei tubi Innocenti? Le gru? Ma siamo matti? E poi con tutte quelle camionette dell’esercito come facciamo a portar via macchine e materiali?
Siamo al paradosso: le imprese divengono proprietarie del nostro centro, noi siamo i probabili ladri mentre, giornalmente, qualcuno entra nelle case del centro storico e ruba di tutto. Le nostre Piazze vengono depredate dagli sciacalli che portano via pietre monumentali storiche e, magari, le usano per adornare le loro case altrove.
Loro entrano normalmente in centro.
Noi dobbiamo commettere un reato per vederlo.
Loro hanno il permesso di fare e disfare senza che i cittadini ne siano al corrente.
Noi dobbiamo preavvisare tutti, Comune, Questura, se solo desideriamo entrare nella nostra città e togliere quel velo di silenzio/ assenso che la attanaglia.
Oggi in Piazza San Domenico, abbiamo trovato un bel mucchio di macerie di una casa privata che è stata demolita. Uno spettacolo spettrale. Abbiamo notato sul portale di quella casa “spaccato a metà” la scritta “Alchemico” l’altra metà è stata demolita senza pietà, senza conservare quel portale.
Poi siamo giunti davanti alla casa di un nostro amico “carriolante”, Antonio Gasbarrini. Ci ha spiegato che la sua casa, alle cui finestre sono ancora appese delle preziose tendine ricamate dalla suocera, aveva subito danni a causa del sisma, ma siccome non è stata puntellata, ora versa in condizioni pessime dovute all’incuria, alle scosse che si sono susseguite, alle intemperie. Perché non è stata puntellata? Antonio ci ha raccontato di strane storie di raccomandazioni e conoscenze.
Ecco, siamo messi proprio così.
E qualche centinaio di persone, variamente etichettate (cialtroni, minoranze, ingrati, non rappresentativi, maleducati) per dodici domeniche consecutive stanno facendo il lavoro sporco.
Quella sporca dozzina di domeniche, i cittadini aquilani non hanno ceduto, ci sono sempre stati. Non solo in centro, ma soprattutto in assemblea, a discutere, coordinarsi, tirare fuori idee per una RICOSTRUZIONE PARTECIPATA.
E non molleremo.
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Giusi ti leggo sempre e condivido molte delle cose che scrivi. Sulla casa di Piazza Angioina demolita due giorni fa però dissento: le condizioni erano critiche e dove la demolizione non pregiudica edifici vicini o vie d'accesso ad altre abitazioni si deve procedere. Il portale, su cui c'era la scritta "orafo" se non ricordo male, non aveva una particolare valenza architettonica. Personalmente preferisco che si dia il via alle demolizioni degli edifici non recuperabili (ove possibile) che non continuare a dare sfoggio di puntellamenti inutili e costosissimi, che attualmente sono il vero spreco di questo post-terremoto.
RispondiEliminaSono della stessa tua opinione. Ma io voglio trasparenza. Voglio un progetto, voglio una speranza
RispondiEliminaGiusi, la quarte vita ormai è un patrimonio comune,è necessario crederci.
RispondiEliminaOrmai questa idea è condivisa da molti, anche da chi non partecipa, ma ci segue comunque.
Leonello