venerdì 16 marzo 2012

Il CONTROVERBALE della seduta del Consiglio Comunale del 25/9/2007



L'Aquila, 25 settembre 2007: resoconto tragi-comico di una seduta del Consiglio Comunale.


Premessa: Non disponiamo di Ordine del giorno, non è in bacheca.  Presenti: Mattia Giusi e Patrizia.

Ore 9.30: La seduta dovrebbe avere inizio.  Si sente subito l’impianto audio dei microfoni dei consiglieri fuori uso. Sembra una radio su frequenze sbagliate. Funziona solo il microfono del Presidente dell’assemblea C.B. Censura? No, si crede un semplice malfunzionamento. Si ode un gran vociare, qualcuno è scocciato della situazione audio. Si sente distintamente il M.C. dire “Mi sono rotto i coglioni”.

Inizia l’appello. Sono presenti 30 consiglieri, 4 i giustificati, di cui due per motivi di lavoro. Qualcuno all’opposizione, tanto per accendere qualche miccietta sterile, reclama: “i motivi di lavoro non sarebbero una giustificazione valida”. Il Presidente C.B. presiedendo un’assemblea pubblica, esclama urlando come fosse al mercato: “nell’immaginario comune fare il consigliere è un lavoro. Nella realtà no. I consiglieri dovranno pur lavorare, quindi sono giustificati”.
In ogni caso,  per certi consiglieri il danno minore è l’assenza.

Si apre subito una discussione molto accesa sul malfunzionamento dell’audio. Il consigliere E.I. accusa il presidente C.B. di autoritarismo. I decibel salgono sempre di più.
Che bel risveglio settembrino, L’Aquila! Una città in agonia e questi fanno i capricci perchè vogliono sentirsi importanti coi microfonini. Se tutti stessero zitti (invece che parlare al telefono, farli squillare o “ciciuettare” tra di loro) la seduta si potrebbe anche fare senza microfoni. Ma questo è un problema serio. C.B. dichiara, con un intervento pacato e degno di un grande statista: “i microfoni li ho controllati io stamattina alle 9, se alle 9:30 non funzionano che ci posso fà?”. C’è sicuramente qualcosa sotto, bisogna indagare. Sicuramente avranno complottamente staccato qualche filo. E intanto si continua a discutere di questo. 
Ormai l’ironia e la rabbia serpeggiano mescolandosi nell’aire... fino a quando C.B. dichiara sarcasticamente, con una mossa astuta quanto scomoda, di non essere un elettricista. Ancora non inizia la seduta e le risate già sovrastano lo sgomento, il nostro. Dico, ma è il Comune o Ju Boss? Dopo qualche minuto ci convinciamo della seconda ipotesi.

Finalmente ritorna, temporaneamente, la calma. Qualcuno si accorge che la discussione sui microfoni è un tantino futile e accesa, un tantino. Si apre il consiglio con le comunicazioni che riguardano alcuni consiglieri che erano della Margherita. Roba di partito, mica della città. Un Consigliere dice queste testuali parole: “3 consiglieri che prima erano della Margherita sono momentaneamente parcheggiati nel Partito Democratico” e annuncia il nome del nuovo capogruppo, R.R..
Ma la parentesi era breve. E l’opposizione, nella persona di uno dei suoi rappresentanti più carismatici, V.C., rinizia a ribattere sulla questione scomoda e scottante: i microfoni dell’aula. Ci affranchiamo, vedendo che ci sono ancora politici caparbi e sanno far valere le proprie battaglie ideologiche a costo di urlare e tornare su punti già analizzati. Insomma, ricomincia la discussione sui microfoni: il consigliere V.C. chiede la sospensione (“di un’oretta”) della seduta in base all’art. 58 lett. B dello Statuto Comunale. Non si può lavorare senza microfoni.
Intanto, tra una telefonata, una chiacchierata e un’ulcera, si sono allegramente fatte le dieci. Qualcuno amaramente constata che non ci sono soldi per rifare l’impianto audio. Dopo qualche minuto i microfoni danno segni di vita. Qualcuno è già pronto a cacciare lo champagne per festeggiare! Questa sì, che è una bella notizia! Ora sì che potranno ri-iniziare a fare il bene della città! Ma le polemiche continuano tra consiglieri e presidente. C.B. continua a dichiarare che, sebbene a V.C. possa risultare strano,  non è un elettricista.

Ore 10.06: c’è un gran casino, gente che urla che scappa, sembra lo scenario psichedelico e visionario di “Paura e delirio a Las Vegas”. Non riusciamo a capire se la seduta è sospesa.

Ore 10.07: C.B. annuncia che la seduta è sospesa per 15 minuti (hanno chiamato l’elettricista). Qualcuno chiede la votazione per la sospensione, non si capisce nulla, il Consiglio è sospeso. La paura (nostra) continua, il delirio (loro) pure. Tutti escono dalla sala: nel corridoio e nelle stanze attigue alla sala consiliare, tutti i consiglieri fumatori fumano, i consiglieri non fumatori ridono. Scorgiamo anche un Vigile Urbano fumare.
Troppo faticoso scendere un piano giù in cortile; d’altronde si sà, l’età media della classe politica è quella che è, poverini.

Ore 10.38: ancora niente, ma suona la campanella per richiamare i consiglieri (peggio che a scuola, sembra la fine della ricreazione). La campanella suona ma nessuno rientra.
Seconda campanella: non si vede nessuno.
Terza campanella: non si vede nessuno. Anzi, no. Qualcuno ritorna in aula, si siede un attimo. Per poi riuscire. Non può sentirsi emarginato. E’ noto che la politica vera si fa tra i corridoi tersi di fumo di un Palazzo antico chiamato Municipio.
C.B. prova a richiedere l’appello: ognuno parla per i fatti propri. Come se fossero capitati lì per caso. Gruppetti di omini si attardano sparsi, in piedi, a parlottare.

Ore 10.41: forse si fa l’appello. Il sindaco parla al telefono a lungo. Il vicesindaco parla al telefono, c’è piena sintonia nella giunta. Staranno chiamando qualche discolo consigliere che sta prendendo un caffè al Tropical? Chissà!
Finalmente, presi tutti da un attimo di pudore e dignità, si fa l’appello e si comincia, dopo più di un’ora di ritardo.

1° punto all’ordine del giorno: forse è una delibera riguardante il Csm??? Non si capisce nulla. Il microfono funziona male e non abbiamo un ordine del giorno neanche in bacheca. L’assessore al Bilancio, A. X., illustra il punto nel mentre si sente un vociare continuo e di rumori sgradevoli del microfono che urtano pesantemente il nostro sistema nervoso; tutti parlano e nessuno ascolta, sembra Porta a Porta di Vespa. Capiamo solo che le entrate nel bilancio di qualche azienda comunale erano state (forse) 3.625.92, le uscite 2083 e il saldo 1518. Non abbiamo capito se parlano di migliaia di Euro, milioni, miliardi o di bruscolini. Non c’è nessun intervento (Oh, che strano...) e la delibera di chissà che cosa si approva, dopo aver rifatto l’appello. I consiglieri, intanto, tra un sì e un no delle dichiarazioni di voto, sono impegnati in attività varie: telefonano, chiacchierano, leggono il giornale ( l’Editoriale, il Messaggero Abruzzo e, innalzando il livello culturale della mattinata, uno legge addirittura il Sole24ore).

2° punto: questo lo sappiamo ma non abbiamo la certezza, delibera per il bilancio consuntivo del Centro servizi per anziani: Il bilancio è positivo con un avanzo di 1.404.000 euro. Vengono sparate a raffica cifre nel caos generale. M.C., nel mentre, ri-parla al telefono.
Interviene F.M. che incensa i lavori della precedente gestione su tale centro. Vuole che emerga in maniera chiara dal verbale chi è stato il leader dell’iniziativa Centro Anziani. In ogni caso nessuno lo ascolta tranne noi e qualcun’altro, rigorosamente sui banchi dei senza diritto al voto. Chiede inoltre chiarimenti sul comodato d’uso: gratis o oneroso? Squillano vari telefonini tra cui uno, insistentemente, con suoneria Nokia.
F.M., intanto, chiede di non eliminare la sede di Scienze Motorie dalla sede del Centro anziani (sigh!!!). Sarebbe un peccato (arisigh!!): gli anziani trovano giovamento nel contatto con i giovani. Come dire, due piccioni con una fava!!! Peccato che i giovani di Scienze Motorie non hanno il campo sportivo (naturalmente dettagli, come se a Scienze informatiche non avessero i computer). Ah, già, forse potremmo sanare il tutto dando loro una laurea honoris causa in Assistenza Sociale.
Risponde M.C. (il microfono funziona male, lui mangia le parole): l’obiettivo è riaprire il centro dopo due anni di inspiegabile stasi. Comunque il comodato è gratuito e per 99 anni anche rinnovabili. L’ASL si fa carico della manutenzione. 
Poi sottolinea come, siccome il finanziamento sta per scadere, occorre adoperarsi subito e non si devono più perdere i treni come in passato. Vorrebbe inoltre approvare la relativa delibera per la prima settimana di ottobre e aprire per il prossimo anno. Riguardo Scienze Motorie, M.C. continua dicendo (mentre il telefono con suoneria Nokia sta facendo praticamente tutto l’LP) che la Facoltà deve avere una propria sede vicino ai campi sportivi (e un Palazzetto dello Sport?) e che questo è un sogno che si deve realizzare. Aleggia ora una certa atmosfera romantica e poetica, sembra un bistrot letterario.
Interviene un altro consigliere (la suoneria Nokia, nel frattempo, sta diventando il tormentone dell’anno): il centro anziani è una realtà, dice. Gli anziani in Abruzzo sono aumentati del 3% negli ultimi 8 anni. Bisogna anche incentivare l’assistenza domiciliare (nell’indifferenza generale, il telefono Nokia non smette di squillare).
Ore 11.15: interviene R.R. che dice le stesse cose di quello di prima (che coalizione armoniosa e coesa...) auspicando anche altri progetti, per esempio per i malati di Alzeheimer.
C’è un gran via vai, sarà arrivato il Presidente della Repubblica?
Ore 11.25: A occhio e croce, se si votasse in questo momento, non ci sarebbe il numero legale (è uscito anche M.C.). Le presenze al momento sono una ventina, è impossibile contarli con precisione perchè entrano ed escono continuamente. Schizzano come le palline in un flipper.
Suona la campanella (e il simpatico telefono con l’ormai nota suoneria Nokia), qualcuno rientra per il voto.
Ore 11.30: si rifà l’appello. Scorgiamo allegramente che un Consigliere (E.I.) rientra per dire “presente” all’appello e riesce immediatamente. Il Consiglio approva.

3° punto: contabilità enti locali, Agenti Contabili. Tutti parlottano o stanno al telefono ma ormai ci siamo abituati e non ci fa più rabbia. L’indifferenza è un sentimento peggiore dell’odio.
C.B. suona inutilmente il campanello per richiamare i discoletti all’ordine. Dopo un po’ si vota, con appello nominale: al momento sui banchi dell’ala sinistra dell’aula consiliare si è raggiunto il minimo della giornata, 5 consiglieri. Sembra una classe di liceo in un sabato di inizio giugno.
Alle 11.40: Rimaniamo in due, Giusi va via. Nel frattempo il corridoio, nonostante la bontà della finestra aperta, sembra la pianura Padana in una giornata uggiosa di novembre.

4° punto: approvazione rendiconto e contabilità del 2006. L’assessora A.X. parla parla e riparla, ma non si capisce nulla, causa microfono "a singhiozzo"; precisa che, quanto si chiede di approvare, riguarda la precedente amministrazione, ma per continuità “tocca” farlo.  Segue una sfilza interminabile di cifre, guarda un pò, non ascolta nessuno e di cui non prendiamo nota perché tanto il bilancio verrà pubblicato (si spera).

Facce annoiate da tutte le parti, comprese le nostre che, sorrette dalle nostre gambe, guadagnano l'uscita (...e quindi uscimmo a riveder le stelle...) per andare a fare la spesa... da bravi contribuenti.

Nel pomeriggio apprendiamo dai media che, incredibilmente, alla ripresa dei lavori del Consiglio alle 15:30, è mancato il numero legale di consiglieri per l’approvazione delle delibere. Che strano, non ce lo saremmo mai aspettato. Saranno forse andati anche loro a fare la spesa?

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