La mia casa: ottobre 2010 |
Come me, tanti aquilani si trovano a destreggiarsi con il progetto di ricostruzione della loro casa, seriamente danneggiata dal sisma di 25 mesi fa e classificata con la lettera “E”: la lettera scarlatta.
Questa ricostruzione non parte, è ferma, bloccata, anche per gli edifici che non si trovano nel centro storico. Si susseguono accuse da ogni parte; la più disdicevole, quella del nostro Commissario nonché Presidente della Regione, Gianni Chiodi, che invita i nostri ingegneri e progettisti a studiare «Se gli ingegneri aquilani non capiscono le norme sulla ricostruzione «allora studino, perché in Italia ci sono altri professionisti, che le norme le capiscono eccome» E questo già la dice lunga sui disegni che si fanno di questa città.
Ma veniamo ad un punto essenziale della ricostruzione: la sicurezza. Perché ora voglio sfidare chiunque a rientrare in una casa senza avere la certezza che sia stata ricostruita con tutti i crismi! Nell’assemblea cittadina di ieri, il prof. Gianfranco Ruggieri ci ha resi edotti sulla situazione. In realtà, noi la conoscevamo da tempo, perché leggiamo, ci aggiorniamo, ascoltiamo; segni evidenti di stupore venivano da alcuni nostri rappresentanti politici, ahimè!
La prima questione è che alcuni edifici dovranno essere ricostruiti ex-novo: quelli crollati, evidentemente, e quelli che hanno avuto danni ad almeno il 50% di elementi portanti, o giù di lì; gli altri saranno riparati se il costo non supera quello di abbattimento e ricostruzione. OK. La riparazione prevede, ovviamente, un “risanamento” sismico che non è un ADEGUAMENTO, bensì un MIGLIORAMENTO. Adeguamento alle nuove norme antisismiche significherebbe il 100% in termini di sicurezza, per miglioramento, invece, si intende il raggiungimento di un livello minimo di questa essenziale sicurezza, cioè l’80% che poi, essendo troppo costoso e a volte impossibile, è stato abbassato al 60%. Ecco, potrei fermarmi qui, ma purtroppo non è tutto.
Qual è questo limite di convenienza? E’ determinato da ” tetti” su diverse voci, scritti su varie ordinanze commissariali, spesso aggiustate, con la conseguenza che i progetti non sono mai pronti. Queste voci essenzialmente sono quattro:
· La riparazione del danno: 400 Euro/m2
· Adeguamento energetico: 130 Euro/m2
· Abbattimento barriere architettoniche: 50/60 Euro/m2
· Sicurezza (adeguamento sismico): 400 Euro/m2
Delle quattro voci elencate, va da sé che le prime 3 sono delle costanti: il danno deve essere riparato, l’adeguamento energetico e l’abbattimento delle barriere architettoniche sono un obbligo di legge, quindi per poter rientrare nei limiti, non rimane che agire abbassando la sicurezza. Perché, se superi la cifra (che in alcuni specifici casi è più alta), devi abbattere e ricostruire e ti danno più o meno 1200 Euro/m2 . Il tutto senza conoscere i tempi, dove si metteranno le macerie, e buttando giù ogni casa!! E c’è ancora dell’altro.
Quei 1200 Euro sono riferiti alla superficie convenzionale , cioè netta, con abbattimento. Per intenderci non comprende per esempio le cantine, la scala (che si conta in maniera strana), il sottotetto, e la superficie muraria. Tra la superficie convenzionale e quella lorda si può creare una forbice che a volte si attesta intorno al 20%, altrimenti (la maggior parte dei casi) tra il 25 ed il 35 %. Quindi, per intenderci, la superficie convenzionale della tua casa è 100 m2 , per ricostruirla ti danno 120.000 Euro. Li prendi, ma poi ci devi costruire il lordo, cioè 125 m2 , quindi l’indennizzo diviene 800 Euro m2 !!! Ricordo che per costruire gli appartamenti del progetto C.A.S.E., che ci hanno detto essere provvisori, si sono spesi più di 2500 Euro m2 . Per il definitivo ci danno meno di un terzo!! E abbiamo bisogno di case antisismiche!
In soldoni, che la tua casa venga abbattuta o che si ricostruisca, bisogna tirar fuori soldi: nel primo caso per avere una casa decente, nel secondo per avere sicurezza.
La ricostruzione del mio palazzo costerà quasi 2 milioni di Euro: si tratta di un palazzo di 7 piani con 14 appartamenti: 140.000 Euro circa per ciascuna famiglia e sarà migliorato dal punto di vista sismico fino all’80%. La C.A.S.A. in cui abito ora, è costata 160.000 Euro circa: se avessero costruito tutte strutture provvisorie veramente, i MAP (moduli abitativi provvisori) , avrebbero speso per me la metà e con l’altra metà avrei potuto avere un alloggio sicuro.
Per questo continuo a pensare che queste C.A.S.E. siano una iattura!
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