Mentre la mia città si ricopre di neve, sperando che parte della scandalosa immobilità che la avvolge venga, almeno per Natale, nascosta e ricoperta da una sottile e gentile coltre, io ho preparato qualche CD per il mio viaggio di Natale, come facevo una volta, fino a 32 mesi fa, tanto tempo fa.
Ho scelto vecchie canzoni: i Beatles.
Poi ho provato il CD sull’automobile, mentre mi recavo a rendere omaggio alle spoglie dell’Aquila.
Nel tragitto, ho ascoltato a tutto volume While My Guitar Gently Weeps, una ballata scritta da George Harrison (White Album, 1968).
E sono tornata indietro nel tempo, alle scuole elementari: c’era un mio compagnetto che già tifava per i Beatles, invece che per i Rolling Stones !! Ho rivisto la mia scuola, persino la mia aula ed anche il cortile.
Mi sono guardata intorno, ero su via XX settembre: una strada buia, costeggiata di palazzi fantasma, di transenne. Ho scacciato via quella sensazione di impaccio e turbamento e quella musica mi ha riportato ancora indietro, a circa 36 mesi fa: quando, come al solito, all’ultimo momento, correvo per il centro dell’Aquila in cerca di regali; quando, come al solito, cominciavo a preparami per il cenone, prenotando pesce, comprando le migliori prelibatezze; e ancora l’acquisto della tovaglia, dei segnaposti, di qualche novità, per la mia casa.
E poi ho cercato di andare ancora più indietro, all’estate del 2008, ma ho trovato il vuoto. Ho cambiato musica, ma non c’è stato nulla da fare.
E così, tornata a casa, mi sono messa a recuperare il passato recente, pre-terremoto. Ho trovato questa foto: si tratta del traghetto che nel 2008 mi portò in Croazia. Piano piano ho ricostruito tutto. Partii per le vacanze con una costola incrinata: ero caduta scendendo dal Corno Grande che, come al solito, in luglio avevo scalato.
Ci vorrà del tempo, ma durante le feste di Natale, voglio recuperare ciò che sembra io abbia perduto.
Ciò che ero.
Still My Guitar Gently Weeps
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