Sto cercando di calmarmi: è un po’ di giorni che ci provo. Inutilmente. E allora scrivo ugualmente, col rischio di dire cose dure corredate da male parole.
Comincio con una foto, scattata stamattina, durante una passeggiata nel centro della mia città, L’Aquila.
![]() |
Vicolo della Sfinge |
Il Vicolo della Sfinge è aperto, cioè non è zona rossa ed è solo un esempio di come è ridotto il centro storico. E vi illustro anche le seguenti due foto: si tratta della centralissima via A. Bafile e i due vasi che vedete coricati a terra sono così, immobili, dal 6 aprile 2009, mentre l’erba sta mangiando il palazzo cui appartenevano. E anche lì si può camminare liberamente. Di foto ne ho scattate tante e sinceramente fanno venire la nausea.
![]() |
Via Bafile |
![]() |
Via Bafile |
Poi leggo dei ragazzi che fanno baldoria in centro storico senza rispetto per la città e di nuovissime isole ecologiche (bidoni colorati) che “sono state pensate per le persone che vanno a passeggio per le vie del centro storico” e ancora che si sta pensando a parcheggi a pagamento in centro perché “Anche questo potrebbe paradossalmente essere un segnale di ritorno alla normalità”. Qui ci starebbe bene la prima parolaccia, ma ve la risparmio. A chi si imbatte in queste notizie e magari non è aquilano, potrebbe sembrare che la città, seppur martoriata, sta tornando alla normalità: i giovani sono in centro storico dove danno problemi come in altre città, addirittura in centro storico si può differenziare l’umido e, ancora, se non stai attento a parcheggiare ti fanno la multa. Più o meno una città normale, solo diroccata.
Invece la città giace nelle condizioni illustrate nelle foto e più che l’erbaccia, nei bidoni dell’umido, non saprei cosa mettere, oltre evidentemente al mozzicone del cono gelato che in genere non mangio.
E così, invece di cominciare a predisporre dei bagni pubblici, seppur provvisori, in quell’angolino di centro storico ove sono sorti (e non diciamo che è un caso) locali che vendono più o meno solo alcolici, senza nessun impegno (che doveva richiedere l’amministrazione) a rispettare per esempio degli orari, o a provvedere alla pulizia del suolo pubblico o magari ad alternare attività culturali alla semplice mescita di vino, birra e chissà cos’altro, poniamo in bella vista nuovissimi e splendenti bidoni per l’immondizia, dove non puoi neanche pisciarci dentro, a meno che tu non sia uomo e molto alto! Che poi può sembrare che io non sia attenta alla sacrosanta raccolta differenziata! E invece no, anzi vorrei tanto che venisse curata meglio nei progetti C.A.S.E., ma di questo ho già scritto e non voglio ripetermi. E invece di “controllare” la movida della sera, pensiamo di fare multe, forse simboliche, per una parvenza di normalità. E di normale non c’è nulla, qui, nulla.
Mi chiedo: è normale per i nostri amministratori tenere la città in ostaggio delle erbacce e far finta di nulla? Perché?
Affranta, vi allego la foto di Sallustio a Piazza Palazzo, la piazza delle “carriole”: la statua è stata ripulita e non porta più la “pala e la callarella”. E' vero, stiamo tornando alla normalità.
![]() |
Sallustio, 3 settembre 2011 |
Ho parlato di una mia idea con Anna e Max Giuliani che combacia con quanto scrivi qui, poi scrivo una mail dettagliata a tutti e tre, ma inutile aspettare il comune, tanto vale rimboccarci le maniche noi.
RispondiEliminaQuello è ormai un lavoro straordinario per il quale serve non solo manodopera ma anche "strumenti" e macchine apposite. Una volta che l'intervento straordinario è terminato, naturalmente con l'interessamento anche della Sovrintendenza, ciascuno di noi può "adottare" una parte di centro per mantenerla pulita.
RispondiElimina