domenica 24 luglio 2011

Un etto e mezzo di ottimismo


Di nuovo in città, quella fantasma. Dopo aver di nuovo attraversato 10 chilometri senza senso, dove si susseguono scavi, nuove costruzioni. Senza un senso. Poi comincio a rifare i conti con le macerie, quelle vecchie e quelle nuove, ammucchiate su via XX settembre e in tutti i vicoli.
Giungo, dopo il solito caffè, su piazzetta IX Martiri: bella e desolata. Aperta e piena di immondizia. Come se questa Piazza, di nuovo fruibile, fosse solo stata aperta, come da tempo richiedevamo, senza includere nella riapertura la normale pulizia, nemmeno la presenza di bidoni. Nulla. E a terra testimonianze di incontri: bottiglie, involucri per pizza, bicchieri [foto 1].

Foto 1

Nei vicoli intorno comincio a notare strani numeri appesi qui e là [foto 2] e le onnipresenti erbacce che coprono usci dimenticati.

Foto 2

Nelle vicinanze di Piazza del Teatro quei numeri si fanno più fitti e scopro che sono indice di avvenuta “scansione laser” [foto 3]. 

Foto 3

Quello che non mi è chiaro e come mai al di sotto del numero si trova un “segno”, tracciato con pennarello, ora verde, ora rosso [foto 3 e 4].

Foto 4

Addirittura noto un segno fatto con nastro adesivo su alcuni portoni, e mi sembra impossibile che io debba fotografare anche questo [foto 5].

Foto 5

Eccola la nostra città: una città fantasma, vuota. Con erbacce, immondizia, e segni sui portoni.
Tempo fa inviai un messaggio tramite Facebook, al Commissario, nonché Presidente della Regione, Gianni Chiodi che, in risposta ad una mia domanda riguardante alcune sue dichiarazioni, mi rispose: “L'Aquila non è morta, L'Aquila è tremendamente ferita dal terremoto ed ha bisogno di ottimismo, energie, competenze, apertura mentale per risorgere. Non le vedo nelle classi dirigenti, non le vedo in lei. Non alimentate la speranza ma la disperazione.

Così, dopo questa ennesima domenica in centro a contare i portoni chiusi invece che le gru, a trovarsi la strada sbarrata da transenne, invece che da cantieri aperti, a non potersi sedere su una panchina perché circondata di immondizia, a incontrare ancora giovani militari a guardia del nulla, ho deciso che mi compro un etto e mezzo di ottimismo. 

A giorni partirò per le vacanze e voglio portarmi dietro una sferzata di buonumore: la speranza è di tornare tra 15 giorni e trovare la classe dirigente licenziata, per fallimento: hanno alimentato speranze e prodotto un territorio deturpato.

2 commenti:

  1. ... se, poi, tra 15 giorni fosse la classe dirigente nazionale ad essere licenziata... la sferzata di buonumore è contagiosa!

    Buone vacanze, Giusi!!

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