sabato 22 dicembre 2012

NATALE 2012




Ci avviamo verso il quarto Natale post-sisma e apprestandomi a scrivere qualcosa ho riletto i post degli ultimi anni ( qui e qui ).

Retorica a parte, c’è sempre un velo di tristezza, che si è sostituita a quella dolce malinconia di Natale.

Questa malinconia si è impossessata di me stanotte e mi ha svegliata. Ero leggermente nervosa perché nei prossimi giorni, come sempre, dovrò fare mille cose, dividendomi tra L’Aquila, Roma ed Avezzano. Dentro di me, in fondo in fondo, ho capito che mi darò così tanto da fare, per non pensare alla vita che quotidianamente vivo. E’ proprio così.
Me ne sono resa conto ieri, quando salutando i miei studenti in laboratorio, ho provato tristezza: mi pesa non lavorare. Perché il lavoro, che per di più amo, è divenuto l’unica attività degna di nota che svolgo in città. Senza sottovalutare tutti gli amici che incontro e con i quali condivido piccoli grandi progetti, me lo devo dire: se non avessi questo lavoro ora sarei perduta.
Esco ogni mattina alle 8.00 di C.A.S.A. ed entro nel mio laboratorio. Ne esco alle 18-18.30, faccio la spesa e torno a C.A.S.A..
Cerco di stancarmi il più possibile. E’ così, me lo devo dire.

Dopo Natale, mi sono ricavata tre giorni tutti miei nei quali voglio recuperare qualcosa che non trovo più:
 la voglia di uscire, senza un perché.

Per tutti voi spero che le feste si svolgano più o meno come al solito, ed è un grande augurio.

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