lunedì 31 gennaio 2011

L'Università terremotata

Come eravamo
Come siamo




















Il 6 aprile 2009 siamo purtroppo diventati tutti terremotati, anche l’Università.
Delle sedi delle 9 Facoltà molte sono risultate inagibili: Lettere e Filosofia (centro storico), Economia (Roio), Ingegneria (Roio), parte di Scienze della Formazione e Scienze Motorie (centro storico). Le altre hanno riportato danni riparabili: Medicina e Chirurgia (Coppito), Scienze mm. ff. nn. (Coppito), Biotecnologie (Coppito). La sede degli uffici e del Rettorato, distrutta (centro storico). 55 studenti vittime del sisma, tanti dipendenti hanno avuto lutti, tutti i dipendenti, sfollati.
A 6 mesi dal sisma, il 19 ottobre 2009, si riapre l’anno accademico, per tutte le Facoltà, a L’Aquila.
Tutto questo non è stato indolore. Nel ringraziare ancora chi ha lavorato e c’ha creduto, ripercorro alcune tappe fondamentali.
Ricorderete tutti che in maggio alcuni corsi di laurea si trasferirono per poter validare il semestre e la didattica venne erogata, con grandi difficoltà, fuori dall’Aquila. Lì cominciarono le prime pressioni politiche evidenti che spingevano l’Università in toto o parzialmente a trasferirsi.
Il Senato accademico approvò all’unanimità di rimanere in città, cominciando a concentrarsi sulla possibilità di avere sedi provvisorie grandi e adeguate. Si parlò a lungo e si richiese  una parte della Scuola della Guardia di Finanza: la richiesta fu bocciata. Si lottò per avere la ex-Scuola Reiss-Romoli e dopo una lunghissima trattativa la si ottenne. Ma non era sufficiente. Così una commissione apposita decise che bisognava affittare una struttura e non essendocene di pubbliche disponibili, si passarono in rassegna varie possibilità private.  Le più convenienti erano né più né meno che capannoni vuoti, completamente da attrezzare con costi e tempi improponibili. Le persone che si incaricarono di fare questa ricognizione furono tante, per lo più appartenenti al Senato Accademico. Dopo un lungo girovagare si trovarono di fronte alla ex-Optimes, sicuramente grande abbastanza per accogliere le Facoltà ancora senza sede (Ingegneria e Scienze Motorie) e in buono stato rispetto alle strutture. Cominciò allora anche il travaglio della Facoltà di Lettere cui si promisero mari e monti, ma nulla di concreto arrivava. Tutti ricorderanno il sit-in dell’11 giugno indetto dal Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia che denunciava le “prese in giro” riguardo la sistemazione della sua Facoltà. Furono giorni durissimi, nei quali l’Università sotto varie pressioni, si ritrovò da sola a cercarsi sedi e a sottostare alle pretese, molto onerose, dei proprietari degli stabili. Essendo un Ente pubblico l’Università richiese il parere dell’Agenzia per il territorio, oberata a quel tempo dai vari problemi dovuti agli espropri  dei terreni per il progetto C.A.S.E., quindi stipulò il contratto e spedì all’Agenzia la richiesta di parere.
A distanza di un anno e mezzo arriva il parere: il prezzo richiesto dal proprietario e dall’Università pagato risulta esagerato e vedremo come si metterà con Bazzano. L’Università è costretta a rescindere il contratto di affitto.
Vorrei tanto che l’Agenzia del Territorio potesse anche occuparsi degli affitti che pagano gli aquilani e gli studenti per le proprie case. Vorrei che questa “bolla speculativa” esplodesse e si capissero le responsabilità diffuse di una simile inverosimile situazione nella quale, messi all’angolo da mancanza di alloggi e di strutture,  tutti ci siamo dovuti adattare, per necessità.
Vorrei anche sapere cosa significano le parole “L’Aquila punta sulla sua Università”, oppure “L’Università, il motore della città”, dette proprio da quegli amministratori che non hanno aiutato né aiutano la permanenza dell’Ateneo in città. Che non sprecano ora neanche una parola, non solo per cercare di risolvere l’assurda situazione creatasi, ma neanche per puntare il dito su chi, da 22 mesi, si ritiene libero di chiedere prezzi esorbitanti.
Un patto sul territorio, che non esiste, oppure se esiste può essere scavalcato.
E questa anche è L’Aquila.
Io sono Aquilana e difenderò il nostro Ateneo.

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