lunedì 10 maggio 2010

STORIE DELLA DOMENICA




Ieri, domenica 9 maggio, ancora una volta siamo stati nel centro della nostra città.
Senza chiedere permessi.
Sì, per una volta, visto che le forze dell’ordine erano impiegate alla Villa per la manifestazione pro-cittadinanza onoraria a Bertolaso, noi, senza forzare nulla, siamo entrati in una parte di centro che da tempo non vedevamo e, tutti insieme, abbiamo visto, fotografato, filmato … lo stato di abbandono nel quale versa la nostra amata città.
Qualche militare ha tentato di fermarci, noi siamo andati avanti.
Gli esperti ci hanno fatto notare come alcuni puntellamenti siano stati fatti un po’ alla “carlona”, abbiamo visto case crollate del cui destino nulla sappiamo e, in silenzio, abbiamo pensato alle vite rimaste sotto quelle macerie.
Abbiamo visto il retro della Chiesa di San Marciano, uno strazio: la messa in sicurezza con tiranti gialli è insufficiente e, per di più, i tiranti si sono così allentanti che ballano al minimo soffio di vento. La Chiesa dei Santi Marciano e Nicandro è parrocchiale e capo quarto: il quarto di San Giovanni comprende, oltre al Borgo Rivera anche i dintorni occidentali di Piazza Duomo, in cui si trova, appunto, anche la trecentesca chiesa di San Marciano e Nicandro che ha sostituito la distrutta chiesa di San Giovanni di Lucoli, da cui il nome del quartiere, e che si trova in una caratteristica piazza triangolare con annesso fontanile.

Poi abbiamo visto pietre monumentali di pregio per le strade, nei cortili, senza alcuna catalogazione, abbandonate. Infine, sconcertati, siamo approdati in Piazza Duomo, per la nostra assemblea domenicale. Stiamo lavorando alacremente e le iniziative studiate dai tavoli di discussione sono numerose.

Sono andata via un po’ prima della fine dell’assemblea: ero in bicicletta.
Lungo il corso ho incontrato una donna che urlava contro un’altra. Era furiosa, era aquilana. Credo che la signora aquilana, di una certa età, ben vestita a passeggio col marito, si fosse imbattuta in una comitiva di “turisti” delle macerie. Una di questi turisti commentava i cartelli appesi la scorsa domenica alle transenne del Corso dal cosiddetto “popolo delle carriole”. I suddetti cartelli pongono delle domande: «Sai quanti disoccupati ci sono al momento nel cratere?», «Sai quali sono i reali costi del progetto C.A.S.E.?», «Sai quanti aquilani sono ancora fuori città?» e così via.
La turista commentava: «Questi dovrebbero andà nel Belice!!!!»
Allora la furia aquilana è venuta fuori: «Ma che ci venite a fare qui a L’Aquila, che volete?»
E la turista «Signora vuole che la mandi subito a ‘fanculo?»
L’Aquilana: «Ci vada lei a ‘fanculo! Ma lo sa che io ancora non posso rientrare nella mia città, da 13 mesi! E non so neppure se rientrerò e la rivedrò. Ma lo sa lei di quante persone soffrono ancora? E venite a parlarci del Belice? Statevene a casa oppure state zitti! Dovreste pagare per entrare nella nostra città ».

E sì, ci toccano anche i turisti che vorrebbero vedere gli aquilani nel Belice. Cos’altro?

Nella foto il retro della Chiesa di San Marciano

2 commenti:

  1. purtroppo all'imbecillità non c'è fine! condivido pienamente i vaffanculo della signora.... se ci fossi stata io forse, con la rabbia che mi ritrovo in corpo, avrei alzato anche le mani!!!!!!!!!!

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  2. Bè quella signora elegante che gridava era sensazionale!

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