Voglio essere positiva.
La foto che vedete è il centro storico dell’Aquila. Il perimetro rosso indica le zone inaccessibili, il resto è percorribile, ma abbandonato, pur se messo in sicurezza: per un totale di 160 ettari.
Cosa c’è di positivo? Nulla, se non il fatto che posso mostrarla, con orgoglio: quella è la mia città.
Quando torno da Roma, di sera, dopo l’ultima galleria, appaiono un mare di luci, alcune nuove, altre vecchie. E in mezzo il buio. 160 ettari di buio.
Stasera percorrendo una strada dalla quale si vede il mio condominio, mi sono sentita mancare. Il mio quartiere è più o meno illuminato; al centro di quella immagine, un buco nero: i miei palazzi.
Sono sicura che se riusciamo a desiderare fortemente , tutti, la nostra casa, i nostri luoghi, le nostre luci, possiamo farcela.
Che si tratti di urlare, di capire, di pretendere, di manifestare, raccogliere firme, sfondare, occupare, comunque, ce la possiamo fare. Con l’unica incombenza di cercare di essere liberi. Liberi e uniti. Liberi e forti. Liberi e antipatici. Liberi e stanchi. Liberi e tristi. Liberi e confusi. Liberi. Aquilani.
Libertà è partecipazione.
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