Ho sentito che ci sono persone che sopportano bene il
dolore, sia fisico che psichico, e che, quindi, reagiscono meglio e più in
fretta di altre. Addirittura ci sono persone così adattabili che anche in tempo
di carestia se la cavano. Ho anche sentito che ci sono bambini impavidi che
affrontano una visita medica con “nonchalance”.
Non mi era mai capitato di sentire distinzione tra terremotati. Eppure ce ne sono di “bravi” e di
“asini”. Gli “asini” sono sempre un po’ più a sud dei “bravi”. Forse potrei stilare una classifica. Chessò,
primi i Friulani, secondi gli emiliani, a ruota gli umbri, poi gli abruzzesi e
fanalini di coda a pari merito gli
Irpini, i Molisani e i Siciliani. E’ credibile, non è vero?
Il bello di tutto questo è che mai è poi mai un terremotato, vero
terremotato intendo, si sognerebbe di farla; quindi perdonatemi, la mia è sola
una provocazione.
Ho conosciuto alcuni Emiliani, ho parlato con loro e dopo un po’ mi
hanno chiesto scusa: “Non sapevamo cosa fosse un terremoto, ci scusi, solo ora
capiamo. Non vi siamo stati vicini, anzi spesso abbiamo fatto “spallucce”. Ora
sappiamo cos’è, grazie per tutto ciò che potrete insegnarci.”
E’ un po’ così! come diceva mia nonna (terremotata ad Avezzano nel 1915):
“Se non ci passi non puoi capire”.
Quindi, un abbraccio agli Emiliani e forza!, ce la farete.
A chi fa classifiche vorrei dire che sì, è vero, noi aquilani siamo
stati proprio un po’ sciocchini ed anche un po’ pecore e, si sa, ferisce meno essere morsi da un lupo che da
una pecora.
Abbiamo creduto che un bicchiere di Montepulciano fosse il miglior
piano di emergenza possibile. Poi abbiamo anche creduto che andarcene in massa fosse
l’unica possibilità di sopravvivere e, da lontano, abbiamo creduto al miracolo
aquilano, l’abbiamo atteso, con trepidazione; ci siamo fidati dei controllori,
sia che fossero commissari che sub commissari che vice commissari che
commissari in pectore che commissari “basettoni”. Ecco, è andata così. Ma si
potrà anche ricordare quella minoranza caciarona che a furia di urlare radunò
6000 (seimila) persone a tirar via le macerie! Certo è un po’ strano che
proprio quelle persone che con forza volevano partecipare, volevano avere gli
strumenti per ricominciare siano state, nell’ordine, sbeffeggiate, isolate e
infine malmenate, denunciate, portate a processo per aver, sempre nell’ordine,
criticato, lavorato, manifestato, disubbidito agli ordini di, ancora in nell’ordine
(scusate la cacofonia), i commissari, i sub, i vice, quelli in pectore, insomma i decisori.
E ancora più strano è che siamo scesi nella classifica dei terremotati fino al secondo e ultimo posto , dopo gli
Emiliani, non già per aver creduto nel Montepulciano ( che comunque rimane un gran vino),
nei commissari (sub, vice e in pectore), nei miracoli, ma per aver chiesto di
lavorare assieme, per aver lottato fino allo stremo per avere una legge o,
persino, una tassa di scopo, o anche una banale “white list” delle imprese, o
ancora la trasparenza per tutto ciò che ha riguardato e riguarderà la
ricostruzione … no, siamo noi all’ultimo posto, senza più la nostra città e i
nostri borghi.
Si è finalmente trovato il colpevole. Per questo andremo tutti a
processo: per per essere stati picchiati dalla polizia, per aver simbolicamente
voluto partecipare alla ricostruzione e addirittura per aver smistato le nostre
spoglie il giorno delle elezioni provinciali.
E così siamo secondi e ultimi.
Ma gli ultimi saranno i primi: l’aveva già detto qualcuno?
Nessun commento:
Posta un commento