domenica 2 maggio 2010

LA CURA




Un anno fa scrivevo questo ad un amico: " La cosa che mi appare più nuova come sensazione è che, se ripenso a domenica 5 aprile (2009), cioè a come ero prima del terremoto, mi sembra passato un secolo, ma se penso a quella notte sento ancora forte la sensazione di essere perduta, come fosse successo ieri."

A distanza di un anno è ancora così. La mia vita è tutta qui, sulle macerie della mia città.

Sono tornata a casa mia oggi (quella inagibile al quinto piano), lo faccio spesso, di nascosto.
E’ bellissima. Ho riposto nel mio armadio i cappotti, i maglioni di lana, le scarpe invernali. Con cura.
Ho preso con me i vestiti che avevo riposto a ottobre, quelli estivi. Profumano di pulito. Li avevo lavati a casa di mio fratello, dove mi ero appoggiata lo scorso anno col mio camper.

Ho avuto una sensazione molto bella, direi dolce: le mie abitudini, la mia quotidianità, non sono perdute. Basta che io rientri lì, nella mia casa che automaticamente ridivento quella di prima.
Ho chiesto all’amministratore del mio condominio di riavere l’acqua (avevano interrotto la sua erogazione quest’inverno per via del gelo): voglio ripulire la mia cuccia. Ora più di prima sento che devo farlo.

Mi occorre farlo: accudire la mia casa. Quindi anche la mia città. Le devo curare.

Ho osservato il parco del Castello, stamattina. Pensavo di trovarlo in buono stato dopo la domenica ecologica promossa dal Comune. Invece l’erba cresce alta, come in tutti i vicoli della mia città.

Non so cosa fare, non ho i mezzi per fare tutto.

Uniamoci e curiamo il nostro passato.

Ti proteggerò
dalle paure delle ipocondrie
dai turbamenti che da
oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e
dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua
natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e
dai tuoi sbalzi d'umore
dalle ossessioni delle tue manie
supererò
le correnti gravitazionali
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare
E guarirai
da tutte le malattie
perché sei un essere speciale
ed io
avrò cura di te ……..

(Battiato)

3 commenti:

  1. Beata te Giusi. Puoi tornare a casa tua dove hai gli armadi. E la cucina.Io, quando entro nella mia, divento fredda come un blocco di ghiaccio. La cucina è lì, quella che amavo. Distrutta. La libreria è lì. Appesa ad un muro in una stanza senza pavimento.La mia vita di prima e la mia anima sono ancora lì. Ma, mentre la guardo, nessuna emozione. Poi torno nella casa che ho ora, e piango.
    Scusa lo sfogo....

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  2. Anna abbiamo tutti delle sensazioni fortissime. Io penso solo che se è possibile riparare la mia casa io voglio che sia fatto subito. Perchè così non la posso vedere, o meglio la vedo, la guardo e poi devo lasciarla. Lì sola, come la mia città. E' una sensazione orribile, mi sembra sempre di non fare mai abbastanza.

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