sabato 8 dicembre 2012

Ju Boss, i gioielli, i tabacchi, il caffè e l’albero





Sono passati tre anni dall'otto dicembre 2009. Fu una giornata meravigliosa, piena di emozioni e speranze. 
Non dico altro, perché quelle emozioni sono troppo forti e sto piangendo. 
Scrivevo questo:

Una lista di ingredienti che oggi hanno “fatto” una città.
Al di là delle case e casette, dei viaggi e dei disagi, delle polemiche e dei proclami. La città era lì a Piazza Regina Margherita.
Ci siamo abbracciati, abbiamo brindato, ci siamo raccontati e siamo tornati quelli di sempre. In un angolo di città. La nostra città.
Sotto la solita pioggerellina, a parlare delle nostre solite aiuole dimenticate, delle nostre vite, spezzate perché non condivise.
Un bicchiere di vino, una vetrina scintillante e un albero. Tanti addobbi, tante foto. Un vortice di emozioni dimenticate.
Alcuni messaggi lasciati in una scatola. Tra cui uno di Valentina che ci ricorda la nostra “Principessa L’Aquila” ed augura a tutti gli abitanti del “suo regno” di godere un po’ di serenità, data dalle piccole cose. Perché Valentina ricorda che è bello oggi poter ancora aspettare il Natale.
Una grande forza si è sprigionata da quella piazza, quella dei cittadini che si riconoscono nel proprio centro, in abitudini mai dette, nei palazzi rattoppati. Tutti, dico tutti, desiderano riconquistare le loro strade.
Natale arriverà, come sempre e come sempre avremo un luogo per incontrarci, piccolo o grande che sia.
Poi arriverà Capodanno e conquisteremo un altro pezzo di noi.

Quessa è L’Aquila, frà.

1 commento:

  1. Aiuto. Poi uno dice che la scrittura è catartica, catartica una sega se tutto il resto va a rotoli

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