mercoledì 15 giugno 2011

Ordinanze e ritorsioni






Non è finita, le ordinanze continuano a schiacciarci. Leggo l’ultima del 13 giugno 2011 (la numero 3945) ed in particolare l’articolo 3. Nel comma 1 si precisa che i lavori sulle parti comuni degli edifici classificati “E” (gravi danni da terremoto) e degli aggregati strutturali, devono iniziare entro venti giorni dalla concessione del contributo e terminare nei tempi indicati nel preventivo di spesa allegato alla domanda di contributo. Il comma 3 sancisce la stessa regola per le singole unità immobiliari con esito “E”: il comune dispone il termine di inizio e fine lavori tenendo conto  dei tempi indicati nel preventivo di spesa e anche dei lavori sulle parti comuni.
Fin qui ci siamo.
Cosa succede decorsi i termini stabiliti? I nuclei familiari interessati (fatte salve situazioni di particolare complessità) perdono il diritto alla utilizzazione di un alloggio C.A.S.E. e dei MAP o del Fondo immobiliare o altre forme di assistenza alloggiativa alternativa, mantenendo il diritto al contributo per l’autonoma sistemazione solo per un ulteriore periodo massimo di 4 mesi.
Provo a tradurre: il mio appartamento dovrà essere ricostruito nei termini stabiliti, per esempio aprile 2013 (magari!!!!!!!!!!!!!). Per motivi dipendenti dall’impresa (che badate bene dovrà pagare una mora salatissima se non rispetta i tempi- questo è specificato nella gara che si è appena conclusa-), la stessa ci dice che consegnerà gli appartamenti con due mesi di ritardo. A parte la notevole arrabbiatura , avrei anche l’ulteriore disagio di dover abbandonare l’alloggio del progetto C.A.S.E.  e trovarne uno di fortuna per due mesi?  Mi piacerebbe sapere se la stessa ritorsione la avrei nel caso l’impresa iniziasse più tardi i lavori e se cioè, stabilito l’inizio a ottobre 2011 (magari!!!!!!!!!!!!!!) , la ditta per motivi suoi decidesse di iniziare a gennaio 2012 (magari!!!!!!!!!!!!!!!!!). Devo lasciare il progetto C.A.S.E. e cercarmi una casa?
Nel caso questa ritorsione fosse valida solo per ritardi di fine lavori e non di inizio, qualcuno mi spiega che fretta ci sarebbe tra due anni (magari!!!!!!!!!!!!!!!) a liberare un appartamento del progetto C.A.S.E. o un MAP? Avremo ancora sfollati? Oppure la misura ritorsiva è pro-studenti fuori sede (magari!!!!!!!!!!!)? 

Oppure è punire te perché non si può punire l’altro?

Io rientrerò a casa mia non appena verrà ripristinato l’impianto idrico ed elettrico, anche se saranno ancora in corso lavori, non vedo l’ora!

4 commenti:

  1. E' lo stesso terrorismo psicologico applicato tempo fa su noi con case B. Io e la mia famiglia siamo stati quasi cacciati dalla Guardia di Finanza in pieno dicembre 2010 perchè erano scaduti i 6 mesi utili per completare i lavori. La ditta era ancora in alto mare e a noi non volevano riattaccare il gas...ci ha salvato solo la nostra fibra forte di gente montanara! E per la cronaca, l'impresa ha terminato i lavori solo un mese fa e senza pagare un euro di mora (trovano sempre e cmq una scappatoia!!)

    RispondiElimina
  2. E' terribile: sembra che il terremoto sia stato una punizione divina per noi!!

    RispondiElimina
  3. dobbiamo fare per L'Aquila lo stesso tam-tam dei referendum!!!

    RispondiElimina
  4. C'abbiamo provato, non funziona come i referendum, ma qualcosa è stato ottenuto, almeno al livello di informazione

    RispondiElimina