Non è finita, le ordinanze continuano a schiacciarci. Leggo l’ultima del 13 giugno 2011 (la numero 3945) ed in particolare l’articolo 3. Nel comma 1 si precisa che i lavori sulle parti comuni degli edifici classificati “E” (gravi danni da terremoto) e degli aggregati strutturali, devono iniziare entro venti giorni dalla concessione del contributo e terminare nei tempi indicati nel preventivo di spesa allegato alla domanda di contributo. Il comma 3 sancisce la stessa regola per le singole unità immobiliari con esito “E”: il comune dispone il termine di inizio e fine lavori tenendo conto dei tempi indicati nel preventivo di spesa e anche dei lavori sulle parti comuni.
Fin qui ci siamo.
Cosa succede decorsi i termini stabiliti? I nuclei familiari interessati (fatte salve situazioni di particolare complessità) perdono il diritto alla utilizzazione di un alloggio C.A.S.E. e dei MAP o del Fondo immobiliare o altre forme di assistenza alloggiativa alternativa, mantenendo il diritto al contributo per l’autonoma sistemazione solo per un ulteriore periodo massimo di 4 mesi.
Provo a tradurre: il mio appartamento dovrà essere ricostruito nei termini stabiliti, per esempio aprile 2013 (magari!!!!!!!!!!!!!). Per motivi dipendenti dall’impresa (che badate bene dovrà pagare una mora salatissima se non rispetta i tempi- questo è specificato nella gara che si è appena conclusa-), la stessa ci dice che consegnerà gli appartamenti con due mesi di ritardo. A parte la notevole arrabbiatura , avrei anche l’ulteriore disagio di dover abbandonare l’alloggio del progetto C.A.S.E. e trovarne uno di fortuna per due mesi? Mi piacerebbe sapere se la stessa ritorsione la avrei nel caso l’impresa iniziasse più tardi i lavori e se cioè, stabilito l’inizio a ottobre 2011 (magari!!!!!!!!!!!!!!) , la ditta per motivi suoi decidesse di iniziare a gennaio 2012 (magari!!!!!!!!!!!!!!!!!). Devo lasciare il progetto C.A.S.E. e cercarmi una casa?
Nel caso questa ritorsione fosse valida solo per ritardi di fine lavori e non di inizio, qualcuno mi spiega che fretta ci sarebbe tra due anni (magari!!!!!!!!!!!!!!!) a liberare un appartamento del progetto C.A.S.E. o un MAP? Avremo ancora sfollati? Oppure la misura ritorsiva è pro-studenti fuori sede (magari!!!!!!!!!!!)?
Oppure è punire te perché non si può punire l’altro?
Io rientrerò a casa mia non appena verrà ripristinato l’impianto idrico ed elettrico, anche se saranno ancora in corso lavori, non vedo l’ora!
E' lo stesso terrorismo psicologico applicato tempo fa su noi con case B. Io e la mia famiglia siamo stati quasi cacciati dalla Guardia di Finanza in pieno dicembre 2010 perchè erano scaduti i 6 mesi utili per completare i lavori. La ditta era ancora in alto mare e a noi non volevano riattaccare il gas...ci ha salvato solo la nostra fibra forte di gente montanara! E per la cronaca, l'impresa ha terminato i lavori solo un mese fa e senza pagare un euro di mora (trovano sempre e cmq una scappatoia!!)
RispondiEliminaE' terribile: sembra che il terremoto sia stato una punizione divina per noi!!
RispondiEliminadobbiamo fare per L'Aquila lo stesso tam-tam dei referendum!!!
RispondiEliminaC'abbiamo provato, non funziona come i referendum, ma qualcosa è stato ottenuto, almeno al livello di informazione
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