mercoledì 8 dicembre 2010

L'Immacolata


Da un paio di giorni sono nervosissima, dormo male, mi arrabbio con facilità, più del solito insomma. Così stamane, sono arrivata in centro per addobbare l’albero di Natale con un umore che non era proprio quello giusto.
E così, anche per non smentirmi mai, ho suggerito ad alcuni amici di andare a portare un po’ di addobbi in zona rossa. Detto, fatto.
Transenne che si aprono, militari che cercano di fermarci e chiamano i carabinieri, la digos che ci segue. Come al solito. Piazza Palazzo, Piazza dei Gesuiti e Piazza San Pietro. Un colpo al cuore, ancora una volta.
Il palazzo scoperchiato, la chiesa mozzicata, le pietre a terra, il leone protetto. Le macerie, quelle che dovrebbero essere portate via a mano a mano (quando?), i quadri appesi alle pareti, i portoni che vomitano ancora sassi e poi una fontana messa in sicurezza, transennata, chissà perché.









Sono nervosa sì, quando sento che dopo 20 mesi il nuovo responsabile della Protezione Civile dice che, per questioni di sicurezza dei cittadini, saranno ricostruite le chiese, ma le case no, perché è prioritaria la sicurezza. E riesce a citare anche studi scientifici, mandando in sollucchero chi da tempo lo dice!
Cosa significa? Non è vero forse che ci sono tecnologie all’avanguardia? Tecniche di costruzione innovative?
No, non è questo il problema, la questione gira attorno ai soldi che non ci sono e allora, dopo 20 mesi, ci si aggrappa a tutto.
Una città d’arte, un capoluogo di regione, rischia seriamente di non venir ricostruita e la nuova L’Aquila, quella sicura, già c’è, sparpagliata in 19 costosissime new town.
Così alla rabbia si è sostituita la pena, sì, ho sentito pena per me stessa. Perché imperterrita e felice entro nella mia città, a portarle fiori e addobbi. Come se servisse a qualcosa.

E allora oggi più che mai RIAPRIAMO LA CITTA’, SMILITARIZZIAMOLA E FACCIAMOLA NOSTRA. Non sia mai detto che, siccome diroccata e ferma, non ci piace più.

2 commenti:

  1. ... si prova rabbia, pur non essendo aquilani. E questi, perdono tempo vendendo il loro voto al miglior offerente! Ma che abbiamo mai fatto, per meritare tutto questo?

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  2. Siamo stati poco attenti e ci siamo accontentati

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