Dal mio amico Luigi Fiammata: leggete fino in fondo.
Trentuno ottobre 2002.
Terremoto di San Giuliano di Puglia. Muoiono 27 bambini e una maestra.
Mancano 2350 giorni.
La
 prevenzione del rischio sismico è attività complessa. E ciascuno degli 
attori istituzionali dovrebbe avere un ruolo preciso e un coordinamento 
altrettanto preciso. E risorse finanziarie sufficienti. E ciascuno degli
 attori istituzionali dovrebbe resistere alle pressioni di chi vorrebbe 
meno vincoli, che significano costi più bassi di costruzione e maggiore 
libertà di edificare su qualsiasi terreno.
Affidare alla sola 
Protezione Civile l'attività di prevenzione, significa 
deresponsabilizzare chi dovrebbe avere il governo del Territorio.
Il
 Parlamento italiano avvia una indagine conoscitiva sul rischio sismico 
in Italia. E, in sede di Commissione di indagine, l’ 11 dicembre 2002, 
l’Assessore alla Protezione Civile della Regione Abruzzo, capofila per 
le materie della Protezione Civile nell'ambito della Conferenza delle 
Regioni, Giorgio De Matteis,  dichiara che sarebbe opportuno spostare 
tutta l’attività di prevenzione del rischio sismico sulla Protezione 
Civile, che non dovrebbe quindi intervenire solo nella gestione 
dell'emergenza, e che sarebbero opportuni provvedimenti legislativi in 
tal senso, chiarendo anche il problema delle competenze delle Regioni ed
 evitando il sovrapporsi di strumenti legislativi contraddittori.
Oggi,
 la prevenzione del rischio sismico è affidata ad una Commissione di 
esperti istituita con Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei 
Ministri del 19/1/2010; la Commissione è stata nominata dal Presidente 
del Consiglio Monti   con Dpcm del 23 dicembre 2011; secondo l’Ordinanza
 del 2010, la Commissione,  entro 30 giorni dalla nomina,  avrebbe 
dovuto definire  gli obiettivi ed i criteri per l'individuazione degli 
interventi per la prevenzione del rischio sismico.
Io, oggi,  non sono a conoscenza dei risultati del lavoro di questa Commissione.
Il
 20 marzo 2003 viene pubblicata l’Ordinanza della Presidenza del 
Consiglio dei Ministri n. 3724, che introduce una nuova normativa 
tecnica per le costruzioni in zona sismica, più severa che in passato, e
 che introduce  tecniche costruttive più avanzate,  e che da’ alle 
Regioni il compito di inserire i singoli Comuni del loro Territorio 
nelle varie zone sismiche e sei mesi di tempo per verificare la 
situazione degli edifici ritenuti strategici.  Nella proposta dei 
criteri di individuazione delle zone sismiche, L’Aquila resta 
classificata in “zona 2”, in una scala in cui, rispetto alle vecchie 
classificazioni che prevedevano 3 zone,  ne prevede 4, di cui la prima è
 quella a maggiore pericolosità.
Mancano 2265 giorni.
Il
 4 giugno 2003, la Protezione Civile sente il bisogno di pubblicare una 
Nota Esplicativa dell’Ordinanza n. 3724. Sente il bisogno di spiegare 
che l’Ordinanza è valida sin dalla sua pubblicazione; che sono le 
Regioni, che possono cambiare la classificazione sismica proposta per i 
Comuni; che le nuove norme tecniche sono immediatamente vigenti, in 
particolare per le opere considerate strategiche ( esistenti e in 
costruzione ). La Protezione Civile spiega che devono essere considerate
 strategiche tutte quelle situazioni ( edifici e opere infrastrutturali 
), il cui collasso può causare rilevanti danni: le Regioni entro 6 mesi 
devono individuare quali siano le situazioni strategiche, e avviare una 
ricognizione della situazione che durerà cinque anni.
Verrebbe da 
chiedersi da dove nasca il bisogno di spiegazioni: in fondo una norma 
dovrebbe essere scritta bene e senza equivoci. Forse.
Mancano 2198 giorni.
Con
 un Decreto, del 21 ottobre 2003, la Protezione Civile spiega cosa si 
intenda per situazione di interesse strategico di carattere statale, sia
 essa edificio o opera infrastrutturale. La Protezione Civile, si mette 
così, “in regola”, rispetto alle indicazioni della Ordinanza 3724. 
Mancano 2059 giorni.
La Giunta regionale Abruzzese lo fa il 29 
marzo 2005, con una propria Delibera, la numero 438, e pubblica un 
elenco  delle categorie di edifici e opere infrastrutturali di interesse
 strategico, di competenza regionale, la cui funzionalità, in caso di 
eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di 
protezione civile.
Ma, il 22 gennaio 2004, la 
Protezione Civile avverte la necessità di aggiornare le nuove norme 
tecniche per le costruzioni proposte con l’Ordinanza 3724 di meno di un 
anno prima, e costituisce perciò un Gruppo di Lavoro, di cui fanno parte
 tra gli altri, il Prof. Gianmichele Calvi, della Fondazione Eucentre, 
nata nel 2003 su impulso anche della Protezione Civile; il Professor 
Edoardo Cosenza, oggi Assessore Regionale in Campania alle Opere 
Pubbliche; il Professor Mauro Dolce.
Mancano 1967 giorni.
E,
 subito dopo, è il Ministro delle Infrastrutture Lunardi a costituire un
 Gruppo di Lavoro, con un Decreto il 28 gennaio 2004, con il compito, 
entro il 30/6/2004, di costruire un Testo Unico della Normativa Tecnica 
delle Costruzioni.
E’ l’avvio ufficiale del conflitto 
istituzionale di attribuzione delle competenze. A chi spetta costruire 
una nuova normativa antisismica ? Alla Protezione Civile, o al Ministero
 delle Infrastrutture ? Immagino che le faglie in movimento siano 
attanagliate da questo dubbio. E immagino anche, che sia un interesse 
preciso delle Aziende edili, tra cui quelle riconducibili alla passata 
attività del Ministro Lunardi, avere norme precise e inequivocabili.
Mancano 1960 giorni.
Si
 aggiunge un terzo attore del conflitto istituzionale: la Conferenza 
delle Regioni. Alla Regione Abruzzo , e precisamente all’Assessorato 
regionale alla Protezione Civile Giorgio De Matteis, coadiuvato dal 
Direttore Regionale alle Opere Pubbliche  D’Ascanio è affidato 
l’incarico di coordinare i lavori della Conferenza in materia di 
Protezione Civile. L’Abruzzo è Regione capofila.
E, il 26 marzo 2004 con una lettera di Giorgio De Matteis si precisano i termini del conflitto.
Si
 dichiara che la situazione che si è venuta a determinare è quella di 
una sostanziale inapplicabilità delle nuove norme tecniche, pur essendo 
in una fase transitoria ( fino a settembre 2004 ), prima della reale 
vigenza delle regole stabilite dalla Ordinanza 3724.
Si segnala il
 problematico coordinamento delle nuove norme con le disposizioni già 
vigenti, con ripercussioni su tutte le Amministrazioni Pubbliche, oltre 
che sul mondo delle professioni e dell'imprenditoria.
Naturalmente, per i cittadini, ripercussioni non ce ne sono.
Si
 segnala inoltre che la nuova normativa tecnica sulle costruzioni in 
zona sismica dovrebbe rientrare nel Testo Unico della Normativa Tecnica 
delle Costruzioni in via di predisposizione dal Ministero delle 
Infrastrutture, e il cui lavoro andrà ricondotto nell'ambito della 
Conferenza Unificata Stato-Regioni. Ma c'è anche il Gruppo di lavoro 
predisposto dalla Protezione Civile, il che crea problemi di ambiguità e
 attribuzione dei ruoli, arrivando a definire un ruolo subordinato delle
 Regioni, in questa materia.
Regioni, Ministero delle 
Infrastrutture, Protezione Civile: i tre soggetti istituzionali che 
rivendicano, ciascuno, un ruolo preminente.
Infine, la Lettera, fa
 presente che anche la classificazione sismica del Territorio è in 
realtà tutta da definire, perchè alla Protezione Civile spetterebbe il 
compito di fare una proposta che individui criteri generali per 
l'individuazione delle zone sismiche, cui dovrebbero seguire i pareri di
 una serie di soggetti, tra cui la Conferenza Unificata, prima della 
formale approvazione governativa.
Mancano 1902 giorni.
Ad
 aprile del 2004 l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia 
pubblica la mappa di pericolosità sismica prevista dall'Ordinanza 3724. 
L'Aquila è di color viola. Di più pericoloso, in Italia, ci sono solo 
due piccole zone color blu, una nell'Appennino calabrese, l'altra nel 
sud della Sicilia.
L’ 8 luglio 2004 viene pubblicata 
l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3362. E’ 
istituito un Fondo straordinario per intervenire sul rischio sismico, e,
 per gli anni 2004 e 2005, si stabilisce che ci sono disponibilità di 
67,5 milioni di euro per interventi di competenza delle Regioni, e 32,5 
milioni di euro, sempre per gli anni 2004 e 2005 per interventi di 
competenza statale.
Ma, con questa Ordinanza, si stabiliscono i 
fondi disponibili per il solo 2004. Per il 2005, si provvederà secondo 
la nuova mappa del rischio sismico in via di definizione.
Le 
Regioni, per poter usufruire di tali fondi, entro 120 giorni, devono 
trasmettere al Dipartimento della Protezione Civile un piano degli 
interventi che intendono realizzare. Anche cercandosi qualunque altra 
fonte finanziaria disponibile. Chi non si muove nei tempi previsti, può 
vedere la propria quota di risorse assegnata ad altri.
All’Abruzzo, l’Ordinanza assegna 2. 287. 573 euro.
Mancano 1798 giorni.
La
 Regione Abruzzo, Direzione LL.PP. e Protezione Civile, in attuazione di
 quanto previsto dall'Ordinanza  3362/2004  ha elaborato il Primo 
Programma Regionale per le Verifiche Tecniche. Il Programma, approvato 
con delibera della Giunta Regionale n. 194 del 28 febbraio 2005 e 
integrato con le modifiche previste dalla D.G.R.A n. 792 del 17 luglio 
2006, prevede l'esecuzione di verifiche tecniche su 254 edifici 
strategici e rilevanti e su 25 ponti. Ma, per garantire trasparenza 
nelle modalità di individuazione dei tecnici incaricati delle verifiche,
 dobbiamo attendere la pubblicazione di una procedura di evidenza 
pubblica sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo del 13 settembre
 2006.  La Delibera di Giunta è emanata 235 giorni dopo questa 
Ordinanza, la si integra 739 giorni dopo  e l’individuazione dei tecnici
 cui affidare le verifiche, è normata 797 giorni dopo, non entro i 120 
giorni previsti dall’Ordinanza.
Il 13 settembre del 2004 
il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, 
scrive a Giorgio De Matteis, nella sua qualità di Assessore alla 
Protezione Civile dell’Abruzzo, capofila in materia per le Regioni 
italiane. In vista dell’entrata in vigore il 9 novembre del 2004 delle 
nuove Norme Tecniche, chiede che venga convocato un Tavolo Tecnico per 
il 21 settembre, premurandosi però di chiarire che la nuova Normativa 
Tecnica per le costruzioni in zona sismica ha un carattere transitorio, 
visto che nel frattempo, il Governo ha emanato una nuova Legge che 
prevede una normativa organica in materia di costruzioni in zona sismica
 e sulla quale il Presidente della Conferenza delle Regioni, Ghigo 
presidente del Piemonte è intervenuto con una pesante lettera ai 
Capigruppo del Parlamento rivendicando le competenze regionali in 
materia.
Mancano 1731 giorni.
E le nuove Norme Tecniche per 
le Costruzioni in zona sismica sono diventate una disciplina 
transitoria, in vista di una normativa organica, oggetto di studio di 
due Gruppi di Lavoro, con le Regioni che chiedono sia chiara la propria 
parte.
Il 22 settembre 2009, Giorgio De Matteis scrive 
invece a tutte le Regioni, e per conoscenza a Bertolaso, convocando per 
il 28 settembre successivo, una riunione tecnico-politica, delle sole 
Regioni , che deve avere il compito di discutere gli elaborati 
tecnico-normativi trasmessi dalla Protezione Civile, delle cui posizioni
 si “prende atto”, anche alla luce della nuova Legge del Governo, la 
numero 186 del 27/7/2004, che prevede un Testo Unico sulla Normativa 
Tecnica per le costruzioni in zona sismica.
Mancano 1722 giorni.
La
 riunione, poi, si svolge il 28 settembre, anche alla presenza della 
Protezione Civile, che assicura una proroga alla scadenza del 9 novembre
 per l’entrata in vigore delle norme dell’Ordinanza 3724, così come 
richiesto dal mondo professionale.  De Matteis chiede una proroga, tutti
 chiedono una proroga, finendo con il considerare l’Ordinanza come 
provvisoria in attesa del Testo Unico.
E, il 18 ottobre 
2004, Giorgio De Matteis scrive a tutte le Regioni, e per conoscenza 
alla Protezione Civile, che è emersa la necessità di costituire un 
Tavolo Tecnico Ristretto delle Regioni che proceda all’esame tecnico 
istruttorio delle nuove Normative Tecniche proposte dalla Protezione 
Civile, formulando osservazioni e suggerimenti, che saranno poi 
sottoposti al Tavolo Tecnico di tutte le Regioni e Province Autonome per
 l’opportuna condivisione che consentirà di trasmettere il tutto alla 
Commissione che la Protezione Civile aveva costituito per la revisione 
delle norme dell’Ordinanza 3724. La Protezione Civile chiede che questa 
trasmissione avvenga entro il 15 novembre. Ma, Bertolaso, con la sua 
lettera all’Abruzzo del 13 settembre, non aveva detto che la nuova 
normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica sarebbe entrata in 
vigore il 9 novembre ?
Mancano 1696 giorni.
Il 
giorno dopo, il 19 ottobre 2004, Giorgio De Matteis scrive nuovamente a 
tutte le Regioni alla Protezione Civile, dando conto di una riunione 
tenuta il 26 luglio tra le Regioni per valutare la nuova mappa di 
pericolosità sismica proposta dall’INGV. Questa riunione si era tenuta 
su sollecitazione all’Abruzzo da parte della Protezione Civile.
Nella
 riunione, la Protezione Civile sostiene che il quadro normativo non 
presenta alcuna ambiguità, e che la mappa della nuova pericolosità 
sismica proposta dall’INGV è uno studio di altissima qualità, rafforzato
 da numerosi confronti con altre autorità straniere e con la comunità 
scientifica.
La Protezione Civile è fermamente intenzionata a dare
 attuazione all’Ordinanza 3724 ed è quindi vicina all’emanazione di un 
provvedimento organico, sia sulla pericolosità sismica, che sulle norme 
tecniche di costruzione. Intervengono tutte le Regioni, e l’Assessore De
 Matteis sintetizza, alla fine della riunione, che le Regioni sono 
disponibili a tutti gli approfondimenti tecnici, ma che lo Stato deve 
fare chiarezza sulle contraddizioni e conflittualità istituzionali 
emerse, e che per quel che riguarda la mappa di pericolosità sismica 
elaborata dall’INGV, se ne deve discutere in sede di Conferenza 
Unificata Stato-Regioni.
Finalmente, arriva il 5 novembre 
2004, e viene pubblicata l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei 
Ministri numero 3379, con la quale è prorogata la possibilità di 
continuare a progettare e costruire, con le vecchie mappe sismiche, e 
con la vecchia normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica, 
fino a marzo del 2005.
Mancano 1679 giorni.
Il 17 
dicembre 2004, l’Assessore De Matteis dà conto, in una lettera inviata a
 Bertolaso e a tutti i Presidenti di Regione,  del lavoro elaborato dal 
Tavolo Tecnico ristretto, e giustifica il ritardo con cui si trasmette 
questo lavoro svolto, data la sua alta complessità. Nella sostanza, si 
chiede alla Protezione Civile di non emanare nuove Norme Tecniche per le
 costruzioni in zona sismica, ma di accogliere il contenuto delle 
Osservazioni delle Regioni, per poi compiere un ulteriore passaggio 
nella Conferenza Unificata Stato-Regioni per le opportune valutazioni di
 merito e istituzionali.
Nelle Osservazioni sulla normativa 
tecnica per le costruzioni in zona sismica, si legge che, per gli 
edifici esistenti, assume grande rilievo il rapporto costi/benefici, ed è
 necessario avere tempo, per esplorare una serie di esempi numerici che 
mettano a confronto  i risultati ottenibili con la vecchia normativa e 
quelli con la normativa proposta, sia in termini di rischio, sia in 
termini di costi. E si chiede di differire l’entrata in vigore della 
normativa, sino ad una sua completa e profonda revisione.
Anche perché, è evidente, che negli edifici esistenti, non ci abita nessuno.
Mancano 1637 giorni.
A
 questo punto, il 18 gennaio 2005, la Protezione Civile, con una 
Lettera  di Guido Bertolaso inviata a Giorgio De Matteis e 
all’Architetto D’Ascanio, dichiara che il Gruppo di lavoro incaricato di
 aggiornare la normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica 
 prevista nell’Ordinanza 3274/2003, accoglie tutte le Osservazioni delle
 Regioni, le integra con quanto già predisposto dalla Protezione Civile,
 ed è pronta ad emanare una nuova Ordinanza, che prende atto delle 
osservazioni delle Regioni e renda definitive le norme.
Mancano 1605 giorni.
Ma
 le Regioni, non ci stanno, e il Tavolo Tecnico riunito presso la sede 
della Regione Abruzzo a Roma, fa sapere, il 2 febbraio 2005, che nessuna
 nuova Ordinanza può essere emanata, senza il parere della Conferenza 
Stato-Regioni, peraltro, si fa osservare che nella proposta di nuova 
Ordinanza illustrata dalla Protezione Civile, sono numerosi gli elementi
 di merito, di metodo, e di principio, insoddisfacenti, e si auspica la 
convocazione di un Tavolo Tecnico che metta insieme Ministeri, Regioni 
ed Enti Locali.
Il giorno dopo, è la Conferenza delle Regioni, a chiedere ufficialmente quanto già anticipato dal tavolo Tecnico delle Regioni.
Mancano 1590 giorni.
Bertolaso,
 a questo punto, il giorno dopo, 3 febbraio 2005, coglie l’occasione di 
un quesito inviato da Confindustria alla Protezione Civile nel dicembre 
del 2004, per affermare con una Lettera di risposta,  che la proroga 
dell’entrata in vigore delle nuove norme tecniche di costruzione al 
marzo del 2005, non riguarda invece la classificazione dei Comuni nelle 
nuove zone sismiche, che entrerà invece ufficialmente in vigore quando 
le Regioni decideranno di adottare gli opportuni provvedimenti in 
merito.
Bertolaso così, scarica sulle Regioni la responsabilità di
 una insanabile contraddizione: il mese dopo dovrebbero entrare in 
vigore nuove norme tecniche di progettazione e costruzione, che le 
Regioni contestano, che il Ministero delle Infrastrutture vuole 
ricomprendere in un Testo Unico, legate ad una classificazione sismica 
del Territorio, frutto di un importante lavoro scientifico dell’INGV, 
anch’essa contestata dalle Regioni, da cui dipende comunque inserire i 
singoli Comuni in una zona di pericolosità sismica, piuttosto che in 
un’altra.
Intanto, il 29 marzo 2005, con Delibera 438 
della Giunta Regionale abruzzese, viene recepito il lavoro dell’INGV 
sulla classificazione sismica del Territorio. L’Aquila è nella zona 
sismica 2.
Mancano 1535 giorni.
E, una nuova 
Ordinanza, la numero 3341 del 3 maggio 2005, proroga di ulteriori tre 
mesi l’entrata in vigore delle nuove norme tecniche per la progettazione
 e costruzione in zone sismiche. L’entrata in vigore sarà poi prorogata 
con Ordinanza del 13/10/2005 al 23 ottobre 2005, per saldarsi con 
l’entrata in vigore del Decreto del Ministero delle Infrastrutture, di 
concerto con il Ministero dell’Interno e con il Dipartimento della 
Protezione Civile del 14 settembre 2005, recante approvazione delle “ 
Norme Tecniche per le Costruzioni”.
Il primo dicembre 2005
 si svolge a Roma un Convegno sulle Norme Tecniche per la Costruzione, 
uno dei relatori è Angelo Balducci, presidente del Consiglio Superiore 
dei Lavori Pubblici. ( Intenzionalmente scrivo presidente con l’iniziale
 minuscola ).
Il Testo Unico, magnificato come una riforma 
storica,  è pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dopo meno di due anni di 
lavoro, del Gruppo di lavoro, che doveva concludere i propri lavori 
entro il 30/6/2004. Il nuovo Testo Unico sarà accompagnato da un Gruppo 
di monitoraggio che verifichi l’applicabilità delle norme, 
immediatamente operative, per raggiungere l’obiettivo della sicurezza 
delle costruzioni ai fini della pubblica incolumità e della 
conservazione delle costruzioni. Non una parola per costruire strumenti 
di intervento seri sul patrimonio edilizio esistente.
Mancano 1289 giorni.
Ma,
 il 28 febbraio 2006, è lo stesso Angelo Balducci, ad istituire un 
Gruppo di Lavoro che ha l’obiettivo di costruire una proposta di 
aggiornamento riguardante i criteri di classificazione sismica del 
Territorio e di verificare la compatibilità tra il Testo Unico sulle 
Norme Tecniche per le Costruzioni, e l’Ordinanza 3274/2003. Del Gruppo 
di lavoro fanno parte, tra gli altri il Dottor Giovanni Guglielmi, ex 
provveditore alle Opere Pubbliche per l’Abruzzo, intercettato durante 
alcune inchieste della Procura della Repubblica de L’Aquila, il 
Professor Franco Braga, attuale Sottosegretario alle Politiche Agricole 
nel Governo Monti, il Professor Gian Michele Calvi della Fondazione 
Eucentre.
Mancano 1200 giorni.
Il 18 aprile 2006, il
 Servizio Previsione e Prevenzione dei Rischi della regione Abruzzo, fa 
il punto sulla situazione della Nuova Normativa Tecnica per le 
Costruzioni, forse anche a beneficio della nuova Giunta Regionale nel 
frattempo eletta.
Vi è una  ricostruzione storica dell’iter 
normativo; la sottolineatura che il nuovo Testo sulle norme Tecniche per
 le Costruzioni avrà un periodo transitorio di 18 mesi fino al 25 maggio
 2007, durante il quale potrà essere utilizzata la previgente normativa.
 Si rileva inoltre che nel marzo 2006 il Ministero delle Infrastrutture 
ha presentato la nuova mappa di pericolosità sismica del Territorio, 
proposta dall’INGV nel 2004, e che le Regioni avranno un anno di tempo 
per procedere alla nuova classificazione sismica dei Comuni. Fermo 
restando, che, per le Regioni, continuano ad esservi aspetti di metodo e
 di merito sulla normativa che richiedono chiarimenti e interventi nella
 sede della Conferenza Unificata Stato Regioni.
La preoccupazione è
 tutta per i progettisti, i costruttori, e le possibilità di controllo 
delle Regioni. I cittadini non sono mai citati.
Il 28 
aprile 2006 viene pubblicata l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio 
dei Ministri n. 3519. Sono approvati i criteri generali e la mappa di 
pericolosità sismica del Territorio. Il Gruppo di Lavoro, istituito da 
Angelo Balducci come presidente del Consiglio Superiore dei Lavori 
Pubblici, ha il compito, entro la fase di transizione per l’entrata in 
vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni, di armonizzare le norme 
con la classificazione sismica. L’Aquila è inserita, graficamente, nella
 zona di massima pericolosità.
Mancano 1141 giorni.
Il
 12 luglio del 2006, la Conferenza delle Regioni torna sull’argomento 
delle Norme Tecniche, connesse con la classificazione sismica: chiede di
 poter consentire anche alla Pubblica Amministrazione di progettare e 
costruire entro il periodo di transitorietà della vigenza della norma, 
secondo le vecchie regole, anche per progetti già approvati, e non solo 
per opere iniziate; e per questo si propongono emendamenti al testo 
normativo; e, inoltre, afferma una questione assolutamente vera: per 
effettuare i controlli necessari, le Regioni non hanno né il personale, 
né le risorse finanziarie sufficienti.
Mancano 1066 giorni.
Il
 regime transitorio per l’operatività delle norme tecniche per le 
costruzioni, viene prorogato dal Governo una prima volta  fino al 31 
dicembre del 2007, dalla Legge Finanziaria del 2006, poi, viene 
prorogato al 30 giugno 2009 con l’approvazione in Legge del Decreto 
Milleproroghe del 2007 e con il Decreto Milleproroghe del 28 febbraio 
2008, il periodo transitorio per l’operatività delle norme tecniche per 
le costruzioni viene prorogato a giugno del 2010.
Al Governo vi era il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, prima, e il Presidente del Consiglio Romano Prodi poi.
Il 28 febbraio del 2008, mancano 470 giorni.
Il 6 aprile del 2009 alle 3 e 32 del mattino sono finiti i giorni.
Questa è la storia di uno Stato che mangia sé stesso e ignora i suoi Cittadini e il bene comune.
Questa
 è la storia in cui i diversi Apparati, e le diverse Istituzioni dello 
Stato sono in guerra tra loro per ragioni di potere e di consorteria, 
senza guardare al pubblico interesse.
Questa è la storia in cui le
 persone, che ricoprono incarichi dirigenziali nella Pubblica 
Amministrazione, o incarichi politici elettivi, prestano troppo orecchio
 a interessi economici forti e consolidati del Paese, e trovano il modo,
 attraverso le cariche che esercitano, di accrescere il proprio potere e
 la propria ricchezza, secondo una logica di guerra per bande, ammantata
 di preoccupazioni istituzionali e di equilibri normativi, che sono 
talvolta reali, ma di cui possiamo leggere la strumentalità verso altri 
fini nel corso del tempo.
Questa è la storia in cui le persone che
 ricoprono incarichi dirigenziali nella Pubblica Amministrazione, o 
cariche elettive nelle Istituzioni, quanto meno, esercitano la propria 
funzione con troppa lentezza, con troppa inerzia, con poca 
responsabilità generale, ma di questo ci accorgiamo solo dopo, perché 
nell’esercizio del potere, in questo Paese, troppo spesso, questa è la 
normalità.
E questa è anche la mia storia, che in questi 
2350 giorni, che separano il 31 ottobre del 2002 dal 6 aprile del 2009, 
ho pensato ad altro, magari di importante, ma non mi sono accorto che un
 intero sistema non era capace di proteggere me, la mia famiglia, i miei
 amici, la mia città.
E di questo, mi scuso. E questo è il
 mio piccolo tentativo di ricordare così, le Vittime del Terremoto de 
L’Aquila, Vittime anche della banalità del potere.
Nessun commento:
Posta un commento