Per parlare del “day after”, ricorderò alcuni "days before", a L’Aquila.
Non vi sarà sfuggito che la restituzione dei tributi non pagati nell’immediato post-terremoto, in extremis, è slittata a gennaio 2012 e per di più con un abbattimento del 60%, come non vi sarà sfuggito che per l’Ateneo dell’Aquila è stato siglato il rinnovo di un accordo di programma (2011-2014) con precisi impegni per la sua ripresa.
A tanti, invece saranno sfuggiti alcuni commenti, che riporto per intero:
Dice una signora aquilana commentando una foto delle tante riguardante le nostre proteste: «Io sono molto arrabbiata e la responsabilità è solo della sinistra che ha voluto il male di questa città. Ha mandato via un uomo come BERTOLASO, ha cacciato a calci in culo Berlusconi e tante altre cose ancora. Avete perso una grande occasione, ora è troppo tardi, ci sono altre tragedie in Italia».
Ed io: « Quindi dovevamo tacere.»
E lei: « Dovevate tacere alla grande, la colpa del nostro abbandono è anche vostra. Può anche non piacere quello che ho scritto, non mi interessa è la mia verità. Oggi il Dott Bertolaso è sereno e tranquillo, cammina a testa alta, è acclamato, cercato e soprattutto innocente. Berlusconi è ancora il capo del Governo e nonostante le accuse ecc ecc ecc ha ancora una maggioranza e, da quello che vedo e sento, non ci può vedere più. Questi sono i risultati. Trovate interessante attaccare manifesti tipo “ non te fa revede'”, poi dite non è più venuto!!! Hanno abbandonato la nostra citta?!!! I comitati continuano a scrivere solo idiozie, ma che figura ci stiamo facendo???»
E ancora, un’altra persona: «Abbiamo soltanto deriso e criticato l'operato del Governo.....difficilmente siamo stati capaci di dire grazie per quanto ci è stato dato. …. Siamo degli ingrati ed è soprattutto colpa nostra se una larga fetta d'Italia ci considera dei piagnoni rompipalle ».
E riguardo l’Ateneo, qualcuno ha voluto proporre l’intitolazione dello stesso a Gianni Letta “ Ho provveduto già personalmente a ringraziare il dott. Letta quale unico attivatore del successo in oggetto”.
Bene è questo che vorrei scomparisse nei “days after”, questa reverenza parossistica che sembra si debba anche se quello che si ottiene è un diritto. A pensarci bene, i cittadini aquilani (lamentosi e ingrati) hanno proposto una legge (che riguarderebbe tutte le catastrofi) nella quale, per esempio, la sospensione dei tributi e la conseguente restituzione vengono messe nero su bianco, con tanto di differenziazione a seconda del danno subito (tra l’altro nelle precedenti catastrofi la restituzione al 40% è avvenuta un bel po’ di anni dopo). Nella legge viene anche regolamentato quello che dovrebbe “succedere” se a essere colpita da catastrofe naturale fosse, appunto, una città sede di Università, in modo che, invece di manifestare, trattare, essere, un giorno sì e l’altro pure, sull’orlo di un baratro, si possa sin da subito programmare il futuro e le scelte.
E invece dobbiamo ringraziare, come sudditi a cui viene concesso qualcosa che dipende dall’umore del Re: il Re può essere di cattivo umore, o semplicemente quel giorno potrebbe non girare la ruota giusta. E allora ringraziare, sempre, farlo sentire veramente un Re.
Che fine hanno fatto i diritti delle persone? Quelli per i quali i nostri nonni e bisnonni si sono battuti?
Piagnoni e ingrati, come se fossimo stati con le braccia conserte ad aspettare una grazia dal Re! E no!! E l’Italia lo sa, e dovrebbero saperlo anche gli aquilani!
Si è lavorato qui, e anche sodo: che dire di tutti quei professori di scuola, delle maestre, dei dipendenti dell’Università, della Dompè, i commercianti, gli artigiani, le piccole imprese (faccio solo esempi che conosco molto bene) , che sono ripartiti subito? Che hanno raccolto le macerie, che hanno raccolto le classi dei ragazzi, che hanno investito soldi senza aspettare la grazia dal cielo? Ma stiamo scherzando? E’ per questo che rivendichiamo i nostri diritti: il diritto di esistere, ancora, come comunità, come città, come capoluogo di regione. Che vuole andare avanti, con i mezzi giusti, quelli già concessi ad altri e forse anche di più, visto che ci rendiamo conto che il modo migliore per andare avanti è costruire innanzitutto una città sicura, nella quale un evento catastrofico futuro non solo salvi le vite, ma eviti che si debba ricominciare sempre tutto daccapo.
E allora in questo day after, mi auguro che il populismo, di destra e di sinistra, scompaia per sempre. Il Berlusconismo ha saputo magistralmente creare questo strano rapporto elettore- eletto, non solo clientelare, ma addirittura servile. «Io sono eletto dal popolo, il popolo mi chiama, il popolo mi ringrazia, io gli concedo aiuti». Che caspita di società è questa? Una società nella quale se dico che l’intervento del Governo nella mia città terremotata non mi è piaciuto, allora non merito neanche di avere la rateizzazione delle tasse da restituire? O peggio, a distanza di 2 anni e mezzo, ancora in emergenza totale, neanche avere la possibilità di “puntellare” l’Università, una delle “aziende” maggiori della mia città?
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando al signorotto del paese (deputato in pectore) si portavano polli, conigli, prosciutti per avere una casa, un posto di lavoro, la possibilità di non dichiarare fallimento!
Basta, siamo cittadini, dobbiamo conoscere i nostri diritti e vederli rispettati e non solo quando si tratta di votare.
Su la testa!!
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