Il nome di questo blog riporta il tempo che mi sembra sia passato dal momento in cui mi sono svegliata il 6 aprile 2009, a causa del sisma che ha colpito la mia città, e l’attimo nel quale ho percepito che la scossa si affievoliva. Non è il tempo a determinare la successione degli eventi, bensì è proprio lo scorrere degli eventi che determina il tempo che passa.
martedì 15 giugno 2010
“ad reprimendam audaciam aquilanorum”
Ci risiamo. Ci hanno nuovamente preso in giro.
Domani gli aquilani scendono tutti in Piazza per chiedere equità di trattamento rispetto ad altre catastrofi. E cioè finanziamenti veri, certezze, che possano, nei prossimi anni, farci risalire la china.
La verità è che ci stanno tenendo per il collo, con contentini che propinano in conferenze stampa alla vigilia della nostra manifestazione.
Per prendersi nuovamente le prime pagine e farci passare per ingrati, lamentosi e pigri.
I cittadini abruzzesi non dovranno restituire le tasse, i cui versamenti erano stati sospesi, a partire dal 1° luglio: un emendamento alla manovra economica, infatti, consentirà di sospendere il pagamento, per le popolazioni colpite dal terremoto, fino alla fine dell'anno.
Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, cui hanno partecipato il Commissario delegato per la ricostruzione Gianni Chiodi ed il vicepresidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis.
No, non dobbiamo starci a questo ricatto da strozzini.
Il territorio aquilano è a pezzi e non parlo, purtroppo, solo di macerie.
Chiedere l’esenzione delle tasse non è chiedere assistenzialismo, vuol dire, semplicemente, darci gli strumenti per ripartire. Come fu altrove: in Umbria, per esempio.
Chiedere di restituirle tra dieci anni, non è elemosinare, significa essere coscienti del fatto che la rinascita non potrà avere tempi brevi.
Chiedere la sospensione dei mutui su case inagibili, non pare proprio che sia chiedere la luna.
Chiedere una tassa di scopo per la ricostruzione vera, non è chiedere assistenzialismo, significa chiedere con forza che un territorio bellissimo venga restituito all’Italia intera anzi, al mondo intero.
Ma loro sono bravi a vendere per oro colato quello che io chiamo un cappio la collo: lo stringono, poi lo allentano, poi lo tirano di nuovo.
Ma non molleremo.
Tutta l’immondizia che ci sta sommergendo se la ritroveranno sotto casa.
Potete contarci!
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