Il nome di questo blog riporta il tempo che mi sembra sia passato dal momento in cui mi sono svegliata il 6 aprile 2009, a causa del sisma che ha colpito la mia città, e l’attimo nel quale ho percepito che la scossa si affievoliva. Non è il tempo a determinare la successione degli eventi, bensì è proprio lo scorrere degli eventi che determina il tempo che passa.
mercoledì 19 maggio 2010
QUESSA E’ L’AQUILA FRA’
A L’Aquila continuano a succedere cose strane:
- non sappiamo che cosa sarà della nostra città: nessuna idea, nessun progetto
- non abbiamo idea del perché e del percome si stiano puntellando case, sia a L’Aquila che nei borghi del cratere
- alcune case vengono abbattute, senza preavviso per i proprietari che, quindi, non possono neanche svuotarle dei loro beni
- chi abita nel progetto C.A.S.E., voluto dal governo, qualora, per qualsiasi motivo, voglia o debba assentarsi per periodi più lunghi di una settimana, deve preavvisare la Struttura per la Gestione dell’Emergenza
- decine di operai portati dalle imprese nell'emergenza, abbandonati nella nostra città, dormono in rifugi d'occasione, in tende o in case inagibili
- il centro storico, inaccessibile per noi (zona rossa transennata e militarizzata) è, invece, fruibile a persone che commettono furti nelle case e depredano il patrimonio artistico
- a fronte di questa incuria, i controlli sui cittadini sono estenuanti (nelle C.A.S.E., nei luoghi di socializzazione, nelle assemblee, nelle manifestazioni)
continua qui
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Anonimo 1/2
RispondiEliminaCredo che al giorni d'oggi sia giunta l'ora che la protesta faccia un significativo, e definitivo, passo in avanti.
Un tempo, due fazioni ostili, per affrontarsi, sceglievano un bel campo aperto, bello sgombro, vi si davano appuntamento, e lì se le davano di santa ragione.
Pian pianino però le strategie di guerra son cambiate: gli eserciti son stati divisi in unità secondo un numero e secondo una specializzazione. Gli attacchi son stati sempre più pianificati in maniera strategica, prevedendo, anticipando, temporizzando, schedulando, pianificando e pianificando alternative, vie di fuga, piani "B" e piani "C", eccetera: nessuno immagina più di andare in guerra disponendosi, bello bello, allo scoperto di in una grande pianura, in attesa che arrivi il nemico da affrontare!
Ed allora, certi fenomeni, per combatterli, e sopratutto per governarli, non lo si può fare stando a valle, sotto, "dopo", constandoli dal di fuori, come spettatori, e quando ce se ne accorge, e quando le cose son già state fatte, e quando è verosimilmente troppo tardi.
Lo dissi, io, per tempo, che mentre noi si era tutti intenti a discutere del progetto CASE, già realizzato ed "assegnato", "altri" erano già passati oltre, tutti occupati nel gestire le cose di cui possiamo solo prendere atto.
Per la nostra città, "nessuna idea, nessun progetto"! Ti credi tu! Per te, forse, "nessuna idea e nessun progetto"! Per i poveracci ed i figli di nessuno, per quelli senza Santo in Paradiso, "nessuna idea, nessun progetto"!
"Gli altri", "the others", i loro bei progetti già se li stanno realizzando, senza fare file e passando bellamente avanti a tutti, come per la Mensa, Chiesa e Convento a Piazza D'Armi!
Volete un esempio che dimostri in maniera lampante come il presente sia uguale al passato? Ebbene: ce lo ha, questa città, un PRG? A me risulta di no: ma a questa mancanza di un Piano Regolatore Generale, possiamo asserire corrisponda un assoluto immobilismo "edificatorio"? O non è piuttosto vero il contrario: che chi ha potuto ha fatto come meglio gli è parso e piaciuto?
Anonimo 2/2
RispondiEliminaGià l'ho detto, e lo ripeto, la seconda questione di enorme, primaria e decisiva importanza, sta in tutti i soldi che arriveranno con il pretesto del rilancio economico del cratere e della città!
Questi soldi potrebbero venir gestiti per mantenere insufflati quelli che altro non sono se non contenitori di voti elargitori di consensi, o interessi molto locali, circoscritti e particolari, perpetuando soltanto clientelismo e nepotismo.
Noi, andando alla guerra come trogloditi, non potremmo mai avere un qualsiasi strumento per capire "PRIMA", cosa sta accadendo.
Quando verranno finanziati i "contratti di programma" (ovvero progetti presentati da privati finanziati dal pubblico), noi non avremo nemmeno la più pallida idea, di cosa si sta finanziando, di quanto costi, a chi avvantaggi, e quali ritorni ci si dovrebbe aspettare: potrebbe perfino venir finanziato un censimento degli uccelli presenti sul territorio. Mi pare sia già successo.
Ma non servirà dirlo "poi"!
"Poi", non servirà chiedersi, a soldi finiti, passati 5, 10 anni: "ma che fine hanno fatto tutti i milioni arrivati per il rilancio economico del cratere e della città, se la disoccupazione è rimasta tale e quale a prima?".
Ora, se pensi di poterci rientrare anche tu, col muso nella mangiatoia, regolati un po' come ti pare ("TU" ipotetico), altrimenti, se uno pensa davvero di voler cambiare le cose, secondo me, bisogna iniziare coll'interrogarsi sul cosa si vuole di preciso, cosa si è disposti a pagare per ottenerlo, quanti sarebbero quelli decisi ad intraprendere una via del genere e, se tutte le premesse lo consentissero, formare una squadra che abbia come obiettivo quello di entrare in Comune, in Provincia, in Regione, lì dove le decisioni si prendono all'alba degli eventi. Lì, a gestirle, le cose.
Perché gestirle lì, vuol dire "gestirle" "prima che accadano".
Già l'ho detto: quelli sono i luoghi deputati a certe cose: lì si deve andare a mettere mano! Di questo, dovremmo riappropriarci, se chi sta lì non dovesse rappresentarci più!
O se i metodi per designare chi dovrebbe rappresentarci finiscono col non raggiungere l'obiettivo che si prefiggerebbero!
Sono d'accordo, gestirle lì, vuol dire gestirle prima che accadano.
RispondiElimina"Come volevasi dimostrare"
RispondiEliminaa questo link
http://www.primadanoi.it/notizie/25246-G8-L-Aquila-500milioni-di-spese-L-Espressoregali-ad-imprenditori-e-banche
si legge: -G8 L’Aquila: 500milioni di spese. L’Espresso:«regali ad imprenditori e banche»-.
In questi casi si dice: -E mò, corrimi appresso!-.
Ovvero, dopo che ho "preso", quando magari eri "distratto", ho comunque un vantaggio tale che non è affatto detto tu, al quale ho sottratto, sarai capace di "recuperare".
Ed infatti questo è, secondo il mio modesto parere, il Paese dei mille inquisiti e degli "zero" condannati.
Il passato educa: se vedo una cosa come quella della metro di superficie, uno sconcio costato 20 milioni di euro (e ringraziamo Iddio che si son fermati lì!), e constato che nessuno ne risponde... poi vedo quel processo per il fallimento di un'azienda: tutti assolti! E poi prescrizioni, reati derubricati, scadenze dei termini, oppure, nel caso, condanne risibili... è chiaro che tutto questo si configura come garanzia ed incentivo per chi intendesse intraprendere una determinata strada.
Se sono circondato da evasori, da speculatori, da lavoratori in nero con i quali potrei avere un contatto pressoché quotidiano, non posso pensare che questo capiti solo a me! È chiarissimo che capiterà in ugual misura anche a tutti gli altri. Ed è ancora più chiarissimo il messaggio che tutti insieme mandano: -Fatti i fatti tuoi!-.
Ora, con questo passato, e con queste premesse, ammesso siano vere, se uno volesse guardare al futuro, e volesse prendere in considerazione i puntellamenti prima e la ricostruzione dopo, oppure volesse considerare gli investimenti di tutti quei milioni di euro che arriveranno sul cratere e sulla città, di una cosa potrà essere assolutamente certo, se figlio di nessuno e senza Santo in Paradiso: per lui non ci sarà riposta nemmeno una briciola! Non vedrà nemmeno un centesimo!
Forse Lazzaro, magari contendendola ai cani, qualcosa la rimediava pure, da sotto la tavola del ricco Epulone!