mercoledì 30 giugno 2010

L'UNIVERSITA', 15 MESI DOPO

L’Università degli Studi dell’Aquila comprende 9 Facoltà.
Il 6 aprile le sedi di alcune di queste hanno subito danni ingenti: la Facoltà di Lettere e Filosofia e quella di Scienze della Formazione assieme alla “governance” di Ateneo, si trovavano nel centro storico. La Facoltà di Ingegneria, posta nel polo Roio (una collina a ridosso della città) è stata resa inagibile dal sisma. Le altre Facoltà se la sono cavata con danni meno ingenti.
Dopo 7 mesi esatti dal sisma, l’attività didattica è ripartita, per tutte e nove le Facoltà, in città. Naturalmente in sedi nuove.
La “governance” si trova in una struttura all’entrata ovest della città che ospitava una scuola superiore di telecomunicazioni detta “Reiss-Romoli”. Non distante da questa, la Facoltà di Ingegneria, assieme a Scienze Motorie, ha occupato uno stabile completamente ristrutturato a tempo record, dove la didattica si svolge regolarmente per tutti i corsi di Laurea.
La Facoltà di Lettere e Filosofia si è trasferita all’interno del Polo Industriale di Bazzano, una sede disagiata che però nel 2011 verrà sostituita con strutture più idonee all’interno dell’Ospedale San Salvatore. In questa stessa area gravitano, nelle sedi ristrutturate, le Facoltà di Medicina e Chirurgia, Biotecnologie, Scienze mm.ff.nn., Psicologia, mentre Scienze della Formazione svolge la sua attività didattica, assieme ad una parte dei corsi di Psicologia, nel cosiddetto Polo Di Vincenzo, non molto distante dall’Ospedale San Salvatore.
Insomma l’Università c’è. Ci sono i suoi dipendenti (circa 1200) ci sono i suoi studenti: inaspettatamente 23.000 iscritti ad oggi.
Cosa c’è quindi che non va? Tutto il resto.
Gli studenti hanno pagato e pagano un prezzo davvero altissimo. Non tanto in termini economici, quanto riguardo i normali diritti che dovrebbero per loro essere rispettati.
Primo tra tutti: l’alloggio. Per gli studenti (i fuori sede sono più di 10000) non è stata prevista nessuna soluzione emergenziale, a parte il trasporto gratuito da alcuni comuni e altre province.
Per questo motivo gli studenti universitari dell’Aquila sono stati e sono pendolari. Il danno arrecato a loro è enorme. Specialmente se si pensa che molti di loro hanno viaggiato giornalmente anche per 4 ore, con pesanti ripercussioni sull’organizzazione dello studio e, quindi, sul successo negli esami.
Lo stato delle residenze pubbliche è il seguente:
300 posti circa nella sede “Reiss Romoli” che l’Università ha messo a disposizione dell’azienda regionale per il diritto allo studio
120 posti messi a disposizione dalla nuova residenza San Carlo Borromeo, costruita con fondi pubblici (Regione Lombardia) e gestita dalla Curia. Nessun alloggio ricostruito dalla regione Abruzzo.
Di promesse molte. A cominciare da 400 posti in una caserma, ristrutturata dalla Protezione Civile e che dovevano arrivare a febbraio, ma dato l’enorme numero di sfollati, non è ancora totalmente disponibile.
Poi ci sono i servizi, per esempio le mense: attualmente i nostri studenti mangiano in strutture provvisorie, tendoni per intenderci, freddissimi d’inverno e caldissimi d’estate. I pasti vengono forniti con servizio di catering. Una delle mense che si trova nell’area di Coppito (Ospedale San Salvatore) e di proprietà dell’Azienda per il Diritto allo Studio, pur se relativamente nuova, ha subito danni ingenti, ma non si hanno notizie di progetti di ricostruzione né di altre soluzioni. Nell’area che ospita le Facoltà di Ingegneria e Scienze Motorie non si riesce a trovare una soluzione alternativa al tendone.
Le sale studio non esistono, neanche quelle ricreative; anche queste sarebbero a carico della Regione attraverso l’Azienda per il diritto allo studio. Capita spesso di vedere studenti pranzare con un panino all’interno delle aule didattiche.
Sappiamo che alcuni studenti hanno trovato alloggio a L’Aquila e nei paesi limitrofi, ma non sempre i servizi di trasporto sono efficienti né tanto meno il prezzo richiesto per l’affitto, consono.

Sono eroi questi nostri studenti. Molti non potendo risiedere in città hanno usufruito di un servizio foresteria fornito dai volontari della Protezione Civile dell’Università ed hanno dormito in tenda fino a Febbraio per alcune notti la settimana ed ora nei container.

La città deve molto a questi studenti per questo chiedo a tutti di sostenerli in ogni modo e di fare proprie le loro legittime richieste.

Chiedo a Regione, Comune di prodigarsi per tamponare anche con strutture provvisorie tale emergenza.
Ai proprietari di alloggi si chiede di affittare a prezzi equi, di non approfittare di questa situazione disastrosa:

UNITI, per la città.

P.S.: Preciso che la questione alloggi pubblici non è competenza dell'Ateneo (che comunque ha reso disponibili i posti letto della struttura Reiss-Romoli affittata dopo il sisma), così come le mense e le sale studio. Queste strutture sono di competenza Regionale attraverso l'azienda regionale per il diritto allo studio (ADSU).

11 commenti:

  1. Scusa Giusi, non sono studente, come sai,ma sono curioso. Ho visto a Coppito 2 una nuova casa dello studente. Cos'è, quella, è funzionante o no?
    Un saluto

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  2. Sta dietro a Coppito 2 ed è un centro polifunzionale donatoci dal Canada. Comprenderà palestra, sala studio, sala ricreativa eccetera, ma non la mensa, ahimè

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  3. grazie giusi per la disamina puntuale e corretta della situazione reale dell'università. bazzano è un'oasi nel deserto, un bus ogni ora, un'ora per raggiungere il terminal di collemaggio. dubito che il prossimo anno riusciremo a mantenere lo stesso numero di iscritti. come dar torto d'altronde a chi decide di andarsene da una situazione così disagevole? l'università si fa una volta nella vita...

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  4. Sì Luca. Lo penso anch'io. Una sola volta nella vita si hanno 20 anni o giù di lì!

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  5. I ragazzi sono pur sempre ragazzi, non so chi deve recepire i loro diritti e le loro necessità. Certo è che se chi di dovere non si rende conto di questo, l'anno prossimo credo che il numero degli iscritti diminuirà sensibilmente e per ovvi motivi!

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  6. giusi, penso sia anche importante sottolineare bene le diverse responsabilità .. perchè noi docenti e il personale tutto dell'ateneo si sta facendo il mazzo senza sosta dal 6 aprile 2009, e tutto questo sforzo viene vanificato dalll'immobilismo di Regione e ADSU .. non tutti sanno ad esempio che le competenze degli alloggi NON sono dell'università, va detto, va fatto capire ...

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  7. Mi sembrava si capisse, ora aggiungo un P.S.

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  8. Cara Giusi, grazie per ciò che fai! Se ci mandi un testo sulle disponibilità lo potremmo pubblicare nella pagina del sito dell'Ateneo dedicato alle (poche) notizie sugli alloggi:
    http://www.univaq.it/section.php?id=912
    Maria

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  9. Cara Maria, ci sentiamo per telefono

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  10. Scusa, Giusi, ma un tempo vennero sguinzagliate forze dell'ordine e GdF per requisire alloggi sfitti da destinare agli sfollati.
    Considerando i numeri degli assistiti fuori cratere e, se non sbaglio, anche alcune recenti dichiarazioni del Sindaco Cialente circa la realizzazione di nuovi MAP (che comunque "costano"), non direi che l'emergenza abitativa, con stretto riferimento all'evento sismico, sia terminata!
    Mi chiedo: la requisizione degli alloggi sfitti, è decaduta, superata e non vale più, oppure no?
    E "se sì", perché?
    Me lo chiedo perché su una TV locale vedo la pubblicità di messa in vendita di interi complessi immobiliari. A parte che si tratta di complessi immobiliari costruiti e finiti da prima del sisma, e non mi spiego come mai non vennero requisiti. Ma, comunque sia, se oggi sono in vendita, vorrà dire che sono "abitabili", no?
    Non servono più?

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  11. Mi sembra di ricordare che non vennero affatto requisiti gli appartamenti sfitti, ci volevano troppi soldi! Penso che sia un problema da affrontare al più presto in assemblea quello dell'"avanzo" di appartamenti. Per di più qualche imprenditori sta costruendo nuove case da destinare agli studenti. A me sembra che siamo all'assurdo: tutte costruzioni nuove e le vecchie sfitte da ristrutturare?

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