Cominciano a farsi sentire i desideri per il 2013.
Qui,
dall’Aquila, vi sembreremo monotoni. “ Ricostruzione” sarà la parola che
sentirete di più, assieme a “centro storico”, “borghi”, “partecipazione”,
“città universitaria”, “lavoro”, “innovazione”, “eco-sostenibilità”,
“pianificazione”, “turismo”, “giovani”. Il tutto condito con frasi a più larga
gittata “Berlusconi basta”, “Elezioni vere”, “Leghisti a casa”.
Considerando che messe assieme queste frasi descrivono
un’Italia e una L’Aquila così diverse che
in un anno assolutamente non potremo avere, io ho deciso di volare un po’ più
basso.
Voglio tornare a casa. Non tanto perché mi ridarà
pace su questa terra, ma perché al momento qui è l’unica cosa realizzabile in
dodici mesi e purtroppo neanche per tutti.
Non è tanto la casa in sé, ma il desiderio di poter uscire
di casa senza automobile, a due passi dal centro, dal Castello Cinquecentesco,
dal “Boss”, dall’unico luogo che, dopo quasi 4 anni, continua ad essere la
nostra identità, seppur abbondonato a se stesso. Non esiste altro luogo in
questa “non città”, dove passeggiare, incontrarsi, sedersi su una panchina, o
fuori da un bar, dove guardare le vetrine o darsi una pazza sulle spalle. Non
esiste un luogo dove leggere cosa verrà trasmesso nel nostro unico cinema di
periferia, raggiungibile solo in automobile.
Vorrei cambiare film e ritrovarmi nella trama di uno dei
colossal americani dal lieto fine garantito.
Vorrei, inoltre, che questo mio desiderio realizzabile,
possa esserlo al più presto anche per chi, non avendo più speranze, pensa di
andar via.
Ed ora, come ogni giorno di vacanza, vado a passeggiare: ci
vediamo alla Crocetta.
P.S. per i non aquilani: la Crocetta è una montagna, si passeggia sui sentieri.
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