L'Aquila, 25 settembre 2007: resoconto tragi-comico di una seduta del Consiglio Comunale.
Premessa:
Non disponiamo di Ordine del giorno, non è in bacheca. Presenti: Mattia Giusi e Patrizia.
Ore 9.30: La
seduta dovrebbe avere inizio. Si sente
subito l’impianto audio dei microfoni dei consiglieri fuori uso. Sembra una
radio su frequenze sbagliate. Funziona solo il microfono del Presidente
dell’assemblea C.B. Censura? No, si crede un semplice malfunzionamento. Si ode
un gran vociare, qualcuno è scocciato della situazione audio. Si sente
distintamente il M.C. dire “Mi sono rotto i coglioni”.
Inizia
l’appello. Sono presenti 30 consiglieri, 4 i giustificati, di cui due per
motivi di lavoro. Qualcuno all’opposizione, tanto per accendere qualche miccietta
sterile, reclama: “i motivi di lavoro non sarebbero una giustificazione valida”.
Il Presidente C.B. presiedendo un’assemblea pubblica, esclama urlando come
fosse al mercato: “nell’immaginario comune fare il consigliere è un lavoro.
Nella realtà no. I consiglieri dovranno pur lavorare, quindi sono giustificati”.
In ogni
caso, per certi consiglieri il danno
minore è l’assenza.
Si
apre subito una discussione molto accesa sul malfunzionamento dell’audio. Il consigliere
E.I. accusa il presidente C.B. di autoritarismo. I decibel salgono sempre di
più.
Che
bel risveglio settembrino, L’Aquila! Una
città in agonia e questi fanno i capricci perchè vogliono sentirsi importanti
coi microfonini. Se tutti stessero zitti (invece che parlare al telefono,
farli squillare o “ciciuettare” tra di loro) la seduta si potrebbe anche fare
senza microfoni. Ma questo è un problema serio. C.B. dichiara, con un
intervento pacato e degno di un grande statista: “i microfoni li ho
controllati io stamattina alle 9, se alle 9:30 non funzionano che ci posso fà?”.
C’è sicuramente qualcosa sotto, bisogna indagare. Sicuramente avranno
complottamente staccato qualche filo. E intanto si continua a discutere di questo.
Ormai
l’ironia e la rabbia serpeggiano mescolandosi nell’aire... fino a quando C.B.
dichiara sarcasticamente, con una mossa astuta quanto scomoda, di non essere un
elettricista. Ancora non inizia la seduta e le risate già sovrastano lo
sgomento, il nostro. Dico, ma è il Comune o Ju Boss? Dopo qualche minuto ci
convinciamo della seconda ipotesi.
Finalmente
ritorna, temporaneamente, la
calma. Qualcuno si accorge che la discussione sui microfoni è
un tantino futile e accesa, un tantino. Si apre il consiglio con le
comunicazioni che riguardano alcuni consiglieri che erano della Margherita.
Roba di partito, mica della città. Un Consigliere dice queste testuali parole:
“3 consiglieri che prima erano della
Margherita sono momentaneamente parcheggiati nel Partito Democratico” e
annuncia il nome del nuovo capogruppo, R.R..
Ma
la parentesi era breve. E l’opposizione, nella persona di uno dei suoi
rappresentanti più carismatici, V.C., rinizia a ribattere sulla questione
scomoda e scottante: i microfoni dell’aula. Ci affranchiamo, vedendo che ci
sono ancora politici caparbi e sanno far valere le proprie battaglie
ideologiche a costo di urlare e tornare su punti già analizzati. Insomma,
ricomincia la discussione sui microfoni: il consigliere V.C. chiede la
sospensione (“di un’oretta”) della seduta in base all’art. 58 lett. B
dello Statuto Comunale. Non si può lavorare senza microfoni.
Intanto,
tra una telefonata, una chiacchierata e un’ulcera, si sono allegramente fatte
le dieci. Qualcuno amaramente constata che non ci sono soldi per rifare
l’impianto audio. Dopo qualche minuto i microfoni danno segni di vita. Qualcuno
è già pronto a cacciare lo champagne per festeggiare! Questa sì, che è una
bella notizia! Ora sì che potranno ri-iniziare a fare il bene della città! Ma
le polemiche continuano tra consiglieri e presidente. C.B. continua a dichiarare che, sebbene a V.C. possa risultare strano, non è un elettricista.
Ore 10.06:
c’è un gran casino, gente che urla che scappa, sembra lo scenario psichedelico
e visionario di “Paura e delirio a Las Vegas”. Non riusciamo a capire se la
seduta è sospesa.
Ore 10.07:
C.B. annuncia che la seduta è sospesa per 15 minuti (hanno chiamato l’elettricista). Qualcuno chiede la votazione
per la sospensione, non si capisce nulla, il Consiglio è sospeso. La paura
(nostra) continua, il delirio (loro) pure. Tutti escono dalla sala: nel corridoio
e nelle stanze attigue alla sala consiliare, tutti i consiglieri fumatori fumano, i consiglieri non fumatori ridono.
Scorgiamo anche un Vigile Urbano fumare.
Troppo faticoso scendere un piano giù in cortile;
d’altronde si sà, l’età media della classe politica è quella che è, poverini.
Ore 10.38:
ancora niente, ma suona la campanella per richiamare i consiglieri (peggio che a scuola, sembra la fine della
ricreazione). La campanella suona ma nessuno rientra.
Seconda campanella: non si vede nessuno.
Terza campanella: non si vede
nessuno. Anzi, no. Qualcuno ritorna in aula, si siede un attimo. Per poi
riuscire. Non può sentirsi emarginato. E’ noto che la politica vera si fa tra i
corridoi tersi di fumo di un Palazzo antico chiamato Municipio.
C.B.
prova a richiedere l’appello: ognuno
parla per i fatti propri.
Come se fossero capitati lì per caso. Gruppetti di omini si attardano sparsi,
in piedi, a parlottare.
Ore 10.41:
forse si fa l’appello. Il sindaco parla
al telefono a lungo. Il vicesindaco parla al telefono, c’è piena sintonia nella giunta.
Staranno chiamando qualche discolo consigliere che sta prendendo un caffè al
Tropical? Chissà!
Finalmente,
presi tutti da un attimo di pudore e dignità, si fa l’appello e si comincia,
dopo più di un’ora di ritardo.
1°
punto all’ordine del giorno: forse è una delibera riguardante il Csm??? Non si capisce nulla. Il microfono funziona
male e non abbiamo un ordine del giorno neanche in bacheca. L’assessore al
Bilancio, A. X., illustra il punto nel mentre si sente un vociare continuo e di
rumori sgradevoli del microfono che urtano pesantemente il nostro sistema
nervoso; tutti parlano e nessuno ascolta, sembra Porta a Porta di Vespa. Capiamo solo che le entrate nel
bilancio di qualche azienda comunale erano state (forse) 3.625.92, le uscite
2083 e il saldo 1518. Non abbiamo capito se parlano di migliaia di Euro,
milioni, miliardi o di bruscolini. Non c’è nessun intervento (Oh, che
strano...) e la delibera di chissà che cosa si approva, dopo aver rifatto
l’appello. I consiglieri, intanto, tra un
sì e un no delle dichiarazioni di voto, sono impegnati in attività varie:
telefonano, chiacchierano, leggono il giornale ( l’Editoriale, il Messaggero Abruzzo e, innalzando il livello
culturale della mattinata, uno legge addirittura il Sole24ore).
2°
punto: questo lo sappiamo ma non abbiamo la certezza, delibera per il
bilancio consuntivo del Centro servizi per anziani: Il bilancio è positivo
con un avanzo di 1.404.000 euro. Vengono sparate a raffica cifre nel caos
generale. M.C., nel mentre, ri-parla
al telefono.
Interviene
F.M. che incensa i lavori della precedente gestione su tale centro. Vuole che
emerga in maniera chiara dal verbale chi è stato il leader dell’iniziativa
Centro Anziani. In ogni caso nessuno lo ascolta tranne noi e qualcun’altro,
rigorosamente sui banchi dei senza diritto al voto. Chiede inoltre chiarimenti
sul comodato d’uso: gratis o oneroso? Squillano
vari telefonini tra cui uno, insistentemente, con suoneria Nokia.
F.M.,
intanto, chiede di non eliminare la sede di Scienze Motorie dalla sede del
Centro anziani (sigh!!!). Sarebbe un peccato (arisigh!!): gli anziani trovano
giovamento nel contatto con i giovani. Come
dire, due piccioni con una fava!!! Peccato che i giovani di Scienze Motorie non
hanno il campo sportivo (naturalmente dettagli, come se a Scienze informatiche
non avessero i computer). Ah, già, forse potremmo sanare il tutto dando loro
una laurea honoris causa in Assistenza Sociale.
Risponde
M.C. (il microfono funziona male, lui
mangia le parole): l’obiettivo è riaprire il centro dopo due anni di
inspiegabile stasi. Comunque il comodato è gratuito e per 99 anni anche
rinnovabili. L’ASL si fa carico della manutenzione.
Poi
sottolinea come, siccome il finanziamento sta per scadere, occorre adoperarsi
subito e non si devono più perdere i treni come in passato. Vorrebbe inoltre
approvare la relativa delibera per la prima settimana di ottobre e aprire per
il prossimo anno. Riguardo Scienze Motorie, M.C. continua dicendo (mentre il
telefono con suoneria Nokia sta facendo praticamente tutto l’LP) che la
Facoltà deve avere una propria sede vicino ai campi sportivi (e un Palazzetto
dello Sport?) e che questo è un sogno che si deve realizzare. Aleggia ora una
certa atmosfera romantica e poetica, sembra un bistrot letterario.
Interviene
un altro consigliere (la suoneria Nokia, nel frattempo, sta diventando il
tormentone dell’anno): il centro anziani è una realtà, dice. Gli anziani in
Abruzzo sono aumentati del 3% negli ultimi 8 anni. Bisogna anche incentivare
l’assistenza domiciliare (nell’indifferenza
generale, il telefono Nokia non smette di squillare).
Ore 11.15: interviene
R.R. che dice le stesse cose di quello di prima (che coalizione armoniosa e
coesa...) auspicando anche altri progetti, per esempio per i malati di
Alzeheimer.
C’è
un gran via vai, sarà arrivato il Presidente della Repubblica?
Ore 11.25: A occhio e croce, se si votasse in questo momento, non ci sarebbe il numero legale (è
uscito anche M.C.). Le presenze al momento sono una ventina, è impossibile
contarli con precisione perchè entrano ed escono continuamente. Schizzano come le palline in un flipper.
Suona
la campanella (e il simpatico telefono
con l’ormai nota suoneria Nokia), qualcuno rientra per il voto.
Ore 11.30: si
rifà l’appello. Scorgiamo allegramente che un Consigliere (E.I.) rientra per
dire “presente” all’appello e riesce immediatamente. Il Consiglio approva.
3°
punto: contabilità enti locali, Agenti Contabili. Tutti parlottano o
stanno al telefono ma ormai ci siamo abituati e non ci fa più rabbia.
L’indifferenza è un sentimento peggiore dell’odio.
C.B.
suona inutilmente il campanello per richiamare i discoletti all’ordine. Dopo un
po’ si vota, con appello nominale: al
momento sui banchi dell’ala sinistra dell’aula consiliare si è raggiunto il
minimo della giornata, 5 consiglieri. Sembra una classe di liceo in un sabato di inizio giugno.
Alle 11.40:
Rimaniamo in due, Giusi va via. Nel
frattempo il corridoio, nonostante la bontà della finestra aperta, sembra la pianura Padana in
una giornata uggiosa di novembre.
4°
punto: approvazione rendiconto e contabilità del 2006. L’assessora
A.X. parla parla e riparla, ma non si capisce nulla, causa microfono "a
singhiozzo"; precisa che, quanto si chiede di approvare, riguarda la
precedente amministrazione, ma per continuità “tocca” farlo. Segue una sfilza interminabile di cifre,
guarda un pò, non ascolta nessuno e di cui non prendiamo nota perché tanto il
bilancio verrà pubblicato (si spera).
Facce annoiate da tutte le parti, comprese
le nostre che, sorrette dalle nostre gambe, guadagnano l'uscita (...e quindi
uscimmo a riveder le stelle...) per andare a fare la spesa... da bravi
contribuenti.
Nel pomeriggio apprendiamo dai media che,
incredibilmente, alla ripresa dei lavori del Consiglio alle 15:30, è mancato il
numero legale di consiglieri per l’approvazione delle delibere. Che strano, non
ce lo saremmo mai aspettato. Saranno forse andati anche loro a fare la spesa?
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