Il nome di questo blog riporta il tempo che mi sembra sia passato dal momento in cui mi sono svegliata il 6 aprile 2009, a causa del sisma che ha colpito la mia città, e l’attimo nel quale ho percepito che la scossa si affievoliva. Non è il tempo a determinare la successione degli eventi, bensì è proprio lo scorrere degli eventi che determina il tempo che passa.
mercoledì 31 marzo 2010
Le assemblee
Mi trovo bene nelle assemblee di Piazza Duomo, anche se sono caotiche, dispersive e, per ovvie ragioni di tempo, non danno voce a tutti.
Però mi piacciono. Mi sento parte di una comunità. Della comunità cittadina, per la prima volta nella mia vita.
I problemi ci sono. Alcuni dicono che non siamo rappresentativi, eppure la discussione faccia a faccia, la preferisco. Perché le parole scritte, come queste che sto digitando, hanno un effetto sulle persone che non vedo. E se vengono mal interpretate, ribattere poi è difficile.
Inoltre ho l’impressione che la partecipazione debba passare attraverso una presa di coscienza di tutti e che, per la nostra città, dobbiamo usare il nostro tempo, ricavandocelo in qualche modo.
Oggi la partecipazione c’è stata ed è stata migliore di altre volte, le accuse di egemonia, sono scemate.
Così le posizioni sembrano convergere, a volte esasperate dai più passionali e limate dai più moderati.
A L’Aquila sta succedendo qualcosa di unico. La cittadinanza si confronta, fa proposte, stabilisce gli obiettivi.
Alcune parole pesano e non sono le nostre: minoranza, rappresentatività, oscuri giochi dietro di noi.
Cito le parole, quelle che sono pietre:
«Questa è la prepotenza delle minoranze: denunceremo tutti» [Il Prefetto]
«Sembra che ci sia qualcuno molto interessato alle ‘carriolate’ perché vuole creare dal punto di vista politico un gruppo che abbia autorità nella ricostruzione della città. » [Monsignor Molinari]
Un’unica risposta a tutti. Certe volte mi ritrovo a pensare a fatti estranei al mio lavoro usando come parametro proprio il mio mondo lavorativo. Credo di farlo per semplificare. Poi rido di me: non tutto il mondo è un Ateneo, per fortuna.
Per questo, a tutti quelli che ci stanno giudicando, secondo parametri del loro mondo, voglio dire: non tutto il mondo è fatto con i parametri dei politici, cioè non è che bisogna per forza contare i numeri come se si fosse ad un’elezione, occorre analizzare i contenuti e, forse, sono quelli che spaventano e si cerca di annientare. Anche i giochi poi, sappiate che noi non ne facciamo, in “gioco” è la nostra città, non un appalto.
Comunque anche noi sappiamo girare i dati. Quindi se una sconfitta può essere vista come una vittoria paragonandola al passato, noi stiamo vincendo alla grande: mai a L’Aquila la cittadinanza si è fatta sentire così forte.
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