sabato 18 agosto 2012

Di terremoto in terremoto (2)





Sono in Umbria, in un agriturismo. Nel primo pomeriggio mi sono recata a Nocera Umbra dove c’era l’indicazione per un centro commerciale, dovevo fare spesa. Avevo letto di questa cittadina che dopo il terremoto era stata “svuotata” e, una volta ristrutturata, era rimasta senza abitanti. Così sono andata a vedere. E ancora non riesco a riprendermi.

Non ho scattato neanche una foto, tanto negativo è stato l’impatto. Il piccolo borgo è stato quasi interamente ricostruito: c’è ancora qualche gru e qualche impalcatura. In centro non ci sono negozi, ho visto un piccolo ristorante e una piccola rivendita di souvenir. Le case sono vuote, tranne poche e le riconosci dai fiori sui balconi. Le strade non sono state ancora completate e molte sono semplicemente in cemento. Non si sentono rumori, voci, nulla. Una sensazione che non riesco a spiegare. Perché una città vuota con ancora macerie ovunque è quasi logico, pur se doloroso, che sia vuota. Ma un borgo quasi perfettamente ricostruito non può essere disabitato.
Lo svuotamento di quel borgo ha comportato che i suoi abitanti,a distanza di tanti anni, si sono trasferiti altrove.

A L’Aquila non deve accadere; e chiunque abbia a cuore il destino della città deve far rientrare al più presto i cittadini, dando loro un crono- programma esatto della ricostruzione.

Dimenticavo: il centro commerciale l’ho trovato, ma ci ho messo un po’. Immaginavo fosse un “normale” centro commerciale; invece, incredula, mi sono trovata di fronte ad una mezza specie di MUSP, chiuso.
E la spesa l’ho fatta a Gualdo Tadino.

L’unica foto che sono riuscita a fare è questa: una vecchia carriola usata come braciere.



1 commento:

  1. Io a nocera umbra c'ero sato un'estate con la mia futura Moglie, la ricordo piena di gente due albergghi, un cinema, un centro polivalente con campi sportivi e piscina.C'era in ritiro la la LAZIO primavera. e poi il concerto dei NOMADI, e i piccoli locali lungo la salita nel centro cittadino, ed il bel parco dove ho trascorso i pomeriggi con mia moglie, e poi nelle vivinanze la fonte dell'acqua di nocera ora imbottigliata con il marchio COOP. Sentire che tutto questo non c'è più e ricordare di essere uno dei 30.000 sfollati ancora fuori casa di L'Aquila non lo posso sopportare. Ma la verità e che L'Awuils e stata distrutta una prima volta dal sisma ed una seconda volta dal PROGETTO CASE e da quanti hanno accettato da subuto l'idea di tornare a vivere in città in quelle e a quelle condizioni. Entrando in quella nuova casa non hanno dato una speranza alla città ma l'hanno condannata per la seconda volta. Sono sempre qui sotto il tendone di Piazza Duomo o nelle manifestazioni, sull'autostrada a24 o nei cortei di Roma e L'Aquila ma vedo che siamo sempre noi, i soliti, quelli che da sempre abbiamo avuto un atteggiamento critico, e la città che manca, e fino a quando non ci sarà rimane difficile qualunque iniziativa. Ma io non mollo.

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