martedì 16 ottobre 2012

Le classifiche







Ho sentito che ci sono persone che sopportano bene il dolore, sia fisico che psichico, e che, quindi, reagiscono meglio e più in fretta di altre. Addirittura ci sono persone così adattabili che anche in tempo di carestia se la cavano. Ho anche sentito che ci sono bambini impavidi che affrontano una visita medica con “nonchalance”.
Non mi era mai capitato di sentire distinzione tra  terremotati. Eppure ce ne sono di “bravi” e di “asini”. Gli “asini” sono sempre un po’ più a sud dei “bravi”.  Forse potrei stilare una classifica. Chessò, primi i Friulani, secondi gli emiliani, a ruota gli umbri, poi gli abruzzesi e fanalini di coda a pari merito gli Irpini, i Molisani e i Siciliani. E’ credibile, non è vero?
Il bello di tutto questo è che mai è poi mai un terremotato, vero terremotato intendo, si sognerebbe di farla; quindi perdonatemi, la mia è sola una provocazione.
Ho conosciuto alcuni Emiliani, ho parlato con loro e dopo un po’ mi hanno chiesto scusa: “Non sapevamo cosa fosse un terremoto, ci scusi, solo ora capiamo. Non vi siamo stati vicini, anzi spesso abbiamo fatto “spallucce”. Ora sappiamo cos’è, grazie per tutto ciò che potrete insegnarci.” 

E’ un po’ così! come diceva mia nonna (terremotata ad Avezzano nel 1915): “Se non ci passi non puoi capire”.

Quindi, un abbraccio agli Emiliani e forza!, ce la farete.

A chi fa classifiche vorrei dire che sì, è vero, noi aquilani siamo stati proprio un po’ sciocchini ed anche un po’ pecore e, si sa, ferisce meno essere morsi da un lupo che da una pecora.
Abbiamo creduto che un bicchiere di Montepulciano fosse il miglior piano di emergenza possibile. Poi abbiamo anche creduto che andarcene in massa fosse l’unica possibilità di sopravvivere e, da lontano, abbiamo creduto al miracolo aquilano, l’abbiamo atteso, con trepidazione; ci siamo fidati dei controllori, sia che fossero commissari che sub commissari che vice commissari che commissari in pectore che commissari “basettoni”. Ecco, è andata così. Ma si potrà anche ricordare quella minoranza caciarona che a furia di urlare radunò 6000 (seimila) persone a tirar via le macerie! Certo è un po’ strano che proprio quelle persone che con forza volevano partecipare, volevano avere gli strumenti per ricominciare siano state, nell’ordine, sbeffeggiate, isolate e infine malmenate, denunciate, portate a processo per aver, sempre nell’ordine, criticato, lavorato, manifestato, disubbidito agli ordini di, ancora in nell’ordine (scusate la cacofonia), i commissari, i sub, i vice, quelli in pectore,  insomma i decisori.
E ancora più strano è che siamo scesi nella classifica dei terremotati  fino al secondo e ultimo posto , dopo gli Emiliani, non già per aver creduto nel Montepulciano ( che comunque rimane un gran vino), nei commissari (sub, vice e in pectore), nei miracoli, ma per aver chiesto di lavorare assieme, per aver lottato fino allo stremo per avere una legge o, persino, una tassa di scopo, o anche una banale “white list” delle imprese, o ancora la trasparenza per tutto ciò che ha riguardato e riguarderà la ricostruzione … no, siamo noi all’ultimo posto, senza più la nostra città e i nostri borghi.
Si è finalmente trovato il colpevole. Per questo andremo tutti a processo: per per essere stati picchiati dalla polizia, per aver simbolicamente voluto partecipare alla ricostruzione  e addirittura per aver smistato le nostre spoglie il giorno delle elezioni provinciali.

E così siamo secondi e ultimi.
Ma gli ultimi saranno i primi: l’aveva già detto qualcuno?








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