venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale

E’ Natale. Pare che dobbiamo tutti essere più buoni. Ma a me pare che, più buona di così, non posso essere.
Però non vi dico che sono buona perché voglio la pace nel mondo, perché mi sto facendo in “quattromila” per debellare le malattie, le violenze sui bambini, l’equità dei diritti, per combattere le carestie, per avere un pianeta migliore, per alleviare le sofferenze di tutti i terremotati di Haiti.
No.
Abito a L’Aquila, una cittadina di poche anime (80.000 circa, compresi i comuni colpiti dal sisma del 6 aprile 2009) che, in confronto ai mali del pianeta, sono quasi nulla.
Ma sono la mia gente, quella che incontro ogni giorno, che amo e anche odio. E che da 20 mesi e mezzo vive un disagio, non lo stesso che vivo io, ma che posso comprendere.
Non è per “buonismo” quindi che auguro alla mia gente, dal profondo del cuore, un sereno Natale. Lo auguro a tutto il mondo, ma per il mondo posso fare molto meno di quello che, pur con difficoltà, posso fare per la mia città.
Buon Natale L’Aquila.
L’Aquila tutta, non solo il capoluogo di Regione, ma tutti i borghi distrutti e dimenticati.
Buon Natale alle 1.736 persone che si trovano ancora  in strutture ricettive ed in particolare ai 608 che sono fuori provincia; auguri  ai 359 nostri concittadini che vivono in caserma a L’Aquila. Ancora tanti auguri alle 14.110 persone che sono alloggiate nel Progetto C.A.S.E., ed ai 6.936 che si trovano nei MAP. Buon Natale alle 1732 persone che sono in affitto in case non proprie a L’Aquila e a quei 455 che sono in affitto fuori L’Aquila. Tanti auguri ai 14463 concittadini che dal 6 aprile sperano di prendere il contributo di autonoma sistemazione e dove siano sistemati nessuno lo sa. Buon Natale ai cittadini aquilani e di tutto il cratere che vivono nelle proprie case (quelle classificate A o quelle B e C che sono state riparate) e che si ritrovano in quartieri e paesi vuoti. Un Natale sereno a chi aspetta ancora, dopo 20 mesi, di rientrare in una casa classificata B o C, che per lungaggini, per mancanza di soldi alle imprese, ancora è costretto a vivere chissà dove. Buon Natale a tutte le case “E”, abbandonate, sole, fredde e buie, ai palazzi storici, ai monumenti e alle stradine, alla pietre e alle macerie.
Un Natale, il più sereno possibile, a tutte le famiglie che lo vivranno nel ricordo di chi non ce l’ha fatta, quella notte.
Buon Natale a chi è restato ed a chi è andato via.
Ed ancora auguri a chi ci è stato vicino, anche da lontano. 



4 commenti:

  1. Bellissimo augurio! Buon Natale a te. Che l'anno venturo ci porti tanta forza, più di quella che abbiamo. Per andare avanti. A testa alta, come sempre. Ciao Giusi.

    RispondiElimina
  2. Anna appena finito di friggere ti chiamo. Avanti tutta, ognuno con la forza che può metterci!

    RispondiElimina
  3. Bellissimo augurio, cara Prof!
    Un abbraccio fortissimo.

    RispondiElimina