Incontro una mia cara collega e anche vicina di casa; la casa vera, quella che sta nel quartiere San Francesco a L’Aquila e che rivedrò, forse, tra un paio d’anni. Lei, la mia collega, invece, è rientrata, da qualche mese: la sua casa era classificata con la lettera “B”, cioè danni non strutturali. Mi ha raccontato di aver vissuto a Rocca Di Mezzo, in un appartamento in affitto (concordato). Mi dice che i soldi delle tasse, quelle sospese che non abbiamo pagato nei mesi successivi al terremoto, li ha spesi, tutti. Per le bollette e il carburante. Per le utenze, infatti, non fece a suo tempo la voltura e, quindi, queste arrivavano con l’intestazione della sua padrona di casa. Risultando questa come seconda abitazione, le tariffe erano più elevate di quelle cui era abituata. Mi ha spiegato anche che molti di coloro che hanno, invece, effettuato la voltura, hanno avuto problemi di altro tipo: insomma nulla è semplice e tantomeno gratis. Inoltre Rocca di Mezzo è freddissima e, quindi, molti Euro sono andati in fumo; anche quelli usati per l’alimentazione dell’automobile che ogni giorno la portava, assieme al marito, a L’Aquila, per lavorare, e senza contare che c’ha pure due figli. Dal primo di novembre, come tutti gli aquilani, dovrà restituire in 120 rate “il maltolto” e 120 rate sono dieci anni di stipendio decurtato e siamo ancora terremotati!
Comunque, infine, è rientrata. Mi ha spiegato che il suo appartamento aveva ben pochi danni, quelli maggiori, infatti, erano al primo piano, ma su da lei quasi niente. E non c’è stato verso di ottenere l’agibilità parziale! «A saperlo» mi ha detto «avrei abitato clandestinamente nella mia casa, perché due anni lontana sono stati faticosi, tristi e sostanzialmente inutili».
Poi mi ha raccontato di una sua vicina, anziana, sofferente di cuore, anch’essa costretta a stare lontano, da sola, per due lunghi anni. Rientrata nel suo appartamento, scoppiava di gioia. Diceva «Sto male per quanto sono felice». E purtroppo stava male davvero. Il cuore non ha retto l’emozione e lei se n’è andata. Dopo un’ora dall’agognato rientro.
“Vedi L’Aquila e poi muori” verrebbe da dire. Spero che riposi in pace.
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