Mi è parso di aver sentito che Berlusconi in TV si è di
nuovo auto-lodato per come è stata gestita l’emergenza aquilana post-terremoto.
Nel silenzio più totale di Bruno Vespa,
che non so come osa definirsi ancora aquilano, qualcuno gli ha fatto notare che
il centro storico è ancora distrutto. «Deve restare così», ha replicato
l’ex premier «ora è un problema della Regione della città. Il Governo doveva
risolvere con urgenza e lo ha fatto splendidamente. I cittadini sono rimasti
nelle tende con aria condizionata e ogni servizio per pochissimi giorni, li
abbiamo tutti allocati in alberghi e gli abbiamo consegnato le case, dato soldi
per 12 mila ristrutturazioni».
Ho da esprimere un
desiderio, anzi, da fare una preghiera: NON PARLATE PIU’ DELL’AQUILA. Ve lo
chiedo col cuore in mano.
Perché non c’è più spazio per l’indignazione, per risposte a
mezzo stampa dirette o indirette, per la rabbia, per le urla, neanche per le
lacrime, da parte di una popolazione stremata, angosciata, sola. Che è stufa di
essere derisa e usata, a fini personali, per qualche voto in più.
NON PARLATE PIU’ DI
NOI, lasciate che questo quarto Natale passi nel silenzio dei media.
Non ci occorre la rabbia o l’indignazione e nemmeno urlare.
Abbiamo bisogno, per quel poco che possiamo, di attrezzarci un Natale il più
possibile quieto, nel quale, rincontrandoci in un luogo qualsiasi, potremo
ancora salutarci e capire che siamo ancora qui.
Con le nostre macerie.
Il tuo appello è anche il mio. Un abbraccio
RispondiEliminaBuon Feste, Matteo. Un abbraccio
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