domenica 9 maggio 2010

IL TENDONE DI PIAZZA DUOMO

Ho potuto ascoltare il video che “linko” qui di seguito nel quale si vede e sente chiaramente un cittadino (aquilano?) che chiede a gran voce di eliminare il tendone posto a Piazza Duomo mesi fa. Subito dopo si sente il consigliere comunale Verini, al microfono gridare “SI, LO LEVEREMO!”.




Mi chiedo: come può un consigliere comunale dichiarare così animosamente che si prodigherà per smontare quel tendone?

Per chi mi sta leggendo e non sa di cosa parlo chiarisco. Il centro dell’Aquila è tuttora inaccessibile e militarizzato. Piazza Duomo è invece accessibile, anche se solo per metà. Per agevolare l’incontro dei cittadini e organizzare eventi, nel centro della Piazza è stato montato un tendone che da febbraio è molto frequentato. Vi si svolgono varie iniziative e, in più, molti cittadini vi si incontrano in assemblea il mercoledì sera e la domenica mattina e, durante la settimana, vi si riuniscono tavoli specifici di discussione.

A L’Aquila non ci sono spazi dedicati ai cittadini, spazi di socializzazione, di incontro, luoghi di discussione, intrattenimento o altro. Quel tendone è l’unico spazio ove possiamo incontrarci, lasciare volantini e manifesti per le iniziative, discutere, cercare di capirci qualcosa: in poche parole cercare di iniziare un processo di ricostruzione che parta dal basso.
Tutte le riunioni in assemblea sono aperte a chiunque, le discussioni sono partecipate e trasparenti, a volte difficili, spesso utili a cercare di essere, perlomeno, consapevoli di ciò che sta accadendo.
Ora c’è chi pensa che questo sia una vergogna e che i cittadini che si riuniscono debbano essere ostacolati il più possibile, per dare spazio, forse, ad una cerimonia che insignisca Bertolaso di cittadinanza onoraria, togliendo di mezzo chi, invece, a fatica, sta attuando un processo democratico per la partecipazione al processo di ricostruzione.

Per mesi siamo stati esclusi da qualsiasi decisione e questo ci ha gettato nella più profonda disperazione: non è possibile vivere in una città distrutta e non sapere neanche che progetto si abbia per la ricostruzione. Badate bene, non solo dei palazzi, ma anche dell’economia.
L’Aquila è vuota, le persone non ci sono e qualcuno non può neanche sperare di rientrare se non ha almeno un segno di ripresa economica (o una casa - in molti non ce l'hanno e non l'avranno). Abbiamo più di 12.000 disoccupati e cassaintegrati, dovremo ripagare le tasse tra 51 giorni e restituire quello che ci è stato dato. Cioè tra 51 giorni, mentre l’economia langue, avremo tasse altissime (quelle normali più la quota di restituzione) che, tra l’atro, ripagheranno ciò che ci è stato costruito con danaro europeo e le donazioni degli italiani.
E allora sai che c’è: smontiamo il tendone!
Tranquilli, noi non molleremo: andiamo verso la bella stagione, basta un prato per incontrarsi.
Per chi ancora non sa come sta L’Aquila guardi QUI: le foto sono state scattate nella mattinata di oggi nel cuore del centro storico.
Cari consiglieri, vi siete accaparrati voti e favori, e intanto L’Aquila muore. Diteci per favore cosa state facendo oltre a prodigarvi per la cittadinanza onoraria a Bertolaso.

17 commenti:

  1. Sulle cose che sta facendo Verini ci sarà il "necessario riserbo". Forse la cittadinanza a Bertolaso è il prezzo da pagare per tanta disponibilità a un consigliere d'opposizione.
    Sul Tendone c'è un certo nervosismo: dovremo spostarci a Collemaggio?

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  2. Ezio, per me basta un prato per incontrarci. Andiamo verso la bella stagione.
    CAPITO VERINI?????

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  3. Il doppiogiochismo di Verini è assurdo.
    Quando sta con i comiati cittadini propone un assessorato comunale ai comitati e si pavanete come sostenitore delle loro iniziative tra l quali, ad esempio, quelle sulla partecipazione.
    Se invece è in presenza di chi la pensa diversamente li attacca. Il video in sostiene la rimozione del tendone è emblematico.
    Mi chiedo: per quale motivo dovrebe essere rimosso solo perchè lo frequenta anche chi non ritiene Bertolaso un eroe? Ma non c' era la democrazia in Italia?

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  4. Verini è anche quello che a Luglio ha cambiato bandiera

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  5. Anonimo 1/2
    Ma il tendone, intendo proprio il tendone "fisicamente", di chi è?
    Chi lo ha montato?
    Perché immagino debbano averlo fatto operatori specializzati con un'attrezzatura idonea, visti quei pesi in calcestruzzo!
    Il montaggio, chi lo ha pagato?
    Visto che è stato anche spostato, questa ulteriore operazione a carico di chi è stata eseguita?
    Se è previsto un contratto di nolo, anche a titolo gratuito, tra chi sarebbe stato ratificato?
    Se è previsto un permesso da parte del comune, da chi sarebbe stato richiesto e a chi sarebbe stato concesso?

    Quanto al processo democratico che il tendone, o il riunirsi liberamente, avvierebbe, personalmente dico: "nì e so".

    Generalizzando, e prendendo le distanze dal caso specifico, altrimenti non mi sentirei libero di tirare in ballo anche situazioni estreme per sostenere una mia qualsiasi tesi, propongo di immaginare un caso.

    C'è un'azienda in crisi, con 100 addetti. Mettiamo caso che in questa azienda da anni non vengano elette le RSU, e che quindi la mobilitazione venga portata avanti, praticamente da sempre, dalle RSA.
    Breve spiegazione:
    - le RSU sono rappresentanti dei lavoratori eletti dai lavoratori stessi, che non necessariamente devono appartenere ad una sigla sindacale, per cui un lavoratore potrà sceglierli anche in base alla sensibilità, alla onestà, alle qualità di giorno in giorno mostrate in azienda, alla conoscenza personale e diretta.
    - le RSA sono rappresentanze delle sigle sindacali, nominate da queste ed indicate all'azienda ed al lavoratori dalle sigle sindacali stesse.

    Le RSA, nel caso da me ipotizzato, mancando le RSU, ne svolgono, per default, i compiti precipui: perciò saranno sempre e solo le RSA quelle rappresentanze che andranno ai tavoli di concertazione, agli incontri, uniche chiamate per approvazione e apposizione di firme. E saranno le uniche rappresentanze che l'azienda, come da leggi e normative, sarà tenuta ad incontrare ed informare, con le quali dovrà concertare e concordare.
    Immaginiamo ancora che queste RSA, quando l'azienda dovesse stabilire dei rientri, o la messa in cassa integrazione, o i turni, o cicli per le rotazioni, ricevano preventivamente un elenco con i nominativi di tutti gli addetti con affianco il destino di volta in volta deciso. Immaginiamo ancora che le RSA, come sindacato, abbia la facoltà di suggerire all'azienda variazioni e cambiamenti in base a considerazioni varie (situazione familiari, anzianità, competenze, permanenza in un ruolo, "compensazioni" rispetto a scelte precedenti, eccetera).
    Per chi non avesse capito bene, sto immaginando che le RSA abbiano il potere di sindacare, e quindi cambiare, quanto l'azienda predispone in ragione dei rientri e delle ricollocazioni al lavoro.
    Naturalmente l'azienda avrà i propri infungibili, quelli che non si toccano e non si cambiano "a prescindere", ma poi però, se al magazzino, dove di due persone gliene basta una, ci sia Tizio o ci sia Caio, all'azienda non le fa nessuna differenza. Mentre per Tizio e Caio, come è facile immaginare, ne fa eccome.

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  6. Anonimo 2/2
    Ora, con queste premesse, immaginiamo che in azienda si tenga un'assemblea dove tutti sono invitati a partecipare e dove tutti possano dire liberamente la loro, esprimere liberamente il proprio pensiero: non sembra la cosa davvero molto, ma molto democratica?
    Pensate: uno in assemblea che contesta apertamente, mordacemente, in maniera articolata e con determinazione coloro i quali poi, successivamente e periodicamente, con una "X" o un segno di "spunta" su un elenco potranno decidere chi dovrà rientrare al lavoro e chi no!

    Ripeto, niente a che vedere con il tendone, ma non sempre quel che appare è come sembra.

    I luoghi democratici già ci sono: sono il consiglio comunale, la giunta comunale, gli assessori ed in genere i rappresentanti eletti dalla gente con regolari campagne elettorali e votazioni a scrutinio segreto: se si sente il bisogno di averne altri, di mezzi democratici, questi non dovrebbero essere discussi e generati in quelle sedi lì?
    Questa mia ultima considerazione non delegittima certo la facoltà di riunirsi spontaneamente per fare proposte, ma questo tipo di meccanismo credo non possa essere invocato come rappresentativo di tutti, e per questa ragione, penso, anche se potrei sbagliarmi, non può essere considerato esaustivo, da un punto di vista democratico.

    Lo accosterei piuttosto a qualcosa di corporativo, ed in quanto tale, rischia di occupare tutta la scena togliendo spazio ad altri, magari più deboli.

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  7. Caro Anonimo, ho letto il tuo esempio e non mi sembra appropriato.
    Riguardo i luoghi democratici che già ci sono, vorrei ricordarti che alcuni comuni hanno approvato un regolamento di partecipazione che permette, tra l'altro, che si attui finalmente la trasparenza.
    Con il terremoto l'esigenza di partecipare si sente ancora di più e in altri luoghi è stata vincente. Insomma nessuno ha delegato nessun altro alla ricostruzione.
    Il luogo, Piazza Duomo, è aperto a tutti. Inoltre è l'unico luogo ove ci si ritrova, bada bene, anche per un sacco di iniziative promosse dal Comune stesso.

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  8. Anonimo 1/2

    Resto del parere che l'esempio è buono per mostrare non sempre tutto è come sembra. Naturalmente vale solo in questi termini, non intendevo assolutamente sottintendere alcunché, all'infuori di questo.
    Ce ne sono molti di esempi di atti democratici, a mio modesto avviso, molto opinabili: come le votazioni sotto il governo Prodi per spostare in avanti l'età pensionabile, portandola a 65 anni. Vennero fatti votare insieme i lavoratori ed i pensionati, inserendo per questi ultimi un "una tantum" di qualche decina di euro: pensa te a mia zia zitella di 80 anni quanto gliene poté fregare del fatto che, col mettere le mani su quel misero malloppo, altri avrebbero dovuto lavorare 5 anni di più per poter andare in pensione!
    Vennero fatti votare i pensionati sì, ovvero coloro usciti dal ciclo "lavorativo", e su una cosa che non li avrebbe riguardati più, mentre non vennero fatti votare i giovani maggiorenni, verosimilmente in cerca di prima occupazione, ovvero quelli sulle spalle dei quali la decisione graverà.

    Comunque le mie domande restano:
    Ma il tendone, intendo proprio il tendone "fisicamente", di chi è?
    Chi lo ha montato?
    Perché immagino debbano averlo fatto operatori specializzati con un'attrezzatura idonea, visti quei pesi in calcestruzzo!
    Il montaggio, chi lo ha pagato?
    Visto che è stato anche spostato, questa ulteriore operazione a carico di chi è stata eseguita? Con quale squadra?
    Se è previsto un contratto di nolo, anche a titolo gratuito, in comodato d'uso, tra chi sarebbe stato ratificato?
    Se è previsto un permesso da parte del comune, da chi sarebbe stato richiesto e a chi sarebbe stato rilasciato?
    Tutte queste cose, in nome della chiarezza e della trasparenza, dove sarebbe state pubblicate?
    Dico proprio tutto-tutto: come le fatture, i pagamenti del personale utilizzato, dove sarebbe stato pubblicato questo materiale?

    Anche le locandine, ad esempio: chi le stampa? A quale titolo? La semplice carta, le cartucce d'inchiostro, chi la compra? E dove?

    Ai tavoli, una domenica, c'erano dei "facilitatori" di Firenze, giusto? Chi li ha contattati? Come mai si è pensato a Firenze e non ad un altra città? Non c'erano anche "facilitatori" aquilani, disponibili?
    Per qui "facilitatori" di Firenze, sarà possibile trascrivere in una loro scheda personale l'intervento a L'Aquila come un'esperienza specifica e significativa, riconosciuta e documentata?

    Io penso che al fatto che qualcosa sia "aperto a tutti" non corrisponda niente di specifico, né di onnicomprensivo o di particolarmente qualificante.

    Ad "aperto a tutti" non corrisponde affatto, necessariamente, "non di parte" e/o "equo", "non corporativo".
    Tanto meno "aperto a tutti", di per sé, vuol dire automaticamente "rappresentativo di tutti".

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  9. Anonimo 2/2
    Anche di una chiesa si può dire che è "aperta a tutti".
    "TUTTI", ancora, possiamo diventare dipendenti comunali, ma non per questo il Comune "TUTTI" ci assumerà!
    Malgrado TUTTI si possa diventare dipendenti Comunali, solo alcuni, nei fatti, lo diventeranno!
    Così come TUTTI possiamo entrare nei negozi in via Monte Napoleone a Milano, o in quelli di Via Condotti a Roma, no?
    Ma questo che vuol dire? Quasi niente... ...e quasi tutto!

    "Aperto a tutti", credo, senza uno statuto, senza una specie di "costituzione" di fondo e di riferimento, potrebbe voler addirittura dire, piuttosto, dare maggiore vantaggi a chi ha più mezzi, ha chi è più dotato, a chi ha più intelligenza, a chi è più colto, perché no? E non quindi ordinare necessariamente le cose in ragione di principi, di emergenze declinate secondo una priorità oggettiva, al contrario, con riferimento al mero dato numerico.

    "Aperto a tutti" potrebbe voler dire semplicemente far emergere l'esigenza più condivisa al di sopra di quelle più "sofferenti". Che non è detto sia, in termini di giustizia, e di priorità, quella che dovrebbe avere invece più attenzione e più diritto ad essere ascoltata e soddisfatta.

    C'è la possibilità si replichi quanto successo per il progetto CASE: le notizie diffuse dai media avrebbero indotto a pensare che, realizzato il progetto CASE, e dato un alloggio a tot-mila persone, tutto fosse più o meno risolto, ed altro di significativo non ci fosse più da aggiungere. Analogamente potrebbe avvenire oggi con la sovraesposizione di un problema rispetto ad altri, come quello delle macerie: l'opinione pubblica, magari quella non direttamente interessata, potrebbe percepire che tutta la questione stia nel catalogare un capitello ed evitare che una scheggia di cornicione finisca indebitamente in discarica!
    Si mette in luce un problema come se fosse il primo, il più urgente, ed il più degno da trattare, magari mettendone così in ombra altri, che non è detto siano "secondari", ma semplicemente perché potrebbero interessare meno persone, o persone meno "potenti", in senso esteso.

    Da cosa può dipendere questo? Dal semplice fatto che, io penso, possa prevalere quell'interesse che coinvolga il maggior numero di cittadini.

    Per spiegarmi meglio: un Comune, con il servizio di autobus, DEVE garantire la mobilità per tutti i paesi e le frazioni del circondario, anche per quelli che dovessero avere poche persone con la necessità di spostarsi e, quindi, economicamente sconvenienti. In questo caso, un Comune, spalma tutti i costi e le risorse che ha, anche sull'intera rete: può addirittura prendere risorse da settori in attivo, come ad esempio quello delle farmacie, ed utilizzarli per mandare un autobus a decine di chilometri per prendere e riportare 5-10 persone al giorno. Perché questo? Perché il Comune ha una specie di statuto, di carta costituzionale, di impegno che lo spinge, e lo obbliga, ad essere paritetico verso tutti, a fornire a tutti lo stesso servizio. Questo non dipende dal fatto che il Comune sia semplicemente "aperto a tutti"!
    Se invece la cosa fosse lasciata se stessa, sicuramente prevarrebbero gli interessi dei più sui diritti di pochi, come dire: "Chi vo' Cristo, se lo prega!".

    È noto, ancora ad esempio ed estremizzando un po', il rischio per il quale le aziende farmaceutiche scelgano di produrre quei farmaci che più si vendono nei paesi ricchi, mettendo fuori produzione quelli per certi versi "obsoleti", ma ancora necessari per le regioni povere e depresse del pianeta: anche questo "comportamento", da un certo punto di vista è, in definitiva molto "libero" e perfino "democratico". È qui che gli Stati, i Governi, i quali fanno riferimento, in ultima analisi, ad una Carta Costituzionale, intervengono "rettificando" la situazione.

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  10. Sulle tasse vorrei capire: quando nel 2008 ho guadagnato 1.000€, sapevo che una parte di questi l'avrei dovuta versare successivamente in tasse e/o tributi: diciamo, un po' a casaccio, il 25%: ovvero potevo disporre solo di 750€ rispetto ai 1000 guadagnati! Giusto?
    Arriva il 2009, e devo pagare le tasse per il 2008: prendo tutti i 250€ messi via per ogni 1.000€ guadagnati, e ci vado a pagare le tasse: dove sarebbe il problema?

    Si potrebbe obiettare che, a causa del sisma, alcuni si ritroverebbero con spese impreviste, impossibilitati a far ripartire le proprie attività, ed in questa circostanze anche i soldi con i quali si dovrebbero pagare le tasse sono una risorsa irrinunciabile per risollevarsi: benissimo!
    Andiamo a vedere allora "chi" si dovesse trovare in circostanze simili. Una famiglia con doppio reddito come dipendenti pubblici, che non avessero perso quasi nemmeno un giorno di lavoro, con la casa classificata "A" nella quale sono rientrati praticamente a 3-4 mesi dal sisma, non dovrebbe pagarle, le tasse? Ci sono state attività commerciali che son potute ripartire pressoché subito, e che a causa della mancanza di concorrenza han visto decuplicare i normali introiti, senza contare la molteplicità di cose che la gente, dovendosi adattare a nuovi alloggi, è stata costretta ad acquistare: questa attività perché non dovrebbero pagarle, le tasse? O dovrebbero avere uno sconto addirittura del 60%? Un imprenditore che avesse 600 appartamenti da ristrutturare, lavoro che probabilmente non avrebbe avuto mai in maniera così concentrata, vogliamo che non si metta in tasca lui, proprio il "capoccia", puliti puliti 1.000€ ad appartamento? E perché uno che si stesse accingendo a guadagnare 600.000€ dovrebbe pagare le tasse con lo sconto del 60%?
    Ricordo, da alcuni resi conto pubblicati da Ugo Centi, che ci fu chi, nei primi mesi, si aggiudicò la fornitura di pane e cornetti per gli sfollati, o di vettovaglie, per ordini di grandezza introno alle centinaia di migliaia di euro: perché questi non dovrebbero pagare le tasse o dovrebbero avere uno sconto del 60%?
    Cosa ci guadagna, un disoccupato, dal non pagare le tasse e dal restituirne solo il 40% di niente: niente.
    Ed un cassa integrato? Che non so nemmeno se la paga, l'IRPEF? Cosa ci guadagnerebbe? Qualche decina di euro a fine giostra?
    Allora non sarebbe più "ragionevole", "solidale", ed addirittura giusto ed onesto farle pagare tutte e subito, le tasse, a chi avesse continuato a guadagnare "come prima, più di prima", con il vincolo che restino nel cratere e che vengano spese a sostegno di chi fosse davvero in difficoltà?

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  11. la nostra PROPOSTA sulle tasse:

    OGGETTO : PROPOSTA VERINI E TINARI SU PROROGA BENEFICI FISCALI PER CRATERE


    Siamo favorevoli alla convocazione di un Consiglio Comunale per prendere, speriamo all’unanimità su questo tema, una presa di posizione forte riguardo la sorte che gli aquilani dovranno subire, a circa 50 giorni dalla scadenza dei benefici fiscali del cratere, attualmente in vigore.
    Chiederemo, insieme a tutti , una proroga ancora per qualche mese, ma ci interroghiamo sul quel che accadrà quando, e prima poi sarà così, tali benefici inesorabilmente cesseranno e si tornerà ad un regime normale, appesantito dalla rata che comunque tutti dovremo pagare per restituire, speriamo in parte, quanto non pagato in questi mesi.
    Sarà dura, durissima tornare a pagare le tasse di sempre, con l’aggiunta della rata; tanto dura e crediamo per molti insostenibile.
    E allora rilanciamo una nostra proposta, sperando che sia condivisa, rafforzata, affinchè trovi attuazione:
    noi chiediamo che, alla scadenza dell’esenzione, per tutto il cratere, si sperimenti il regime fiscale delle 2 aliquote, secondo la riforma fiscale che dichiaratamente questo governo si impegna a fare, entro in 2012, in tutta la nazione: 23% per redditi fino a 100.000 euro, 33% per redditi superiori, con esenzione totale per redditi fino a 15.000 euro.
    Crediamo sia possibile perché il governo, potrebbe utilizzare tale misura per fare una valutazione del gettito fiscale , che deriverebbe da questa riforma; una sorta di prova generale insomma, sul nostro territorio.
    Ma per noi, per tutti noi del cratere, un modo per non venire soffocati e per tornare a pagare le tasse in maniera che l’esborso, sia in ogni caso inferiore a quanto accadrà, qualora si tornasse al regime delle aliquote attualmente in vigore.
    Siamo certi che non è la migliore proposta in assoluto, ma siamo anche fermamente convinti che sia la miglior proposta possibile, nonché la più facilmente recepibile, in quanto in linea con le idee dell’attuale maggioranza.
    A tal fine, durante il Consiglio Comunale dedicato a questo tema, sottoporremo all’assise, una mozione specifica, da trasmettere a chi di competenza.
    Se invece durante il Consiglio Comunale in questione, non si troverà condivisione, autonomamente proveremo a far vagliare la nostra idea, direttamente al Commissario Chiodi, al Presidente del Consiglio e al Ministro Tremonti.
    Chiediamo alle forze vive di questa città, di sostenere pubblicamente, se condivisa, quella che al momento, è l’unica proposta avanzata su questo tema.





    I Consiglieri di Rialzati L’Aquila, Verini Enrico, Tinari Stefano

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  12. Un tempo, quando il signorotto era assediato nel suo castello, ed il suo esercito annientato dal lungo periodo di resistenza, mandava avanti, a combattere, i contadini. Questi, naturalmente, non avvezzi all'uso delle armi, erano letteralmente carne da macello: in un giorno mille contadini morti? Ma comunque un giorno di vita in più per il signorotto.

    C'è una categoria di persone che prima di rinunciare ad una spilla dei loro grassi e spesso mal guadagnati compensi, son prontissimi a tagliare qualsiasi tipo di spesa e di servizi che riguardino soprattutto "gli altri", e comunque, sempre grazie ai loro grassi e spesso mal guadagnati compensi, potranno tranquillamente permettersi.

    Non vedo perché, per chi nella lunghissima fase post sisma ha già visto decuplicati i propri profitti, e per chi li vedrà ancora decuplicati per un lungo periodo, dovrebbe essere "dura, anzi durissima" pagare le tasse!
    Così come non capisco possa esserlo per chi dal sisma ne fosse uscito con la casa classificata "A" e senza aver perso il lavoro.
    Ancora per chi, non avendo perso il lavoro, e prima in fitto, fosse stato alloggiato nel Progetto Case o in un MAP senza fitto da pagare.
    I soldi delle tasse sono di tutti, è vero, ma lo sono ancor di più di chi non ha redditi, dei meno abbienti, degli indigenti!
    Non farle pagare a determinate persone che, oggettivamente, risultano perfino privilegiate, in queste circostanze, non vuol tanto dire lasciargliele, ma piuttosto toglierle a coloro ai quali sarebbero state destinate. È questo sarebbe un gesto di un'arroganza intollerabile!
    Il Comune, come altri enti pubblici, dovrà comunque far quadrare i conti, e quando le entrate saranno gioco forza ridotte, non ridurrà gli stipendi ai dipendenti, né i compensi agli assessori o ai consiglieri: taglierà i servizi! Poi, chi il lavoro lo ha conservato, potrà tranquillamente continuare ad usufruirne, dei servizi, anche se rincarati: saranno gli altri, i più deboli, resi ancora più deboli, a tribolare!
    Capisco che su argomenti come il non pagare le tasse indiscriminatamente e "birra e salsicce gratis per tutti", è facile trovare ampi consensi, ma non è altrettanto giusto, equo, corretto.
    Un disoccupato, dal non pagare le tasse non trarrà alcun vantaggio, e dal non pagarle tutti ancora meno: non avrà nemmeno quel beneficio derivante dal fatto che le paghi chi ha introitato.

    Non capisco perché non si vuole andare a mettere come si deve il naso nelle cose, distinguendo tra chi può, e deve, e chi non può: senza questa premesse non c'è giustizia.

    Forse può aiutare la considerazione secondo la quale se un qualsiasi sindaco dovesse prendersi la briga di far rimuovere le case provvisorie che la gente ha costruito in proprio (alle volte veri e propri cottage) appena venissero meno le condizioni che ne avevano giustificato la realizzazione (compresa la rimozione delle abusive) verrebbe immediatamente arso vivo, politicamente parlando, in Piazza Duomo!

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  13. Sinceramente Anonimo troppo lungo da leggere.
    Comunque il tendone è di Zaffiri che non è che l'ha montato di testa sua!!! E dentro si fanno iniziative di ogni genere.
    Può darsi benissimo, anzi è certo, che l'assemblea non rappresenti tutti, ma si sono attivati dei tavoli di discussione e se ne possono attivare quanti se ne vogliono su ogni argomento e se si vuole dopo aver lavorato si possono riportare i risultati e le iniziative da intraprendere in assemblea.
    I facilitatori sono aquilani. Firenze gratuitamente ci ha offerto il suo aiuto per formare le persone. Tutto qui.
    P.S. Io non riesco a legegre tutto!!

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  14. Per carità, ci mancherebbe altro! Dove starebbe la libertà? Sei liberissima, senza nemmeno il bisogno di dirlo, di spendere 7, 8 9 domeniche per le macerie e non avere interesse per un qualsiasi commento postato: mi aiuti a dire, è proprio una di quelle cose che cerco di sottolineare: si fa, giustissimamente, quello che ci interessa di più. Solo che questo non è affatto detto coincida con quello che è più, oggettivamente o eticamente, o moralmente necessario, tanto per dire.

    Vedi, il tendone, pur essendo aperto a tutti, non per questo raccoglierà le istanze di tutti: se dovessi andarci io, con il mio lungo e soporifero commento, e dovessi trovare tutti "tu", "indesiderosi" di leggerlo, non andrei da nessuna parte.

    "Zaffiri" chi?
    Ce ne sono tanti, di Zaffiri, a L'Aquila!
    Non c'è mica un "Zaffiri" solo, o uno che spicca sopra tutti gli altri!
    Nel caso ci fosse, potresti provare a spiegarmi in ragione di cosa, dicendo "Zaffiri", uno dovrebbe -ZAC!- avere in testa la fotografia di una determinata persona, sapere di preciso a chi ti riferisci!

    E poi, scusa, dove sta scritto, che è di Zaffiri? Dove lo si può leggere?
    Dove è pubblicato, visto che ci si tiene tanto all'informazione ed alla trasparenza, il documento che lo attesterebbe?

    Capirai, non posso mica prenderlo per buono solo perché me lo hai detto tu, che tra l'altro non sei nemmeno il leader, ad esempio, del popolo delle carriole.

    E le altre informazioni? Sul contratto di nolo? Sul permesso del comune? Sulle squadre ed i compensi di chi lo ha montato prima e spostato dopo? Si possono conoscere, naturalmente documentandole, tutte queste altre cose?

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  15. Quanto al non rappresentare tutti, dell'assemblea, però questo nemmeno vuol dire che non rappresenti nessuno!
    Ed allora, per approssimazioni successive, perché non cerchiamo di vedere chi rappresenta?
    Come fare? Effettivamente non è facile: vediamo se abbiamo qualche indizio: ad esempio, proporre una domenica per fotografare il centro storico può "rappresentare" uno, disoccupato, che da mesi, o da oltre un anno non prende uno stipendio, e che ha già contratto dei debiti verso i parenti per poter pagare le utenze come acqua, luce e gas? E che una macchinetta fotografica semplicemente non ce l'ha?
    Io direi di no! Che quella domenica lì, con reflex digitali e teleobiettivi da centinaia di euro, questo personaggio non lo rappresenta molto.

    Prendiamo un paio di domande di quelle appese dal popolo delle carriole: più e meno: "«Sai quanti cittadini non hanno più lavoro dopo il sisma?»: ma questa domanda, anche se mi sembra perfino ingenuo chiederlo, chi potrà mai averla posta, uno che il lavoro non ce l'aveva da prima del sisma, o uno che l'ha perso dopo? A questa persona, da quanto trasparirebbe dalla domanda stessa, parrebbe fregargliene molto di quelli senza lavoro da prima del sisma? Non l'ha nemmeno formulata in qualche modo includendoceli, quelli senza lavoro "da prima". Avrebbe potuto scrivere: "sai quanti sono diventati ora, dopo il sisma, quelli senza lavoro?". Invece no: tutto induce a credere, almeno è quello che percepisco io, che se, per assurdo, tutti quelli che hanno perso il lavoro dopo il sisma lo ritrovassero, la domanda rientrerebbe! Per cui, almeno per quanto riguarda questa specifica domanda, non sarebbero rappresentati quelli senza lavoro da prima del sisma! Lo stesso mi pare si possa applicare alla domanda sui cassa integrati, no?

    Per ora fermiamoci qui, e asseriamo però, con chiarezza, che tutti avrebbero potuto formulare la propria domanda! Anche i disoccupati ed i cassa integrati ante-sisma!
    Verissimo!
    La questione è: "perché non l'hanno formulata?".
    Come mai, di fronte a tanta apertura, non ne approfittano?
    Strano, vero?

    Ricordo alcune interviste nei TG di Rete4, quello di Emilio Fede. In una il tema era: far fare attività ai ragazzi. Venivano intervistate persone che dichiaravano di portare i loro figliuoli chi a danza, chi ha nuoto, chi al maneggio, chi a tennis, e chi perfino a due o più attività nel corso della settimana! Ci fosse stato uno che sia uno che avesse detto: "Io mio figlio non lo porto da nessuna parte perché non una lira per piangere!".
    Lo stesso quando il TG4 intervista coloro che vanno in vacanze, o che si accingono a fare le compere sotto le feste Natalizie: non c'è un intervistato che sia uno che dica: "Non vado da nessuna parte, in vacanza", oppure "Non acquisto niente, questo Natale", "perché non ho un lavoro da mesi, e non ho una centesimo per tirare avanti!".

    Anche tra domande presentate, aperte a tutti, a me pare non ce ne sia una che riferisca una situazione nella quale dover affrontare una ricostruzione senza un centesimo in tasca.
    Lo so, per chi ha un bel lavoro, dei risparmi in banca, una famiglia pronta a sostenerlo, eccetera eccetera, che pare impossibile possa esserci chi non ha davvero più nemmeno gli occhi per piangere: ma secondo me ce ne sono eccome! "Che si rappresentassero da soli", giusto?

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  16. Ho appena letto sul Capoluogo che il 19 maggio verrà smontato il tendone di P.za Duomo per permettere le attività previste x il giro di Italia, viene anche detto che il giorno dopo verrà rimontato, Mi sembra strano si parli di smontare il tendone oggi dopo le polemiche dei giorni scorsi.

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  17. Si sapeva da un pezzo che sarebbe stato smontato per il giro d'Italia

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