domenica 9 gennaio 2011

Il silenzio è omertà

Ci ha provato oggi  Giustino Parisse, tempo fa, nel mio piccolo, io stessa  e altri, tanti altri. Rimaniamo inascoltati ma dobbiamo continuare a denunciare la situazione di assoluto degrado urbanistico nel quale versa L’Aquila.
Si costruisce, ovunque, senza senso; si colorano case di colori improbabili; non c’è un piano traffico né a medio né a lungo termine. Ognuno fa per sé: e per rifare una città chi fa da sé non fa per tre, ma solo danni.
La mia città non ha più la sua anima, il centro storico, che come tutti sanno è abbandonato a se stesso. Il resto? E’ abbandonato, certo, all’iniziativa dei singoli, senza regole, senza misura.
Di foto ne ho tante, ma stamattina, andando a camminare a San Giuliano, ho immortalato queste nuove case, che forse sono provvisorie, ma nella realtà, come dice Parisse, verranno presto o tardi (immagino tardi, purtroppo), inglobate nel nuovo piano regolatore.






Oltre a queste nuove abitazioni, si vedono tanti “scavi” in atto, evidentemente preparativi di nuove costruzioni, mentre qui e là si scorgono ancora palazzi sventrati e macerie, queste ultime ferme ormai da 21 mesi.




Sulla strada della scuola della Guardia di Finanza sta nascendo un nuovo “paese”, senza alcun piano, senza logica.

Ed in ultimo, tornando a casa ho voluto immortalare la Casa dello studente San Carlo Borromeo. Alla foto ho dato anche un titolo: “Piccole case dello studente crescono”, con la freccia viene indicata la costruzione nuova!



Mi consola solo il signore della foto che segue: stamattina era sulla strada che porta a Madonna Fore e, con la carriola, sgombrava la grotta che tutti gli aquilani conoscono, mi è sembrato un buon segno! Mi ha detto che quella grotta è solstiziale, termine con il quale voleva intendere che prende sole solo la mattina a cavallo del solstizio d’inverno.


Per tornare a C.A.S.A., come sempre, passo davanti a quartieri abbandonati ove ognuno si arrangia come può e l'automobile, ancora una volta, slitta sulle rotaie della metropolitana di superficie. Guardo ancora il rimessaggio della locomotiva, vuoto e pieno d'erba. Evito di farmi soppraffare ancora una volta dalla tristezza, e sale la rabbia, quella incontenibile. E penso ai battibecchi dei politici locali, alla loro mancanza di trasparenza, alla chiusura nei confronti di cittadini professionisti che dal 6 aprile 2009 fanno progetti e urlano e la rabbia diviene pianto. E giuro, è l'ultima volta che piango! 
Denunciare, come ognuno meglio può fare!

1 commento:

  1. Così si configura quanto già previsto da un docente-urbanista e vice-presidente dell'INU. Poche ore fa, infatti, leggevo un'illuminante dichiarazione di Pierluigi Properzi sull'abusivismo dell'emergenza. "La Capitale dei Parchi è diventata la città più motorizzata d'Italia con un consumo enorme di suolo e di CO2". Si va verso la creazione d'una "città lineare" di 14 Km, con le 19 lottizzazioni del Piano C.A.S.E. della Pc e con le costruzioni sparse su tutto il territorio assentite dall A.C. de L'Aquila, in deroga e ovunque. Per nulla corrispondente alla ciudad lineal (a ferro di cavallo) proposta da Arturo Soria y Mata per Madrid, nell'ultimo decennio dell'Ottocento. Perché questa si sviluppava a nastro lungo un'arteria veicolare con al centro una ferrovia elettrica. Giacché lo stato della metrolitana di superficie trovasi nello stato ben descritto nel post.
    Perciò sale la rabbia. Anche perché il rimessaggio delle locomotive (vuoto e pieno d'erba, ma con una meravigliosa copertura in ferro) non è stato recuperato per realizzare il progetto di Shideru Ban. Altra storia, assai poco lineare.

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