sabato 21 aprile 2012

1111




1111 giorni. Sì, contiamo i giorni, quelli che si sono susseguiti dal 6 aprile 2009.
Tutti questi uno allineati sembrano quasi una burla, per chi da millecentoundici giorni è terremotato.
Terremotati è l’aggettivo che ci accomuna e comprende sicuramente il lutto, il dolore, la tragedia.
Analizzando  tutti quegli “uno”  viene subito in mente che sono 1111 giorni che siamo senza città, anzi siamo abitanti di una nuova città che si estende ovunque,  con un raggio di 32 chilometri; più di Roma, solo che siamo circa un settantesimo degli abitanti della capitale e, quindi,  dispersi.
Da 1111 giorni non abbiamo luoghi di aggregazione, ci incontriamo, per caso, in luoghi “improbabili”.
Da millecentounidci giorni non abitiamo nelle nostre case e in tutti questi giorni abbiamo sperato e lavorato pe avere, almeno, un progetto approvato, magari che ci rendesse una casa sicura. Ma chissà quanto ancora dovremo aspettare.
Più di mille giorni passati in automobile, in un territorio divenuto caotico, costellato di orribili rotonde e assurdi guard-rail.

E mi fermo, perché è meglio guardare avanti, il numero uno, in fondo, è l’inizio, speriamo di una nuova era.

Chiudo ricordando che sono molti di più di 1111 giorni che alcune persone siedono al governo dell’Aquila ed hanno più di qualche responsabilità nei confronti della città. Non può essere un vanto strombazzare che da più di trent’anni si è su una poltrona, quando la città langue da così tanto tempo. E non c’entra il terremoto.

P.S. Curiosità: il gene  identificato con il numero 1111 codifica per una proteina detta CHECK 1; è una protein chinasi che media l’arresto del ciclo cellulare in risposta a danni sul DNA. Una metafora che può funzionare.
 www.appelloperlaquila.org

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