mercoledì 22 settembre 2010

Consiglio Regionale




Davanti alla sede del Consiglio Regionale, oggi pomeriggio, la Digos aquilana mi spiegava che sarebbe stato garantito l’accesso a non più di 30 persone per assistere alla seduta. La giustificazione apportata a tale restrizione riguardava questioni di sicurezza: data la capienza della sala, infatti, si riteneva opportuno garantire la nostra incolumità impedendo l’accesso a un numero di persone superiore.
1. Non mi risulta che ieri le circa 200 persone entrate in sala abbiano corso alcun pericolo
2. Ammesso e non concesso che la polizia locale fosse veramente con noi per garantire la nostra incolumità, stride il fatto che le dichiarazioni suddette siano state fatte mentre tutti noi, sbigottiti, guardavamo lo spiegamento di forze della polizia arrivate già stamane e allestito intorno alle ore 14.00.
Ben 75 poliziotti in assetto anti-sommossa, con tanto di scudi e caschi (qualcuno con giubbotto anti-proiettile) ci hanno accolto in fila, dall’entrata dell’emiciclo fin sulla strada che porta alla Basilica di Collemaggio.
Voci sulla presenza di facinorosi, non aquilani, serpeggiavano già da ieri sera, mentre i cittadini aquilani, impossessatisi della sala del Consiglio Regionale, davano luogo ad una vera e propria assemblea democratica, senza incidenti ma solo parole, proposte, domande.

Non mi piace questa Italia. Non mi piace che sempre ci sia la polizia, pronta ad intervenire anche pesantemente e magari a catalizzare disordini. Non mi piace che ci siano sempre poliziotti in borghese che riprendono ogni nostro respiro e che, contemporaneamente si “impedisca” ad un libero cittadino di fare riprese che riguardino loro.

Non mi piace. E non c’entra nulla col fatto che sono terremotata. E’ questione di diritti. E poi ci conoscono tutti, ormai, uno per uno.
Chi dà questi ordini?  Su quale capitolo di spesa vengono pagati questi assurdi interventi?

Anche quando il Consiglio Regionale è stato sciolto i poliziotti sono rimasti lì, imperterriti, a proteggere un palazzo vuoto, da una cinquantina di cittadini stanchi, delusi e mortificati.
Mentre chi è indagato, pluri-indagato, sotto inchiesta … viene nominato Commissario o siede nell’aula del Consiglio urlando una “excusatio non petita” e gli altri disertano la seduta dove si sarebbe dovuto parlare, a distanza di quasi 18 mesi, della ricostruzione.

Dobbiamo aggrapparci alle attività delle procure, sperando che non si fermino.


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