venerdì 24 settembre 2010

Storie aquilane

Vi racconto la storia di una mia carissima amica, nonché collaboratrice; nome di fantasia: Lea.
Lea lavora a L’Aquila, con regolare contratto a tempo indeterminato presso l’Università degli Studi dell’Aquila: dopo anni di precariato all’interno dell’Ateneo ( con titoli da vendere)  ha vinto un regolare concorso.
Il 6 aprile 2009 risultava stabilmente dimorante a L’Aquila, Pettino per la precisione. A L’Aquila, in realtà, lei abita da più di 10 anni. La sua casa di Pettino, in affitto, ha riportato danni strutturali ed è stata classificata “E” (è da abbattere).  Per pura casualità al 6 aprile ancora non risultava residente a L’Aquila: aveva appena iniziato la trafila burocratica per il trasferimento di residenza da Lanciano a L’Aquila, perché finalmente lavoratrice a tempo indeterminato. Proprio perché residente ancora a Lanciano,  ha continuato a pagare le tasse: il suo stipendio, cioè, è sempre stato netto.  
Dopo un primo periodo di pendolarismo massacrante da Lanciano, dove era tornata a casa dei suoi genitori, Lea decide di cercarsi una casa in affitto a L’Aquila e la trova. A Marruci. Nel frattempo, chiede di poter avere il contributo di autonoma sistemazione che, dopo un lunghissimo carteggio (per dimostrare la stabile dimora ha dovuto presentare anche le cartoline che riceveva a Pettino dai suoi amici) le viene concesso. Ma solo fino all’11 gennaio 2010, perché da quella data risulta residente nel comune di Pizzoli. Cioè, in soldoni, la sua pratica di trasferimento di residenza è andata a buon fine e, logicamente, Lea si è spostata nel Comune di Pizzoli.
Rea di aver cambiato residenza, ha perduto il contributo di autonoma sistemazione che il Comune dell’Aquila non le può dare perché residente a Pizzoli, e il Comune di attuale residenza non può corrisponderle perché al 6 aprile 2009 non risiedeva lì. Paradossalmente se avesse mantenuto la residenza a Lanciano avrebbe avuto diritto al C.A.S. o all’affitto tramite Protezione Civile, insomma a tutto.
Così Lea, che dopo anni, finalmente, ha ottenuto un lavoro stabile e, quindi, ha potuto cambiare residenza trasferendosi definitivamente nel territorio aquilano dove lavora, ha perduto ogni diritto.
Da notare che non si è trasferita da L’Aquila a Pizzoli, ma da Lanciano a Pizzoli. E, inoltre, Pizzoli è nel cratere.
Ditemi se è giusto.

2 commenti:

  1. Certo che no! Non è giusto, così come tutte quelle iniziative che si sono scontrate contro il muro della burocrazia, una burocrazia inutile e distruttiva.
    Io a L'aquila ci ho vissuto 7 anni, ero li la notte del 6 aprile. Non ho vissuto le tendopoli, perchè da studentessa fuorisede sono tornata al mio paese, ma a settembre ero di nuovo in quella che ho considerato a tutti gli effetti la mia seconda città. Questa mattina la mia vita da studentessa universitaria fuorisede è finita negli scatoloni. Ho lasciato L'Aquila con un macigno sullo stomaco, e spero davvero di poter tornare un giorno e di trovare L'aquila che ho conosciuto 7 anni fa.. quella che per noi studenti era quasi una città universitaria ideale!
    A presto Prof!!

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  2. Dobbiamo lottare assieme, tutti assieme. Anche voi studenti. E questo si fa anche scrivendo questi bellissimi commenti. Ciao Princesse!

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