martedì 17 maggio 2011

L'Aquila, anno 38 D.T. : le new towns.





Mio nonno, oggi, mi ha parlato di come, dopo il terremoto di 38 anni fa, gli aquilani fossero tutti molto preoccupati del destino della loro città, non solo i centri storici, ma anche, per esempio,  dei 19 nuovi insediamenti che il governo costruì per l’emergenza. Costruirono la bellezza di 4500 appartamenti dove si trasferirono gran parte di quelli che avevano perduto la loro dimora. Che ne è di quelle new town ora? Bè, anche riguardo a questo i cittadini fecero sentire la loro voce, così ne evitarono il degrado e le resero funzionali alla nuova città, anzi al nuovo territorio.

Sant'Antonio: L’insediamento più vicino alla città è tuttora adibito ad alloggi che sono di proprietà di privati. L’area, ormai storica, è stata mantenuta molto bene e resa via via più efficiente da tutti i punti di vista: servizi, trasporti, verde, ecc.
Camarda: di gran lunga uno degli insediamenti che deturpò di più il territorio, essendo all’interno di uno dei più bei Parchi Italiani. Ad ogni modo venne “nascosto” con un bel po’ di alberi e trasformato in un residence alberghiero, pubblico, cioè del Comune. Vi albergano, tutto l’anno, i numerosissimi turisti delle nostre meravigliose montagne.
Collebrincioni e Arischia: Sono due paesi del territorio, anch’essi danneggiati dal sisma, ed individuati per i nuovi insediamenti. Questi rimasero disabitati per molto tempo e rischiavano il degrado e l’abbandono. Così alcuni di quei condomini vennero trasformati in scuole, asili e centri di aggregazione per la popolazione. Ad Arischia vi è anche centro visite del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Cese di Preturo: è un enorme quartiere che ben presto divenne il centro direzionale delle aziende ospedaliere. Vi vennero trasferiti uffici e centri prenotazione, nonché gli archivi e i centri elaborazione dati. Inoltre alcuni importanti servizi, quali quelli di diagnostica avanzata, trovano sede proprio in quei palazzi. A Cese di Preturo, mio nonno, suo fratello e la mia bisnonna vissero per 5 anni.
Roio 2 e Roio Poggio: sulla collina attigua ad un polo Universitario, divennero subito studentati corredati di sale studio, palestre, centri di attività culturali. Stesso destino ebbe Coppito 3, studentato che serve gli altri Poli Universitari.
Coppito 2: divenne una foresteria a servizio dell’Ospedale (per persone che devono assistere familiari ricoverati) e dell’Università (per gli scambi internazionali)
Pagliare di Sassa: ospita gli Uffici della Regione, che lo acquistò circa 30 anni fa.
Tempera, Paganica Sud e Paganica 2: sono divenuti un vero e proprio quartiere della città e a tutt’oggi comprendono alloggi, molto ben tenuti e serviti a dovere. Ma anche ambulatori medici, attività artigianali e commerciali.
Assergi 2: E’ divenuto il centro direzionale del Parco Gran Sasso, con tanto di musei e sale convegni. Una palazzina fa da foresteria per l’INFN.
Bazzano: anche questo quartiere venne adibito a residenza alberghiera. Essendo enorme comprende anche abitazioni di privati e qualche ufficio pubblico, nonché distaccamenti ospedalieri.
Gignano: ospita tutti gli uffici del Comune, quelli con i quali si rapportano tutti i cittadini. E’ provvisto di parcheggi, bar, e sale multimediali.
Sant'Elia 1  Sant'Elia 2: sono molto ben inseriti nella frazione e fungono da alloggi, scuole, asili, scuole di danza, di musica ecc.
Sassa Zona Nsi: ospita alloggi per atleti e le numerosissime manifestazioni sportive che si svolgono nella mia città. E’ infatti molto vicino alla cittadella dello sport che si snoda da Centi-Colella fino alla ex-Scuola della Guardia di Finanza.

Quanto è bella la mia città! Grazie ai nonni e ai bisnonni.


1 commento:

  1. Non credo che gli avi possano aver fatto "bella" una città, se a tutti i costi volevan fare i "primi della classe" per "riconvertire e sfruttare" i C.A.S.E. fatti dal peggior esemplare d'immobiliarista del secolo. Se non avevan compreso che solo del maiale non si butta via nulla. Se avevan dovuto anche mal digerire le c.o.s.e. fatte dal "ma-ia-le" con il c**o flaccido. Se non hanno compreso che avevan determinato un consumo di suolo inverecondo e poi favorito bieche speculazioni fondiarie. Se non avevan presente che una città d'arte non poteva essere solo loro.

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