Dove va a finire la plastica? |
Sabato mattina sono stata all’incontro cittadino con l’ASM, la azienda municipalizzata che si occupa dell’igiene urbana. Non sto qui a riassumere cosa è stato detto, ma faccio alcune osservazioni che mi sembrano importanti sulla diminuzione dei rifiuti.
PLASTICA: se è vero che gli imballaggi sono sproporzionati e, quindi, servono misure al livello nazionale che obblighino le varie aziende a diminuire o smaltire gli imballaggi prodotti, qualcosa si può fare anche al livello locale. Qualche idea…..
1. 1. Si possono obbligare tutte le grandi distribuzioni (COOP, Carefour ecc.) a munirsi dei sistemi “alla spina” per la vendita di detersivi in genere. Questo eviterebbe lo smaltimento della plastica che, anche se ci è stato detto che viene differenziata bene qui all’Aquila, in realtà è altamente inquinante come produzione e, per di più, data la sua leggerezza, pone problemi di trasporto notevoli nonostante l’uso dei compattatori. Il Piemonte ha risposto in concreto e per primo con le catene della grande distribuzione, da Coop ad Auchan e Crai: nel 2006 ha messo in piedi, realizzato dall’associazione Ecologos, il progetto detersivi self service che ha fatto risparmiare nella sola regione più di centomila flaconi. In altre parole significa non aver usato 6,11 tonnellate di plastica per le confezioni e 3,41 tonnellate di cartone per l’imballaggio. Il meccanismo è semplice: il consumatore acquista il flacone una sola volta al prezzo di 50 centesimi e si rifornisce con quello ogni volta che né ha bisogno, si incolla il tagliando di acquisto e paga alla cassa.
2. 2. Ci si potrebbe dotare di una (o più) cosiddetta “Casa dell’acqua” per la distribuzione di acqua pubblica controllata naturale e frizzante (un esempio qui QUI) Riguardo il problema acqua, o meglio bottiglie di plastica per l’acqua, nei luoghi di grande affluenza (Ospedale, Università, Uffici Regionali) basterebbe allocare fontanelle, per vedere la diminuzione del consumo dell’acqua in bottiglia. Anche i ristoranti dovrebbero essere obbligati a munirsi dei sistemi di produzione di acqua naturale filtrata e gassata.
3. 3. Si dovrebbe obbligare, nel tempo, la Centrale del Latte ad adoperare bottiglie di vetro (magari tornando alla cauzione e conseguente riutilizzo della bottiglia senza bisogno di passare attraverso il riciclo) e a sondare la possibilità di utilizzare i distributori di latte alla spina che, paradossalmente, sono utilizzabili per il latte fresco non pastorizzato e non per quello già pastorizzato. In alcune città i distributori di latte si trovano anche nelle scuole elementari e asili dove con 10 centesimi si può avere un bicchiere di latte controllato e sicuramente salutare (più delle merendine).
4. 4. Si dovrebbero obbligare i supermercati ad utilizzare le vecchie buste di carta per la vendita della frutta e della verdura, mettendo al bando le vaschette di plastica e di polistirolo (che qui a L’Aquila neanche si differenzia).
5. 5. Molte cose le possiamo fare noi consumatori, cercando di riutilizzare tutta la plastica possibile. Per esempio, io mi innervosisco tantissimo quando per comprare un etto di affettati, me li incartano e poi me li mettono dentro una bustina di plastica. Alle mie rimostranze, mi dicono che è obbligatorio per legge (bah!!), allora io, quando mi ricordo, le bustine me le porto dietro. Quando compro la frutta, faccio diverse pesate e poi metto tutto in un’unica confezione, in cassa reclamano un po’, ma riesco a “passare” lo stesso. Non compro mai gli affettati preconfezionati in vaschetta, i formaggi su polistirolo, mozzarelle in vaschetta eccetera.
Non mi viene in mente altro , ma, insomma, si può fare molto per cercare di diminuire l’inquinamento di questo mondo che sembra divenuto “di plastica”.
P.S. Ricordo che i piatti di plastica, così come i bicchieri e le posate non sono differenziabili perché, almeno in Italia, non essendo considerati imballaggi, non godono delle agevolazioni da parte del Conai (il Consorzio Italiano per il riciclo degli imballaggi), quindi, non li usate!
Hai ragione su tutta la linea, era una battaglia nostra di anni fa, è triste vedere e vivere la mancanza di un cambiamento nelle direzioni che indichi, anche io faccio quello che posso, ma la questione è all'origine e al guadagno di chi deve smaltire e NON smaltire, questo lo sappiamo.
RispondiEliminaBel post.
A me sembra sempre tutto facile! Poi si ingarbuglia tutto! Ma dobbiamo insistere
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