L'Italia in miniatura |
A leggere sempre dell’Aquila, potrebbe venire
persino l’orticaria, vero?
Ma oggi vi parlo di una piccola L’Aquila. Un’idea
che mi è venuta all’improvviso, mentre passeggiavo intorno al nostro Forte
Spagnolo, poche ore fa. Sarà forse anche da ridere, ma perché non doveri dirla?
Non c’è niente di male.
Perché L’Aquila l’abbiamo ricostruita in mille modi:
con le parole, i sogni, le foto di come era e persino in 3D. Ma non la vediamo.
E, bene che va, la rivedremo tra così tanto tempo che
in molti ne avranno perso la memoria. Anche ora alcuni vicoli non so più come
si chiamano, né ricordo cosa c’era. Lo so è pazzesco, ma è così.
Così, camminando nel Parco del Castello (a proposito
quando inizieranno i lavori di ricostruzione? Il finanziamento c’è? Chi ce lo
aveva promesso?), pensavo alle gite con i miei figli, alcune “strane” e
indimenticabili, altre classiche. Per esempio ‘L’Italia in miniatura’. Certo
non sono una fan dei parchi di divertimento, ma subito ho pensato «Perché no?».
Insomma una L’Aquila in miniatura, non già a scopo turistico, ma un’
installazione per non dimenticare. Naturalmente non riesco ad immaginare la
superficie, ma qualche ingegnere-architetto può farlo in un batter d’occhio!
Recintata e immersa nel verde. E anche
con un biglietto d’ingresso, magari per coprire in pochi anni il costo della
realizzazione. Penso che ciascun aquilano andrebbe a vederla, anche ad arricchirla, con storie, insegne ..
insomma un’opera collettiva. Progettata dai nostri universitari del campo e
realizzata da volontari.
Che ne so, a me è sembrata una buona idea. Ce la
facciamo piccola sperando nella grande.
E poi sarà
bello confrontare le due versioni.
E magnifico lasciare ai posteri ciò che eravamo.
Non datemi addosso, ora. Forse è solo un sogno che ho fatto stanotte.
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