domenica 18 aprile 2010

Io non ho delegato nessuno


Forse la mia è una riflessione inutile, ma ci tengo a farla.

Come cittadini in Italia abbiamo la possibilità di eleggere i nostri rappresentanti a tutti i livelli: Comune, Provincia, Regione e Governo. Di solito lo si fa dopo che gli eleggibili presentano un programma sul quale, ci si può confrontare (oddio non è sempre così, ma dovrebbe esserlo).

Ora qui a L’Aquila c’è stato un terremoto e nessuno di noi ha delegato con voto alcun rappresentante che possa avviare la ricostruzione della città. E’ paradossale, quindi, che oltre a non partecipare all’idea della nostra nuova città, neanche possiamo conoscerne il Masterplan.

Democrazia vuole che i nostri rappresentanti presentino a noi il progetto o i progetti e che, assieme, li discutiamo.

Io non ho delegato nessuno per la ricostruzione della mia città, non c’è a priori un’idea dell’ Aquila di sinistra o di destra, di maggioranza o opposizione, che io abbia votato. Ed è altrettanto paradossale anche il pensiero che avremmo potuto farlo, come se la ricostruzione della città dove viviamo dovesse dipendere da chi è stato eletto.

Nella città io ci vivo, gli aquilani ci vivono, così come in tutto il nostro territorio e non possiamo delegare nessuno a rifarcela senza essere consultati.

Ripeto: io non ho delegato nessuno, con il mio voto, a ricostruire la mia città.

3 commenti:

  1. ci pensavo da tanto tempo... all'epoca votammo i nostri amministratori per il programma che avevano presentato...
    siccome c'è stato un terremoto tutti i programmi che abbiamo votato sono risultati impraticabili... quindi siccome tutti i nostri consiglieri e assessori per cause di forza maggiore non possono mantenere fede al programma presentato... ora, mi sembra opportuno che
    1) si proceda alla dimissione di tutti gli eletti.
    2) ripresentino un programma con le linee guida della ricostruzione e quello che propongono di fare.
    3) si rifanno le votazioni.
    4) e noi scegliamo il programma che più ci aggrada...

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  2. Il problema è che per fare tutto questo i politici ci mettono almeno un anno e intanto la città muore

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  3. Appunto! Le istituzioni sono la garanzia di continuità, amministrativa e di coesione sociale e civile. Vige il principio che la classe eletta e rappresentativa, debba traghettare la gestione pubblica dall'emergenza alla normalità.
    La legge prevede regolari appuntamenti elettorali e deroghe, poi esiste la sensibilità di ogni politico assumersi le giuste iniziative per affrontare la crisi. Non si può cavalcare l'onda antipolitica a cuor leggero, bisogna contrastare il sano rifiuto di una triste realtà, quella della città non ancora in via di ricostruzione, rifiutando chi è preposto a gestirla.
    Ogni approccio di collaborazione è doveroso, cittadinanza attiva come mai prima all'Aquila è richiesta per valorizzare le qualità locali e confermare opportunità di ripresa delle attività regolari e trasformare la crisi in sviluppo, qualità, vivibilità che si fonda sempre e comunque sulla fiducia reciproca.

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