Nel tardo pomeriggio me ne vado a passeggiare in centro, a L’Aquila,
da sola. Non so, mi serve. Anche se non so esattamente a cosa. Guardo,
fotografo, ascolto.
Ho ripercorso i vicoli che avevo ripulito dalle erbacce e li
ho visti ancora invasi, ma mi sento positiva ed ho cercato di non pensarci. Poi
ho percorso via delle Grazie e sentivo un odore che veniva su dalla viscere
della terra. Quell’odore aspro di cessi abbondonati. Non era nauseabondo, ma saliva su impietosamente. Non so come
dirlo, ma avrei preferito sentire puzza di merda, cioè di fogna, e maledire chi
non provvede a risistemare adeguatamente i suddetti servizi, piuttosto che
odorare l’abbandono.
Ho cercato di rimanere positiva. Ho incontrato due amiche ed
ho cercato di parlare d’altro, di mio figlio che non abita più con me, ma
immancabilmente si finisce a parlare del terremoto, delle conseguenze, delle difficoltà. Si è aggiunta un’altra amica
che non ha fatto altro che parlare di terremoto, delle case, della
ricostruzione, delle ordinanze eccetera: è molto preparata, quindi davvero
utile ascoltarla…..
Ecco, io non ce la faccio più.
Voglio sforzarmi di incontrare un’amica/o e chiedere “Cosa prepari a cena?”, o
interpellarli sull’ultimo film che hanno visto, o raccontare le vacanze, le montagne, informarmi dei figli, complimentarmi per il nuovo
look, regalare un libro, parlare dei “massimi sistemi”, dei miei e loro sogni e
desideri, delle paure, di automobili, di calcio, di vestiti, di filosofia, ridere di nulla, piangere per un nonnulla…" Che fai stasera?"
Ce la farò!
Io passo ai primi di dicembre, se tutto va bene, e ci andiamo a fare un aperitivo.
RispondiEliminaWow, un aperitivo con la Barbara!!!
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