sabato 14 agosto 2010

Penisole e città lontana


Penisola della Maddalena (SR).
Sono le 7 di mattina. Guardo il mare. 
Ho sognato le montagne stanotte. E la mia città, diroccata.
Poi ho letto i commenti dei miei amici aquilani. Letti da lontano hanno il sapore di richieste di aiuto, neanche sconnesse.
Un aiuto non generico, ma preciso e circostanziato.
A L’Aquila non ci sono soldi per far nulla. Neanche per sopravvivere.
Questa è la priorità: gli strumenti.
La seconda richiesta che si legge con chiarezza è la seguente:
dateci gli strumenti (soldi) che per il resto ce la facciamo da soli.
Insomma non occorrono comunicati altisonanti, nomi famosi, idee spettacolari! E’ la nostra città, si tratta del nostro territorio, lo conosciamo, sappiamo che fare. Desideriamo che si inizi, poi sappiamo anche per cosa chiedere aiuto.
In questa seconda richiesta c’è anche il desiderio, forte, di rientrare in città, riappropriarsene e non solo simbolicamente, ma con le proprie gambe, i propri passi.

Io so cosa farò appena torno. Festeggerò il mio rientro in centro: aprirò tutte le transenne e volerò per i vicoli.

1 commento:

  1. Giusi, ottima l'idea del festeggiamento. Sai che sarò con te, amica mia. Ma poi subito al lavoro per rendere più incisiva la nostra presenza. Per essere quello strumento che porta all'attenzione i bisogni dei cittadini. E i desideri. E le idee.Nella maniera più plurale possibile. Nei limiti,purtroppo, della nostra penosa condizione. E sto per lasciarti il testimone :-)
    A settembre partirò io. E sarò io a dirti cosa vedo da lontano.
    Un bacio. Mi, ci, manchi.

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