giovedì 6 maggio 2010

DRAQUILA




Un film. Un documentario. Che per noi aquilani significa aver tolto quella cupola di vetro opaco che da 13 mesi ci copre e ci soffoca.
E’ straordinario rendersi conto di come, qualcuno che viene da fuori, cioè non aquilano, sia riuscito a mettere insieme un racconto veritiero, toccante, tragico quando, per mesi e mesi, questa stessa verità sembrava impossibile non solo da raccontare, ma persino da accettare.
E come è potuto succedere? Bene, a parlare sono le persone, sì, noi aquilani, ma anche non aquilani: scienziati, personale della Protezione Civile, politici …

E sì, 700 ore di riprese, montate in un racconto: un documentario che scivola sull’Aquila, la disinformazione, la sospensione dei diritti, il trionfo mediatico, le funzioni dimenticate della Protezione Civile, l’inceneritore di Acerra, ed infine le voci della notte del 6 aprile: chi rideva, chi piangeva implorando l’aiuto di chi non c’era. 15 vigili del fuoco presidiavano una città in odore di catastrofe.
E ancora la gratitudine di molti, rassegnati, lontani, entusiasti, innamorati: “lo abbraccerei” dice una signora, riferendosi al premier; “lo stato ha fatto tanto” – chi è lo Stato?- “Berlusconi!”. Ma poi spiccano le rughe della vecchina con parrucca, senza denti, cui qualcuno suggerì di andare in ospizio: “ma lei ce l’ha la mamma” domanda la signora all’addetto della Protezione Civile; “sì”. “bene ci mandi sua madre in ospizio”.
Sfaccettature di aquilani disperati, soli, fiduciosi, amareggiati felici.
Il tutto con un filo conduttore storico che traccia la nascita e la crescita della Protezione Civile nazionale che, in ultimo, prendendo in mano i Grandi Eventi, tra i quali un viaggio del Papa a Brindisi, è divenuta un mostro, fortunatamente fermato e non divenuto una S.p.A..

Un racconto che ti prende, dall’inizio alla fine. E noi aquilani abbiamo pianto, riso, applaudito. E’ un racconto che si beve e disseta. Didattico.

Sabina con questo film ha dimostrato di essere cresciuta nella sua professione di regista. Sabina studia le situazioni, sceglie di montare la storia con scrupolosità, cerca filmati e testimonianze, sceglie i volti, le immagini, gli sfondi, persino i sibili e, infine, si mette da parte, costruendo mattone dopo mattone un film che di documentario ha solo la definizione, ma è molto di più.
Una metafora per me: prendere tutte queste pietre disordinate e tutti i cittadini dispersi per rimettere in piedi la nostra storia: L'Aquila.

Grazie Sabina.

11 commenti:

  1. Grazie,Sabina.
    Stefano Falone
    Ricercatore precario

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  2. la definiziaone giusta, calzante e proprio come hai scritto tu:

    Un racconto che ti prende, dall’inizio alla fine. E noi aquilani abbiamo pianto, riso, applaudito. E’ un racconto che si beve e disseta. Didattico.


    Grazie sabina

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  3. Lo "sciacallo" Guzzanti non si smentisce mai. Strumentalizza anche il nostro terremoto non perdendo ancora una volta l'occasione per aggredire il Presidente del Consiglio: con personaggi simili la sinistra perderà all' infinito la competizione con il Centro Destra liberamente votato dalla maggioranza degli italiani! Inoltre la stessa Guzzanti parla della "mia L'Aquila": ma come si permette, lei "borgatara de Roma"!

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  4. Lucio, ma lo hai visto il film? Parlano gli aquilani non Sabina.
    E poi con tutta la gente, anche "presunta" aquilana, che si è riempita la bocca di L'Aquila.
    Non mi piace che si giudichi un qualcosa che non si è visto.
    Può darsi che la Guzzanti ti sia antipatica ma il film è molto molto bello e te lo dice una che era prevenuta!

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  5. Attendo con ansia di vederlo, già dai giorni precedenti, ma adesso, cara Giusi, grazie alle tue parole, non vedo l'ora di tornare nuovamente a casa per vederlo (assistere alla proiezione di questo film a Pisa, dove studio, non avrebbe molto senso...). Spero che il lavoro della Guzzanti abbia successo e rituoni in tutta Italia, richiamando l'attenzione al caso, che è visto nei più svariati modi. Qui in Toscana ne ho sentite delle belle, anche da persone alle quali avrei attribuito il fatto di essere intelligenti o quanto meno coscienziose... Ma in fondo, credo che, per tutti, oramai, "avete le case, quindi che volete di più" e solo per pochi, ahinoi, "le notizie vengon sempre più filtrate, vero?".
    Un abbraccio
    Roberta

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  6. Grazie Roberta. Il film ti piacerà perchè sono gli aquilani a parlare. Almeno un po' di verità andrà in giro.

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  7. ma io non capisco...
    la guzzanti quasi non parla, come dice giusi a parlare sono per lo piu aquilani, volontari della protezione civile, il tipo della commissione grandi eventi, parisse, e molti non li ricordo...
    volendo escludere i politici, come cazzo fa molto gente a dire che la guzzanti non si doveva permette?
    il suo film rispecchia la realtà! forse è stata l'unica che ha le palle di fare una cosa così!
    e se poi vogliono il film a cannes, bè! vorrà dire pure qualcosa, no!!!

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  8. Se ho emesso un giudizio, che può non essere condiviso o meno, è perchè ho visionato il film in anteprima tramite un provider straniero. La mia opinione è sempre la stessa: la Guzzanti, come sua abitudine, strumentalizza per fini politici anche la nostra tragedia (G. L. Pesce)

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  9. Io non mi sento strumentalizzata dalla Guzzanti, mi sento strumentalizzata e violata da chi MAI ha detto cosa stava succedendo a L'Aquila e nell'intero paese.
    Non mi piace pensare che per la mia casa non ci sono soldi e per il viaggio del Papa a Brindisi sì. E ci prendono anche l'8 per mille!!
    La nostra tragedia è stata striìumentalizzata da chi ci considera ignoranti e portatori di voti.
    Sabina ha guadagnato tutta la mia stima. E, ripeto, ero prevenuta

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  10. Ho visto il film. Ha fatto parlare tutti. Ha concatenato i fatti (naturalmente dando la sua interpretazione -d’altra parte cosa non lo è?-).

    Il problema è nostro, è atavico (io ti voto, tu fammi vivere tranquillo, che non voglio sapere nulla).

    All’uscita il pensiero è corso all’Eternauta (http://it.wikipedia.org/wiki/L'Eternauta), alla continua attesa da parte dei protagonisti degli aerei, degli aiuti dall’esterno…che gli altri sappiano,che gli altri vedano la nostra situazione…

    ecco, noi siamo a Cannes…

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  11. Grazie per il link dell'Eternauta che non conoscevo.
    Siamo a Cannes, noi

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