domenica 7 marzo 2010

La mia lettera al Ministro Prestigiacomo

Egregio Ministro Stefania Prestigiacomo,
sono una cittadina aquilana, una delle tante del “popolo delle carriole”.
Ho appena letto e sentito che (sue parole) la protesta in atto a L’Aquila è di fatto superata perché, a breve, esercito e vigili del fuoco provvederanno alla rimozione delle macerie indirizzandole nei siti individuati.
Prima ancora che cominci la rimozione, le rendo noto che nelle ultime due settimane, a L’Aquila, non si è meramente manifestato, piuttosto si è dimostrato che le macerie non sono materiale da rimuovere in fretta e senza alcun progetto. Le macerie, al momento ferme all’interno dei centri storici della città e dei borghi del cratere, sono state da noi smistate e differenziate e abbiamo dimostrato che, non solo il materiale da inviare a siti predisposti è assai meno di 5 milioni di tonnellate, ma, soprattutto, che esse contengono materiali immediatamente riutilizzabili (mattoni, coppi, pietre), alcuni “preziosi” e da catalogare (pietre di pregio), altri riciclabili (ferro, legno, rame, vetro e plastica).
Le chiediamo di tener presente che non permetteremo che le nostre macerie vengano portate via indiscriminatamente senza alcuna catalogazione e smistamento in loco. Non permetteremo, ancora, che i tanti disoccupati aquilani non siano chiamati a lavorare per la rinascita della loro città. Non permetteremo che la ricostruzione del centro storico inizi senza i materiali di cui ha bisogno.
La invito, pertanto, ad un confronto sereno con i cittadini aquilani che in questi giorni stanno dimostrando che le macerie non sono un affare da concludere al più presto, quanto una partita nella quale si vuole essere protagonisti e vincitori. Abbiamo la manodopera e le professionalità che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi.
In attesa di essere da lei ricevuti
Le invio
Distinti saluti
Giusi Pitari

9 commenti:

  1. brava Giusi, ne hai di grinta!
    ti rammento un altro aspetto del problema:
    il rischio dello smaltimento industriale delle macerie, oltre che alla perdita di materiale, definibile "storico", riutilizzabile, è anche quello di un dirottamento su impianti per il confezionamento del calcestruzzo, senza la garanzia di una selezione di qualità. Il rischio è la produzione di calcstruzzi di minor pregio. Pretendete la certificazione di filiera.

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  2. Ce la metteremo tutta, grazie anonimo

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  3. Ma per gentilezza, possibile che al momento opportuno tutti siano scienziati? Un pò di umiltà, fate lavorare gli "addetti ai lavori", per il vostro bene.

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  4. Di addetti ai lavori qui a L'Aquila ne abbiamo a bizzeffe!!

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  5. per l'anonimo.....quelli degli appalti che ridevano sono addetti ai lavori? Chiariscimi per favore......

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  6. Fino a quando il nostro bene sarà nelle mani di un Gianni Letta o di un Denis Verdini, caro anonimo, nessuno di noi abbasserà la guardia.
    Stefano Falone
    Ricercatore precario

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  7. All'anonimo, 11 mesi di inerzia li chiami , al momento opportubo? Vergognati tu e gli addetti ali lavori. carla

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