Il nome di questo blog riporta il tempo che mi sembra sia passato dal momento in cui mi sono svegliata il 6 aprile 2009, a causa del sisma che ha colpito la mia città, e l’attimo nel quale ho percepito che la scossa si affievoliva. Non è il tempo a determinare la successione degli eventi, bensì è proprio lo scorrere degli eventi che determina il tempo che passa.
sabato 13 marzo 2010
Frasi e abbracci
Oggi a Roma, Piazza Del Popolo. Tante bandiere, palloncini, scritte varie. La mia “L’AQUILA 2010, RIAPRIRE LA CITTA’”.
Mi guardavano incuriositi, poi leggevano il cartello: alcuni annuivano, altri mi fissavano, con “sin-patia” , altri proprio esprimevano pena. Molti, tanti sorridevano e mi dicevano frasi di ogni tipo:
« Bravi! »
«Solidarietà!»
«Ma sei proprio dell’Aquila, L’Aquila?»
«Vi darei un pugno in testa, perché non vi siete svegliati prima?»
«Ma va così male come dite?»
«Se anche vi riparavano le case, voi ci sareste riandati? Avevate case di cartapesta!»
«Più di 30000 sfollati ancora!! E noi li stiamo pagando?»
«Mica potete pensare che vi ricostruiscono subito il centro!»
«Ve la dovete prendere anche col PD, che non ha detto niente!»
«Ma quanti soldi avete ottenuto col G8?»
«Dovevate venire tutti qui oggi, dove siete?»
Con altri è andata meglio. Volevano sapere tutto. Ho indicato dove possono leggere i dati veri, dove la nostra storia, i nostri monumenti.
Un signore lo ricordo bene, non lo dimenticherò.
Mi ha chiamato, «Signora, signora..»
«E’ aquilana?»
«Posso stringerle la mano?»
Poi mi ha tirato a sé, mi ha abbracciato e baciato sussurrando:
« Voi siete l’esempio per questa nazione allo sfascio»
Ce la faremo.
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cartello simile, stessa esperienza
RispondiEliminasignora come mai è da sola?
a me hanno detto anche questo
maria cristina
Peccato che non ci siamo incontrate!
RispondiEliminaPeccato non averti incontrata, ti avrei abbracciata anch'io, come quel signore penso che stiati ridando un senso alla parola "cittadinanza"
RispondiEliminaun abbraccio
la prossima volta ci andiamo tutte insieme!
RispondiEliminaOvunque, dobbiamo raccontarci ovunque.
RispondiEliminaRIAPRIRE LA CITTA'