1111 giorni. Sì, contiamo i giorni, quelli che si sono
susseguiti dal 6 aprile 2009.
Tutti questi uno allineati sembrano quasi una burla, per chi
da millecentoundici giorni è terremotato.
Terremotati è l’aggettivo che ci accomuna e comprende
sicuramente il lutto, il dolore, la tragedia.
Analizzando tutti
quegli “uno” viene subito in mente che
sono 1111 giorni che siamo senza città, anzi siamo abitanti di una nuova città
che si estende ovunque, con un raggio di
32 chilometri; più di Roma, solo che siamo circa un settantesimo degli abitanti
della capitale e, quindi, dispersi.
Da 1111 giorni non abbiamo luoghi di aggregazione, ci
incontriamo, per caso, in luoghi “improbabili”.
Da millecentounidci giorni non abitiamo nelle nostre case e
in tutti questi giorni abbiamo sperato e lavorato pe avere, almeno, un progetto
approvato, magari che ci rendesse una casa sicura. Ma chissà quanto ancora
dovremo aspettare.
Più di mille giorni passati in automobile, in un territorio
divenuto caotico, costellato di orribili rotonde e assurdi guard-rail.
E mi fermo, perché è meglio guardare avanti, il numero uno,
in fondo, è l’inizio, speriamo di una nuova era.
Chiudo ricordando che sono molti di più di 1111 giorni che
alcune persone siedono al governo dell’Aquila ed hanno più di qualche
responsabilità nei confronti della città. Non può essere un vanto strombazzare
che da più di trent’anni si è su una poltrona, quando la città langue da così
tanto tempo. E non c’entra il terremoto.
P.S. Curiosità: il gene identificato con il numero 1111 codifica per
una proteina detta CHECK 1; è una protein chinasi che media l’arresto del ciclo
cellulare in risposta a danni sul DNA. Una metafora che può funzionare.
www.appelloperlaquila.org
Nessun commento:
Posta un commento