domenica 10 luglio 2011

La montagna




E sì, sono un po’ fissata:  a me la montagna piace, anzi del Gran Sasso sono innamorata. Sarà per quella piana, Campo Imperatore a 1800-2000 metri di altitudine, o al più nascosto Campo Pericoli da cui si gode la vista del Corno Grande e Corno Piccolo, Intermesoli, monte Corvo e Pizzo Cefalone, i mari, il promontorio del Conero, e poi il Brancastello, il Prena, il Camicia, i vadi, le selle, … non so.
Per la seconda domenica consecutiva ho raggiunto la mia montagna. C’era gente da ogni dove e, come già detto, tutto chiuso: albergo, ostello, bar, funivia. Ho visto una fila lunghissima in un gazebo di fortuna che arrostiva qualcosa. E poi tanta gente con moto, camper, automobili, che si godeva il fresco.
Dietro qualche angolo nascosto, le mamme accompagnavano i bambini a fare pipì o popò, gli uomini, che hanno bisogno di meno intimità, pisciavano in ogni angolo, le donne non so. Io la mia l’ho trattenuta per tutta la discesa dal Corno Grande e non ho avuto cuore di lasciarla lì.
Ecco cosa è la mia montagna ora: un luogo abbandonato dove chi va perché la ama, è costretto ad imbrattarla, pur non volendo.
 A me tutto questo lascia una sensazione ancor più brutta della mia città terremotata, perché è come se, a macchia d’olio, si stia spargendo l’abbandono, l’incuria, il menefreghismo. In attesa che qualcun altro provi a risolvere il problema.
Il video vi racconta cosa era il Gran Sasso oggi.

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